Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo e Sara Bennewitz per “la Repubblica”
In ambienti finanziari c’è stupore riguardo al possibile esercizio del Golden Power sull’acquisto di Prelios da parte della Ion di Andrea Pignataro. L’imprenditore italiano, che da anni risiede e lavora a Londra, lo scorso 7 luglio è stato giudicato “fit and proper” dalla Banca d’Italia e in quanto tale è stato autorizzato a rilevare una partecipazione del 32% nella Cassa di Risparmio di Volterra.
[...] Prima di allora, nell’ottobre 2022, su invito delle istituzioni, Pignataro aveva partecipato all’aumento di capitale di Monte dei Paschi di Siena investendo 50 milioni nell’operazione di sistema da 2,5 miliardi di euro.
Negli ultimi anni Pignataro ha poi comprato altri due asset molto sensibili, a febbraio del 2021 ha investito 1,5 miliardi per rilevare Cedacri, principale operatore tricolore di piattaforme software e servizi It per istituti finanziari che dà lavoro a 2.440 persone, e nella stessa estate ha promosso un’Opa su Cerved da 2,6 miliardi, la società che ha 2.800 addetti, gestisce i dati delle camere di commercio e ha una divisione nella gestione degli incagli bancari (non performing loans, o npl) che hanno a garanzia immobili, ovvero un’attività simile a quella svolta da Prelios. Anche in questo caso, Pignataro e la sua Ion hanno ricevuto tutti i via libera dall’Antitrust, da Bankitalia e ai sensi del golden power.
Pignataro negli ultimi 3 anni ha investito oltre 6 miliardi in Italia, rilevando anche il 10% in Illimity, la banca fondata da Corrado Passera, facendo poi nuovi investimenti nelle società acquisite e creando posti di lavoro.
Sul software di Ion vengono realizzate importanti transazioni da tutti i principali istituti europei, Bce compresa. Stupisce quindi che ora si valuti se esercitare il Golden Power su Prelios, un gruppo che si occupa di crediti di cattiva qualità (unlikely to pay) e incagli (npl) come fa già l’altra controllata Cerved, e che quindi non pare una minaccia alla sicurezza nazionale.
LA STRUTTURA DI ION - ANDREA PIGNATARO
Soprattutto perché a vendere il controllo di Prelios per 1,35 miliardi è una società di private equity americana, Davidson Kempner che da mesi è in trattativa con Ion e che si aspettava il via libera del governo.
I motivi alla base del supplemento d’indagine non sarebbero questioni di sicurezza nazionale, ma si starebbe vagliando l’influenza crescente di Ion in ambito finanziario. Attenzione all’esito dell’operazione anche da parte di alcune banche tricolori, tra cui Intesa e Unicredit, che hanno finanziato Pignataro nell’acquisto dell’istituto presieduto da Fabrizio Palenzona.
Gli stessi gruppi bancari che sono in buona parte l’origine dei crediti deteriorati gestiti da Prelios. Anche Unicredit e Intesa hanno quindi un interesse a un assetto proprietario in Prelios che assicuri una logica industriale nello sviluppo della società [...]
Andrea Pignataro Andrea Pignataro (nel cerchio)