Estratto dell’articolo di Maria Corbi per “la Stampa”
[…] Brunello Cucinelli […]: «Il pessimismo è uno stato d'animo che non produce. Bisogna essere ottimisti e guardare al futuro come un'opportunità, non come un rischio». E così fa l'imprenditore di Solomeo, 70 anni […]
[…] Siamo lo 0,7% della popolazione mondiale, ma la settima potenza economica, significa che abbiamo qualcosa in più. Vedo solo un problema».
Quale?
brunello cucinelli con la moglie federica benda
«Quale genitore sogna che il proprio figlio vada a fare l'operaio, anche se ad alta specializzazione come chi lavora per le aziende del made in Italy? Abbiamo bisogno di tornare a investire sul lavoro, attrarre i giovani, con salari più alti, giusti, e luoghi di lavoro piacevoli. Rivedere le condizioni dell'essere umano al lavoro. Altrimenti il problema che avremo non sarà venderei prodotti, ma trovare chi produrrà certi manufatti.
Quando ero un ragazzo il 76% dei diplomati andava a fare l'operaio e poi c'erano impiegati e manager. Ma adesso tra le persone che conosci quanti secondo te faranno l'operaio? Questo è il grande tema e il grande investimento che dobbiamo affrontare. Perché le aziende stanno cercando 500 mila persone e non le trovano».
[…] Tornando al lavoro, lei teorizza che non si debba lavorare più di 7 ore al giorno.
«Non voglio che dopo le 17,30 si sia connessi con l'azienda e nemmeno il sabato e la domenica. Se ti chiedo una connessione perpetua, chiedendoti di rispondere a un messaggio o a una mail ti sto rubando l'anima. E da noi non si può».
In Italia invece c'è il pensiero per cui più stai in ufficio più sei "bravo".
«Io non la penso così. L'obiettivo è lavorare tutti insieme, concentrati, per le giuste ore.
Non ho bisogno di gente stravolta dal lavoro. Poi se ci sono urgenze si lavora, ma non può essere tutta un'urgenza. Non è un modo di lavorare produttivo e nemmeno di soddisfazione».
In queste sue idee sul modo di fare impresa lei ha raccontato che c'entra l'esperienza di suo padre.
«Non posso dimenticare gli occhi lucidi di mio padre umiliato e offeso per la dignità morale ed economica dell'essere umano».
[…] Non vede un rischio nei tanti brand del made in Italy acquistati dai gruppi stranieri, soprattutto francesi?
«In Italia ci sono una miriade di aziende, qualcuno vuole vendere a fronte di tanti soldi, altri non immaginano una successione familiare. I marchi diventano di proprietà straniera ma la manifattura è italiana. Ed è questo l'importante. Io non credo che stiamo perdendo pezzi, è il mondo che diventa sempre più globale».
Parlando di successioni, lei la ha immaginata?
brunello cucinelli con la moglie federica benda
«In azienda lavorano al mio fianco le mie due figlie Carolina e Camilla, e anche i due generi. Io ho affrontato la successione, con un trust, nel 2012, in occasione dell'entrata in Borsa e ho iniziato a preparare famiglia e azienda».
Il lusso diventa sempre più caro, escludente più che esclusivo. Non trova?
«Del lusso fanno parte prodotti esclusivi di grande artigianalità, che puoi lasciare in eredità. Io oggi ho una giacca del 2016».
Ormai però i prezzi sono altissimi, impossibili per la maggioranza delle persone.
«Penso che in certe occasioni i profitti siano troppo alti, dobbiamo riequilibrarci con la qualità del prodotto». […]