Estratto dell’articolo di Antonella Olivieri, Carmine Fotina per “il Sole 24 Ore”
Quattro punti devono caratterizzare l’ingresso dello Stato, con una quota di minoranza, nella Netco che rileverà la rete Tim e Sparkle […]. Lo prevede il Dpcm varato dal Consiglio dei ministri lunedì insieme a un decreto legge che assicura le risorse finanziarie. Il Dpcm […] lega l’operazione alla «definizione di un piano industriale idoneo al conseguimento di potenziamento e sviluppo della rete di telecomunicazioni in fibra ottica». Si specifica che il ministero dell’Economia (Mef) avrà azioni con gli stessi diritti patrimoniali delle altre.
E che l’accordo tra questi dovrà prevedere modalità di governance che consentano il «conseguimento degli obiettivi del piano industriale», adeguati poteri del Mef «di monitoraggio sulla gestione e meccanismi, anche di governance, di presidio» sulle decisione rilevanti per lo sviluppo della società e «in materia di rilevanza strategica e sicurezza nazionale, anche in caso di mutamento della compagine azionaria».
Infine, si autorizza il ministero dell’Economia ad acquisire, anche in una fase successiva rispetto alla rete, l’intero capitale di Sparkle, ipotesi che il Governo prende seriamente in considerazione. Per l’operazione Sparkle, anche nel caso si opti per una quota di minoranza, il decreto legge mette potenzialmente a disposizione 300 milioni, la differenza tra i 2,5 miliardi complessivamente stanziati e i 2,2 miliardi, come limite massimo, che vengono destinati in modo specifico all’ingresso del Mef nel capitale di Netco, con una quota «pari al 15-20%».
I 300 milioni non sono riferiti espressamente a Sparkle, ma all’acquisizione di partecipazioni azionarie in aziende strategiche, tra cui può appunto rientrare la società dei cavi sottomarini. L’intera dote, di 2,5 miliardi, ha già una copertura finanziaria e non deve attendere dunque eventuali stanziamenti in legge di bilancio: si attinge a residui del Patrimonio destinato, gestito da Cdp, che vengono riassegnati al Mef.
Per la ripartizione delle quote nella compagine italiana della Netco si aspetta entro il 30 settembre (quando l’offerta di Kkr dovrà diventare vincolante) la risposta di Cdp se rilevare una quota finanziaria del 3%.
Tim […] avrà invece più tempo per valutare se mantenere un piede nella società della rete – con il 5%-10% – o tagliare del tutto il cordone ombelicale, come vorrebbe il management, per poter cogliere nuove opportunità. Ad ogni modo l’azionariato della Netco vedrà in maggioranza il fondo Usa col 65%, mentre Mef e F2i sono impegnati ad acquisire rispettivamente fino al 20% e fino al 15% del capitale.
[…] La fusione con Open Fiber per dar vita alla “rete unica” è un’eventualità che Kkr prezza nella sua offerta elevandola dalla base di 20 miliardi fino a 23 miliardi. Ma affinché si realizzi è necessario che l’ipotesi superi lo scoglio antitrust. Di fatto Kkr non potrà nemmeno discuterne fino a quando la Netco non sarà diventata operativa e cioè non prima della seconda metà dell’anno prossimo, perché l’acquisizione della rete da parte del fondo Usa dovrà a sua volta passare al vaglio di Bruxelles.
[…] Sul piano occupazionale […] Netco partirà con le risorse di personale e le prospettive che la stessa Tim aveva indicato al Capital market day di un anno fa. Rispetto a un organico in Italia di 40.665 unità (come da ultima semestrale), 20mila sono attribuite alla Netco, destinate a scendere a 15mila nel 2030.
In Tim Enterprise l’organico è previsto in crescita a 5.500 unità rispetto ai 5.300 addetti di fine 2021, mentre più critica appare la situazione di Tim Consumer, dove da 14mila addetti si scenderebbe a 11mila nel 2026. Il tutto da gestire comunque – era stato assicurato – senza ricorrere a esuberi. […]