1 – GERMANIA, L’INDUSTRIA FRENA PAESE IN RECESSIONE NEL 2023
Estratto dell’articolo di Isabella Bufacchi per “Il Sole 24 Ore”
Olaf Scholz e Christian Lindner
Il 2023 è stato un «anno molto difficile per l’economia tedesca», commentavano ieri gli economisti di DZ Bank, un’economia colpita da numerosi fattori interni ed esterni: inasprimento della politica monetaria nell’area dell’euro e, a livello mondiale, crisi energetica e alta inflazione (+5,9% anno su anno), calo dei consumi delle famiglie e del settore pubblico, aumento dei costi per l’industria ad alta intensità energetica e frenata degli investimenti nell’edilizia, meno domanda interna ed esterna e crollo di fiducia delle imprese, crescenti tensioni geopolitiche.
protesta degli agricoltori tedeschi a berlino
Il Pil tedesco nel 2023 ha sofferto di tutto questo e si è contratto dello 0,3%, il primo anno di Pil negativo dalla crisi pandemica del 2020 dopo il +3,2% del 2021 e +1,8% del 2022. Questo stesso calo, lo 0,3%, ha segnato il quarto trimestre dello scorso anno, in base alle stime preliminari pubblicate ieri dall’Ufficio federale di statistica Destatis: un finale d’anno in contrazione che sta già compromettendo l’avvio dell’anno, oscurato dai timori di escalation del conflitto tra Hamas e Israele.
Il grande punto di domanda resta dunque aperto sul Pil 2024: gli economisti tedeschi non sono unanimi nel loro verdetto sull’andamento della crescita o decrescita tedesca. L’anno inizia con un’economia debole e il Pil potrebbe confermare il segno negativo nella prima metà dell’anno e troppo debole il segno positivo nel secondo semestre, colpa dell’aggravante del ripristino del freno sul debito pubblico.
olaf scholz e Christian Lindner
[…] Il 2023 getta comunque un’ombra sulla capacità dell’economia tedesca di rialzare la testa, in tempi cupi per la globalizzazione e il commercio mondiale, per i costi esorbitanti della transizione ecologica e della neutralità climatica programmata per il 2045 in Germania, per le incognite della rivoluzione dell’intelligenza artificiale e della e-mobility.
Il 2023 rischia di diventare uno spartiacque dopo l’era 2012-2022, perché in questi undici anni in cui l’economia tedesca è cresciuta in media dell’1,2% come ha ricordato ieri Destatis, c’è stato solo l’anno pandemico 2020 con Pil in contrazione del 3,8%.
[…] Ieri il capo economista di Commerzbank Jörg Krämer ha confermato una previsione negativa: «il Pil continuerà a contrarsi nel primo trimestre 2024. Prevediamo un’ulteriore contrazione dello 0,3% per l’intero 2024. È preoccupante che l’economia tedesca sia cresciuta a malapena dopo lo scoppio del coronavirus. Si tratta di un fenomeno raro, che ricorda gli anni successivi allo scoppio della bolla del mercato azionario all’inizio del millennio». […]
2 – GERMANIA LA GRANDE MALATA
Estratto dell’articolo di Uski Audino per “La Stampa”
protesta degli agricoltori tedeschi a berlino
Raffiche di vento, zero gradi e fiocchi di neve non abbassano la temperatura della protesta dei contadini davanti alla porta di Brandeburgo, a cui si unisce la solidarietà delle piccole imprese di trasporto e degli artigiani. Sono arrivati in 10.000 – 30.000 per gli organizzatori - con 6000 trattori carichi di rabbia. «Thomas Muentzer sarebbe orgoglioso di voi» è scritto su un cartello che inneggia alle glorie passate delle guerre contadine. Petardi e fumogeni verdi e rossi da curva Sud ci fioccano a un metro dalla testa. Il servizio d'ordine ci invita a spostarci.
protesta degli agricoltori tedeschi a berlino
Fa del suo meglio, ma è difficile tenere a freno il testosterone quando sul palco arriva il ministro delle Finanze Christian Lindner. Un coro di fischi e di «buuu» gli impediscono di parlare. «Vi ascolto» prova a dire il ministro. Ma la folla no, non vuole ascoltarlo. Prova a intercedere per lui il presidente dell'associazione degli agricoltori, il Dbv, Joachim Ruckwied, e Lindner al secondo tentativo riesce.
Cerca di ammansire un uditorio che alterna slogan come «via il semaforo!» (dal nome della coalizione tedesca), «sparisci!» e «noi siamo il popolo» (motto coniato durante la rivoluzione dell'89 ma poi ripreso dall'ultra destra di Afd). Ricorda di essere cresciuto accanto ai boschi, Lindner, di essere un cacciatore, di conoscere il duro lavoro della campagna e di avere rispetto per gli agricoltori. «Condivido la vostra indignazione», dice il ministro che prova ad essere di lotta e di governo, ma «non sarebbe responsabile fare nuovi debiti».
olaf scholz al parlamento tedesco
Il punto è anche questo. La coperta è troppo corta. Dopo lo stop della Corte costituzionale, il governo di Berlino ha bisogno per il bilancio del 2024 di recuperare 15 miliardi, a meno di non rimettere mano alla legge sul "freno al debito" (che prevede di un tetto al debito del 0,35% del Pil), una regola in vigore dal 2011, in un mondo pre-crisi climatica, pre-Covid, pre-guerra in Ucraina, pre-crisi energetica. La legge tuttavia è ancora un totem per molti, di sicuro per i liberali. Metterla in discussione sarebbe rischioso per la tenuta della coalizione.
Il governo quindi chiede a tutti i settori di contribuire. Ai trasportatori e ai piccoli artigiani, per esempio, ha esteso la tassa sui motori a partire dalle 3,5 tonnellate, mentre prima era dalle 7,5 in su. Ma perché ad alzare la voce sono proprio le 263.000 imprese del settore agricolo, il più sovvenzionato del Paese, che beneficia del sostegno di Laender, governo federale e solo dall'Unione europea incassa 7 miliardi di aiuti all'anno?
PAOLO GENTILONI CHRISTIAN LINDNER
«I tagli alle agevolazioni sul diesel per i trattori arrivano dopo decenni di un carico fiscale sproporzionato, che ha fatto morire migliaia di imprese» ci spiega Jana, 36 anni, di una cooperativa agricola.
[…] La manifestazione più grande dall'inizio delle proteste arriva nel giorno della pubblicazione dei dati provvisori sul Pil tedesco, che registrano nel 2023 un -0,3% rispetto all'anno precedente. Soprattutto il settore edilizio e immobiliare sta soffrendo. […]
il ministro tedesco christian lindner nasconde orologio 1 olaf scholz al parlamento tedesco