CON LA RIFORMA DELLE POPOLARI, VENETO ALLE ARMI - L’INOSSIDABILE VINCENZO CONSOLI, BOSS DI VENETO BANCA, USCITO INDENNE DA MOSE E PALLADIO, RIUSCIRÀ ANCORA A RESPINGERE L’ATTACCO DELLA POP VICENZA DI ZONIN?

In Veneto il risiko delle Popolari avrà come principale scenario le due banche: da un pezzo che Zonin le prova tutte per prendersi Veneto Banca, ma Consoli è un osos duro: sarà la volta buona?...

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Da Repubblica.it

 

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Il Governo Renzi vara la riforma delle Popolari e la Borsa applaude. La misura porterà alla trasformazione delle dieci banche popolari in società per azioni, e molti attendono di conoscere la posizione dei singoli istituti, a partire dalla Banca d'Italia; intanto, chi approva è il mercato che sta comprando a mani basse azioni della banche coinvolte nel riassetto. Volano dunque i titoli: maglia rosa alla Popolare Etruria e Lazio (+27,28%), davanti alla Popolare di Sondrio (+11,2%) e al Creval (+10,9%). Tra i big il Banco Popolare (+9,8%) precede Bpm (+3,6%), Bper (+3,2%) e Ubi (+3%).

Secondo le indicazioni del premier, che ha previsto l'abbandono del sistema capitario per le banche cooperative con attivi superiori agli 8 miliardi, le popolari che si trasformeranno in Spa sono sette quotate a Piazza Affari e tre no. Nel dettaglio si tratta di Ubi Banca, Banco Popolare, Bpm, Bper, Creval, Popolare di Sondrio e Banca Etruria, restano invece fuori dal listino la Popolare di Vicenza, Veneto Banca e la Popolare di Bari.

Dalle ricostruzioni del testo di legge, si avrebbe un drastico abbassamento delle soglie necessarie per approvare in assemblea la trasformazione delle banche popolari in società per azioni o la loro fusione. Radiocor riporta che l'articolo relativo alle banche popolari (il primo di un provvedimento che ne contiene complessivamente otto) è articolato in due commi, il primo dei quali è a sua volta dettagliato in cinque punti distinti.

L'abbassamento delle maggioranze assembleare è una delle modifiche apportate al Tub, il Testo unico bancario. Il provvedimento prevede, per la trasformazione di popolari in spa o per fusioni "a cui prendano parte banche popolari e da cui risultino società per azioni", per l'assemblea in prima convocazione la maggioranza dei due terzi dei votanti a patto che "in assemblea sia rappresentato almeno un decimo dei soci della banca", mentre per la seconda convocazione (quella che conta davvero dato che le assemblee delle popolari si costituiscono solo in seconda convocazione) la semplice maggioranza dei due terzi dei votanti, senza nessun'altra limitazione.

Attualmente il Tub lasciava di fatto il compito di fissare queste maggioranza agli statuti delle banche, che in casi come questi prevedevano quasi sempre soglie più elevate. Per la Bpm, ad esempio, le fusioni al momento devono essere approvate dai due terzi dell'assemblea "ma in nessun caso da meno di 500 voti" e la trasformazione in spa da almeno "un settimo dei soci aventi diritto di voto".

Novità anche in tema deleghe. E anche in questo caso si spazzano via anni di discussioni: ora si impone alle Popolari di dare ai soci tra le 10 e le 20 deleghe. Il punto "3" della lettera "d" del primo comma del decreto recita infatti: "Gli statuti delle banche popolari determinano il numero massimo di deleghe che possono essere conferite a un socio; in ogni caso, questo numero non è inferiore a 10 e non è superiore a 20". In alcuni casi si era arrivati a cinque, mai sopra.

Maggiori poteri sono affidati a Bankitalia, che potrà limitare il diritto al recesso dei soci delle banche popolari, "anche in deroga a norme di legge". "Nelle banche popolari il diritto al rimborso delle azioni nel caso di recesso - recita la lettera "a" del primo comma dell'articolo -, anche a seguito di trasformazione, morte o esclusione del socio è limitato secondo quanto previsto dalla Banca d'Italia, anche in deroga a norme di legge, laddove ciò sia necessario ad assicurare la computabilità delle azioni nel patrimonio di vigilanza di qualità primaria della banca.

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Agli stessi fini", via Nazionale "può limitare il diritto al rimborso degli altri strumenti di capitale emessi". Quanto ai tempi di adeguamento da parte delle banche, il testo specifica che ci saranno 18 mesi da quando Bankitalia avrà stabilito i dettagli tecnici del caso: significa qualcosa in più dei 18 mesi finora indicati, visto che bisogna dar tempo a Palazzo Koch di lavorare.

Entro due mesi il decreto del governo dovrà essere approvato dal parlamento. E per gli analisti della sim Equita grazie a questa mossa è prevista "un'accelerazione del consolidamento" del sistema bancario così come auspicato dal governo. "E' difficile pensare a poison pill in grado di ridurre la contendibilità - scrivono in un report -. Una parziale contromossa potrebbe essere il voto multiplo e la ricerca di soci strategici. Non escludiamo aggregazioni che coinvolgano più di due soggetti (Bpm, Bper, Creval e o Banco) con la creazione di due superpopolari che facciano capo ad Ubi e Bpm".

Al tempo stesso, sottolineano gli esperti, "cresce l'incentivo a costruire noccioli duri di azionisti. Aumentano i compratori marginali sui titoli delle popolari. Rispetto a precedenti processi di consolidamento aumenta l'incentivo a generare valore in chiave difensiva quindi ci attendiamo maggiore focus su sinergie da costo. La nostra stima di impatto positivo sugli utili di settore del 22% al 2016 derivante da risparmi del 9,4% sulla base costi complessiva potrebbe essere conservativa. Operazioni di portata più grande presentano più execution risk ma anche maggiore potenziale di estrazione di sinergie".

 

 

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