SE NON SONO MANETTE, SONO MONETE - MUSSARI ARRIVA IN PROCURA PER L’INTERROGATORIO E VIENE ACCOLTO DA UNA PIOGGIA DI MONETINE E GRIDA “LADRO”, “BUFFONE” - I PM VOGLIONO SENTIRE ANCHE LA VERSIONE DI ‘’BOTTINO’’ BOTIN, E CAPIRE COME PUÒ GIUSTIFICARE QUEL SOVRAPPREZZO DA 3 MILIARDI PER ANTONVENETA - VISTO CHE SI È RIFIUTATO DI VENIRE A SIENA, I MAGISTRATI VOLERANNO PRESTO IN SPAGNA…

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VIGNETTA MANNELLI DAL _FATTO_ - MUSSARI E LA BANDA DEL 5%VIGNETTA MANNELLI DAL _FATTO_ - MUSSARI E LA BANDA DEL 5%

1 - MPS: MUSSARI IN PROCURA A SIENA, LANCIO MONETINE E URLA ''LADRO''
(ASCA) -
Un lancio di monetine e le urla ''ladro'' e ''buffone''. Cosi' e' stato accolto l'ex presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena al suo arrivo in procura dove e' stato convocato dai pm che indagano su banca Mps. Mussari e' stato 'circondato' da operatori e fotografi mentre davanti l'ingresso del palazzo di giustizia erano presenti alcune persone, circa una decina. Proprio da questo gruppetto sono partite le urla e il lancio di alcune monetine contro l'ex presidente del Monte. Mussari e' arrivato al Palazzo di Giustizia poco prima delle 12:00, a bordo di una Audi.

MUSSARI IN PROCURA medium To cro resizeMUSSARI IN PROCURA medium To cro resize

A differenza di 10 giorni fa e' entrato a piedi, dalla porta principale. E' stato subito attorniato da operatori e fotografi e un cameraman e' stato anche travolto nella ressa. L'ex numero uno di Rocca Salimbeni e' atteso dai Pm Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso. Dieci giorni fa si era avvalso della facolta' di non rispondere, per l'assenza di uno dei suoi legali Tullio Padovani. Ai cronisti che gli chiedevano se oggi rispondera', l'avvocato Fabio Pisillo non ha risposto. Mussari e' indagato falso in prospetto, concorso in ostacolo alle autorita' di vigilanza, manipolazione del mercato.

EMILIO BOTINEMILIO BOTIN

2- LA VERSIONE DI BOTIN, I PM VERSO MADRID
Fabrizio Massaro per il "Corriere della Sera"

La procura di Siena non rinuncia a conoscere la versione di Emilio Botin, numero uno del Santander, il grande assente nell'inchiesta sull'acquisizione di Antonveneta da parte di Mps. I pm Giuseppe Grosso, Antonino Nastasi e Aldo Natalini nei prossimi giorni potrebbero volare in Spagna, forse a Madrid, per raccogliere la testimonianza del presidente del colosso iberico che nel novembre 2007 vendette in contanti per 9 miliardi, con una plusvalenza di 3 miliardi, la banca Antonveneta a Mps appena tre mesi dopo averla conquistata nella scalata ad Abn Amro.

È da settimane che i magistrati puntano a Botin: era stato convocato per fine gennaio ma il banchiere ha fatto sapere di non essere disponibile. Così, non potendo ordinare l'accompagnamento coatto di un testimone dall'estero, saranno i magistrati a recarsi in Spagna.

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L'audizione di Botin sarà quanto mai interessante perché arriverà dopo l'interrogatorio di oggi di Giuseppe Mussari. Indagato per associazione a delinquere, ostacolo alla vigilanza, falso in prospetto, manipolazione del mercato e difeso dagli avvocati Fabio Pisillo e Tullio Padovani, l'ex presidente di Mps dovrà rispondere su Antonveneta e sulle operazioni successive per rafforzare il patrimonio della banca - tra le quali l'ormai famoso prestito obbligazionario «Fresh» da 960 milioni con Jp Morgan - e i contratti derivati che sarebbero serviti a mascherare perdite nel bilancio, come «Alexandria» e «Santorini». Il 4 febbraio si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire le ragioni che la notte del 7 novembre 2007 spinsero Mussari a rilanciare di un miliardo per superare una presunta proposta alternativa da 8 miliardi di Bnp Paribas. A svelare i retroscena è stato il banchiere di Rothschild Alessandro Daffina, che assisteva gli spagnoli e a fine agosto di quell'anno prospettò a Mussari l'affare. Botin peraltro - ha raccontato Daffina - riuscì a imporre a Mussari di pagare in contanti, di non effettuare «due diligence» (verifiche approfondite) e di pagare gli interessi (230 milioni) sul periodo tra l'accordo e la firma definitiva del 30 maggio 2008.

MARCO PARLANGELIMARCO PARLANGELI

L'onere per Mps si rivelerà alla fine di 19 miliardi, secondo il nucleo valutario della Finanza, perché Mps subentrerà nelle linee di credito accese da Abn ad Antonveneta, e lo farà anche con un prestito di 5 miliardi ottenuto proprio dal Santander.
Fra i testimoni ascoltati sull'argomento, anche l'ex direttore generale della Fondazione Mps, Marco Parlangeli, che ha raccontato soprattutto il ruolo dell'ente nella trattativa e nel reperimento delle risorse.

Parlangeli avrebbe anche ricostruito il quadro delle integrazioni tentate da Mps con Bnl, Sanpaolo-Imi, Banca Intesa, lo stesso Santander e poi con la spagnola Bbva. La Fondazione, secondo il racconto di Parlangeli, seppe della trattativa con Santander pochi giorni prima dell'annuncio, insieme con l'informazione che l'acquisto sarebbe avvenuto in contanti.

jp morganjp morgan

In quel periodo la Fondazione aveva incaricato un advisor per le operazioni strategiche della banca: Jp Morgan. Il colosso Usa curerà poi l'emissione e il collocamento del «Fresh» da parte di Mps, sottoscritto dalla Fondazione per 490 milioni (indirettamente attraverso dei derivati «Tror» con Credit Suisse e Mediobanca) ed è uno dei tre istituti che valutarono l'operazione Antonveneta accanto a Credit Suisse e Leonardo (che rilasciarono una «fairness opinion»).

A Jp Morgan la fondazione riconoscerà nel 2008 una «incentive fee» di un milione per aver strutturato una operazione (appunto il «Fresh») che consentiva all'ente di non diluirsi sotto il 51% di Mps. Il faro si sposta dunque anche sul doppio ruolo - verso la banca e verso la Fondazione - di Jp Morgan, che nel 2011 curò anche l'aumento di capitale di Mps da 2,2 miliardi e il nuovo debito da 600 milioni per la fondazione (che ha affossato l'ente). Non a caso ieri a Milano un top manager di Jp Morgan è stato sentito come persona informata sui fatti dal pm Grosso.

 

 

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