DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - “GREEDFALL” È UN GIOCO DI RUOLO D’AZIONE FRANCESE PER PLAYSTATION 4, XBOX ONE E PC, UNA PRODUZIONE NON COLOSSALE CHE RESTITUISCE TUTTAVIA UNA VISIONE GRANDIOSA DI AVVENTURA E SCOPERTA CHE HA COME ORIZZONTE TEMATICO IL COLONIALISMO, CON TERRE REMOTE OCCUPATE IN MAGICI SPAZI DA SOGNO, NEL LUOGO DOVE L’UTOPIA AVREBBE POTUTO TROVARE UNA SUA REALIZZAZIONE - VIDEO

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Federico Ercole per Dagospia

 

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Sembra che la città stia scivolando verso il mare, sciogliendosi sotto le nubi grigie di un cielo tempestoso come la carcassa di una medusa spiaggiata che la risacca trascina lentamente, onda dopo onda, nelle acque. C’è ancora traccia di un’antica bellezza, di una marinara solennità, sulle facciate dei palazzi e degli edifici, tra le strade, i vicoli e i viali. Ma tutto nella città appare vecchio, quasi morto. C’è un morbo che si sta diffondendo, una peste che marchia i malati di affascinanti bubboni che sembrano elaborati e raffinati tatuaggi finché non divorano il corpo e lo spirito. Il vecchio mondo si sta estinguendo, la speranza è lontano, oltre l’oceano, in una nuova terra appena colonizzata, l’isola di  Teer Fradee.

 

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E’ in questa città portuale, dipinta con un un pittorico gusto per la decadenza, che muoviamo i primi passi nel corpo numerico del protagonista personalizzabile di Greedfall, gioco di ruolo d’azione francese di Spiders distribuito da Focus Home Interactive per Playstation 4, Xbox One e PC, una produzione non colossale che restituisce tuttavia una visione grandiosa di avventura e scoperta, un’opera da non sottovalutare sebbene rischi di essere dimenticata tra le tante e troppe uscite videoludiche di settembre.

 

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Dopo una decina di ore di gioco, tra missioni secondarie e principali pensate per comporre un racconto non banale, solo a tratti superficiale, ma senza dubbio efficace nell’edificare una promettente cornice narrativa, finalmente le vele di un grande nave vengono issate e partiamo per Teer Fradee, dove l’avventura avrà davvero inizio.

 

IL COLONIALISMO IMMAGINARIO

Il colonialismo, orizzonte tematico di Greedfall, è un argomento che meriterebbe anche nei videogame un approfondimento diverso da quello superficiale offerto dal gioco in questione, sebbene talvolta, tra le parole dei suoi personaggi, nelle opzioni di risposta offerte dai dialoghi, emergano considerazioni socio-politiche appena accennate ma comunque stimolanti un pensiero critico.

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Oltre l’importanza critica di una questione storica della portata del colonialismo, che in Greedfall non raggiunge mai uno spessore accademico, nel videogame di Spider è tuttavia interessante come questo argomento venga trattato in chiave fantastica. E’ come se nell’isola di Teer Fradee si materializzasse l’immaginario popolare che animava le genti e gli artisti dell’epoca delle colonie nel nostro mondo, trasformando le remote terre occupate in magici spazi da sogno, nel luogo dove l’utopia avrebbe potuto trovare una sua realizzazione.

 

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A Teer Fradee i mostri favolosi che riempirono i bestiari ai tempi dei primi esploratori e dopo la colonizzazione delle Americhe, sono veri, esistono: pseudo-alberi che camminano, draghi e bestie immense. E’ vero che già il mondo di Greefall è d’ideazione fantasy, con la sua magia e i suoi miracoli, ma non è così lontano dal nostro per i rapporti tra poteri politici e religiosi, o per le guerre tra gli imperi. Quindi malgrado il discorso politico e storico di Spider non si trasformi mai in una vera analisi dal valore propedeutico sull’argomento del colonialismo, sono invece davvero degne di nota le riflessioni sugli immaginari nati dalla conquista di terre prima sconosciute.

 

LA GRANDEZZA DEL MEDIO

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Greedfall non è certo un capolavoro, perché oltre le musiche composte con la solita lirica e ispirazione da Olivier Deriviere (Remember Me, A Plague Tale) e l’idea artistica che traspare dagli scenari e dal disegno di personaggi e creature, non eccelle in nulla ed è inoltre penalizzato da animazioni che trasformano il protagonista in un burattino con dei problemi alle giunture delle sue membra di legno. Ma...

Considerato nel suo insieme di videogame, Greedfall permane una grande e appassionante esperienza d’azione ruolistica, uno di quei giochi da considerare mediocri solo se comparati ai (rari) capolavori del loro genere, spesso sviluppati con budget assai più alti. Greedfall è una produzione “media” non un gioco mediocre.

 

I combattimenti sono tattici e divertenti anche se non troppo spettacolari nella loro alternanza tra armi bianche, da fuoco e magia. La salita di livello consente una non comune personalizzazione del proprio personaggio non risultando troppo ostica. Le scelte etiche possono avere esiti drammatici, permettendo una riflessione ludica sui propri valori morali e andando ad intaccare l’evoluzione della narrazione, in maniera non drastica ma comunque sensibile.

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L’esplorazione è appagante, proprio per il già citato valore artistico e pittorico delle ambientazioni e per la vastità sorprendente e varia, mai monotona, dei luoghi da visitare. I personaggi non-giocabili con i quali possiamo interagire hanno un carisma che li rende amabili o odiabili, rimanendo impressi nella memoria, provocando un’emozione. La cornice fantastica è costruita con coerenza e si espande anche attraverso missioni secondarie non pedisseque.

 

DA NON SOTTOVALUTARE

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Non lasciate che Greedfall, redenzione ludica e artistica di Spiders dopo il brutto Bound By Flame, permanga nello scaffale infernale dei giochi sottovalutati, sui quali la critica più superficiale o solo polemica rischia di relegarli.  Oltre ad essere un’esperienza da provare per chiunque ami i giochi di ruolo d’azione, Greedfall rappresenta un modello produttivo che va premiato, in un’industria vieppiù manichea nel differenziare opere dal budget piccolissimo oppure miliardario.

 

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Insomma se siete in cerca di un’avventura lunga e misteriosa, cruda, dalla difficoltà selezionabile in base alla vostra abilità e il vostro tempo, che vi precipiti in un universo fantastico originale e se non temete qualche sbavatura tecnica, allora Greedfall è un viaggio verso il Nuovo Mondo che vale la pena di intraprendere. 

 

 

 

 

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