paolo cognetti vinctore del premio strega (7)
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Emilia Costantini per il Corriere della Sera
Previsioni confermate. La 71ª edizione del Premio Strega è stata vinta da Paolo Cognetti con 208 voti, per il suo Le otto montagne .
Gli occhi lucidi, ringrazia: «Sono arrivato fin qui, ma so da dove arrivo: dalla mia prima casa editrice minimum fax e ora la splendida Einaudi che mi ha portato fino a qui. E voglio salutare e ringraziare i miei amici montanari. Viva la montagna!». Poi tracanna lo Strega.
Anzi, lo scrittore milanese ha stravinto su diversi fronti: aveva infatti già conquistato lo Strega giovani e, quando aveva ricevuto il premio dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, si era quasi commosso, dicendo che, quando sognava di fare lo scrittore, aveva la stessa età dei ragazzi che lo avevano votato.
Poi ieri sera ha vinto anche lo Strega Off, la novità di quest' anno che si è svolta parallelamente nel Giardino di Monk (area verde della Capitale), con il 57% dei voti, calcolati tra riviste, blog letterari e i presenti alla serata aperta a tutti.
fulvio abbate dario buzzolan alessandro giuli luisella costamagna
Secondo posto, con ampio distacco, per Teresa Ciabatti, 119 voti, con La più amata (Mondadori, stesso gruppo editoriale del primo classificato), titolo che non le ha portato fortuna. Al terzo posto Wanda Marasco, 87 voti ( La compagnia delle anime finte , Neri Pozza); poi Matteo Nucci, 79 voti ( È giusto obbedire alla notte , Ponte alle Grazie); quinto Alberto Rollo,52 voti ( Un' educazione milanese , Manni).
claudio lotito clemente mastella
Dice il vincitore: «La mia è una storia di padri e figli, di abbandono della civiltà, di libertà della vita selvatica. Ho sempre avuto il ricordo di una grande felicità vissuta da bambino tra i boschi. Qualunque cosa sia il destino abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa». Poi aggiunge: «Sono molto critico nei confronti dell' eccesso di comunicazione che viviamo oggi e trovo maggiore profondità in cose diverse dai social. Non sono un eremita, ma ho due anime: una che ha a che fare con la vita nelle metropoli, l' altra che mi spinge verso la solitudine di certi paesaggi».
l eleganza di philippe daverio (1)
Tutti e cinque i romanzi prendono forza dal luogo dove sono ambientati.
Dice Nucci: «Il mio racconta un' umanità marginale, nei recessi del fiume Tevere». E la Ciabatti, che lo ambienta a Orbetello: «Ho scritto questo libro per capire chi era veramente mio padre». La Marasco: «Ho usato Napoli, che simboleggia la grande madre». Rollo: «Milano mi ha insegnato la decenza, il rigore, l' attaccamento al lavoro».
Faceva caldo, ieri sera al Ninfeo di Villa Giulia, dove lo Strega è tornato dopo la trasferta, molto criticata, dell' anno scorso all' Auditorium Parco della Musica fatta per celebrare i 70 anni del prestigioso riconoscimento letterario. Afa incombente, umidità a mille. I soliti tavoli, la solita ghiaia su cui le signore con tacchi a spillo hanno qualche difficoltà a deambulare, ecco il solito buffet, la solita calca. Qualche volto noto, qualche attore, qualche regista, ma mancava il ministro Dario Franceschini: avrebbe disertato la serata per schivare domande scomode sulla direzione del Pd, dove aveva litigato con Renzi.
giuseppe di piazza paolo mieli con la figlia oleandra
Lo Strega è il fiore all' occhiello del mondo letterario e gli effetti commerciali della gara sono importanti: la vittoria comporta la ghiotta prospettiva di un incremento del 500 per cento di copie vendute. Una rassicurante conferma, ma anche parecchie novità. Innanzitutto per la prima volta mancava Tullio De Mauro, storico presidente scomparso nel gennaio scorso, che è stato ricordato ieri sera con un filmato. Per la prima volta un nuovo presidente, Giovanni Solimine che ha allargato la giuria a 660 addetti ai lavori, presieduta dal vincitore della passata edizione Edoardo Albinati.
Duecento voti sono arrivati infatti da 20 istituti di cultura italiani all' estero, tra i quali mancavano quelli «pesanti» di Parigi, Londra o New York, ma sono entrati, tra gli altri, quelli di Bruxelles, Tirana, Zagabria: i votanti sono stati selezionati (segretamente) tra intellettuali, italianisti, esperti vari. All' elenco «allargato» si aggiungono gli elettori delle librerie indipendenti e 15 circoli di lettura delle Biblioteche di Roma.
L' intento è di ampliare le categorie per essere «sicuri di scegliere il libro più trasversale» assicura il neo presidente: con questa riforma, forse, ha vinto una maggiore apertura all' imprevedibilità del vincitore, rispetto al solito controllo delle case editrici, col solito giro di telefonate agli Amici della Domenica».
La serata è stata presentata e condotta su Rai3 dalla giornalista Eva Giovannini. A proposito degli sponsor, alla vigilia della finale, uno dei finalisti, Nucci si era rifiutato di partecipare all' iniziativa di una nota marca di automobili, che aveva chiesto agli autori della cinquina di scrivere un racconto sul tema «Uomo Macchina Ambiente». «Sono allibito - era andato giù duro lo scrittore -. Non ho auto, non ho televisioni, scrivo per chi ha voglia di leggere».
Ma Solimine aveva commentato: «Trovo curioso che si faccia questo genere di contestazione dato che siamo in un premio intitolato a una nota marca di liquore. Potrei allora aspettarmi, prima o poi, che un futuro vincitore strappi l' etichetta mentre tracanna la bottiglia». Ieri sera non è successo.
2. TERESA CIABATTI SCONFITTA AL PREMIO STREGA. MOLTI ESULTANO PER LA "NON VITTORIA" E MELISSA P LA DIFENDE
Giuseppe Fantasia per www.huffingtonpost.it
Premio Strega edizione numero settantuno, the day after. La vittoria di Paolo Cognetti (208 voti con "Le otto montagne", Einaudi) ha confermato la certezza di una vittoria di cui eravamo in molti ad esserne a conoscenza, ma non ha placato gli animi. Di chi? Delle tante, troppe, persone che hanno esultato per la "non vittoria" della scrittrice Teresa Ciabatti, arrivata seconda con 119 voti con il suo romanzo "La più amata" (Mondadori). Già al Ninfeo, ieri sera, pensando di non essere visto, c'è stato chi ha esultato e i "festeggiamenti" sono continuati anche sui social network
paolo mieli con la figlia oleandra
Immediate le reazioni degli amici più cari della Ciabatti, per lo più giornalisti, artisti e scrittori, che hanno subito preso le sue difese, anche perché – questo lo diciamo noi – tutto questo accanimento nei suoi confronti, iniziato mesi fa già prima della Cinquina, è alquanto incomprensibile.
"Sulla mia bacheca c'è più gente che esulta per la non vittoria di Teresa Ciabatti che per la vittoria di Paolo Cognetti", scrive sul suo profilo Facebook Melissa Panarello, meglio conosciuta sotto lo pseudonimo di Melissa P, che anni fa divenne un vero e proprio caso editoriale (anch'esso soggetto a molte critiche) con il suo bestseller da un milione di copie "Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire".
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"Il che, in poche parole, fa capire quanto quella di Teresa sia tutt'altro che una sconfitta" - precisa – "e soprattutto fa capire che non state bene per niente. "In Italia si invidia sempre il successo e non si esalta, mentre invece la sconfitta diventa alibi per andare addosso agli altri", commenta un altro utente, "è una perfetta descrizione del disgusto", aggiunge un altro.
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione", recita il primo comma dell'articolo 21 della Costituzione Italiana, dedicato al diritto di critica, ma la stessa, come il diritto di cronaca, "deve poggiarsi su un fatto vero o collettivamente riconosciuto", ma – soprattutto – "deve essere fatto con un linguaggio non offensivo e immorale, senza mai sfociare in ingiurie, contumelie ed offese gratuite o trascendere in attacchi personali diretti a colpire sul piano individuale la figura del soggetto criticato". Cosa che è stata fatta, invece, in questo caso.
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Polemiche a parte, Teresa Ciabatti dopo la proclamazione del vincitore ha dichiarato di essere felice per la vittoria del suo "avversario", si è complimentata con lui ed ha partecipato alla cena in suo onore organizzata dalla casa editrice Einaudi sulla terrazza della Galleria Nazionale, ai Parioli. In molti l'hanno abbracciata e in tantissimi – a cominciare da Carlo Carabba, responsabile della narrativa italiana della Mondadori – si sono congratulati con lei che a differenza di quanto si possa pensare, ha confermato di essere "La più amata".
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