Foto di Francesco Cocco
DAGOREPORT
Cinquecento e passa imprenditori, manager e accademici in sala, qualche politico (avvistato Stefano Parisi), l'Istituto Bruno Leoni ogni anno organizza la sua cena annuale con l'intento di lenire la solitudine dei liberisti.
Scopo dichiarato è l'assegnazione del Premio Bruno Leoni, quest'anno attribuito al dissidente venezuelano Leopoldo Lopez che non ha potuto ritirararlo di persona: condannato a tredici anni di carcere per aver organizzato una manifestazione di piazza contro Maduro, oggi è ai domiciliari e non può comunicare col mondo.
La moglie Lilian Tintori ne aveva preso il testimone, diventando una popolarissima attivista politica. Neanche lei è potuta venire a Milano: Maduro le ha requisito il passaporto. C'erano il padre e la madre, Leopoldo sr e Antonieta. Durante la serata, madrina la giornalista Didi Leoni, figlia di Bruno cui l'Istituto è dedicato, Leopoldo sr ha preso la parola per un discorso commovente, con tanto di lunghissimo applauso e standing ovation.
Un momento di solidarietà umana e politica per i liberisti, di solito considerati animali a sangue freddo, come finanzieri e imprenditori presenti in forze: da Marco Tronchetti Provera a Victor Massiah di UBI, da Paolo e Marco Rotelli del Gruppo San Donato al Vicepresidente di Telecom Giuseppe Recchi, dal re dei formaggi Roberto Brazzale (appassionati liberista e indipendentista veneto) a Paolo Bertoluzzo, ex Vodafone ora a Nexi, e Enrico Falck, ai banchieri Foglia.
A tavola si parla della tragedia venezuelana, moltissimo di Bitcoin con giovanissimi neo-ricchi grazie ai recenti rialzi, di politica ovviamente. C'è l'ex sindaco Albertini che fa le imitazioni, gli assessori lombardi Aprea e Gallera che applaudono con convinzione, Leo Miglio, fisico e figlio di Gianfranco, una agguerritissima pattuglia di venezuelani d'Italia venuti ad applaudire il loro eroe. Il Premio Nobel Vargas Llosa, che il Premio Bruno Leoni lo ha vinto tre anni fa, non fa mancare un saluto video (https://www.youtube.com/watch?v=aijSLCMuWpA).
Gli onori di casa li ha fatti Franco Debenedetti, amatissimo presidente di questa ridotta di liberali intransigenti che durante l'asta, organizzata per finanziare lezioni di economia gratuite nelle scuole superiori, offrono fino a 2800 euro per una prima edizione dei "Principii di scienza delle finanze" di Luigi Einaudi.
E' un lunedì sera e il pubblico di professionisti si dilegua presto. Ma fra ricchi signori e vecchie glorie, non mancano le facce giovani: ricercatori alle prime armi, studenti bocconiani e non, arringati da Oscar Giannino, qui un idolo incontrastato, tengono aperto l'open bar a oltranza. Il solco della linea politica è tracciato da cravatte sgargianti e gadget eccentrici: la carta igienica che dichiara "Me limpio el culo con el capitalismo, por que con el socialismo no se puede", le mie prigioni venezuelane di Lopez stampate da Marsilio. Tentativo spericolato: essere liberisti, ma non noiosi.
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