la serie supersex su rocco siffredi

LA BERLINO DEI GIUSTI - E’ SBARCATO A BERLINO “SUPERSEX”, ATTESISSIMA SERIE NETFLIX DEDICATA ALLA VITA E ALLE OPERE DI ROCCO SIFFREDI, INTERPRETATO QUI DA UNO STREPITOSO ALESSANDRO BORGHI - MAGARI NON PIACERÀ AI DOTTI ESPERTI DEL PORNO STORICO, MA PER GLI SPETTATORI IN CIABATTE FUNZIONA BENISSIMO: BORGHI RIESCE A DIVENTARE SIFFREDI E A DARGLI QUELL’ASPETTO MALSANO, SDOPPIATO, DI CHI NON SA COME GESTIRE IL PROPRIO POTERE, A COMINCIARE DAL PROPRIO CAZZO… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

alessandro borghi supersex 3

“Tu Rocco, tu mio fratello, hai il cazzo più grande del mondo!”. Ci siamo. E’ sbarcato a Berlino “Supersex”, attesissima serie Netflix (esce il 6 marzo) dedicata alla vita e alle opere della nostra maggiore star del porno, Rocco Siffredi, interpretato qui da un strepitoso Alessandro Borghi, che riesce a cogliere in pieno la complessità e l’essenza di un personaggio per nulla facile da decifrare. Anche perché vittima, come John Holmes, di una popolarità e di una messa a nudo totale, che si è costruito con decine, centinaia, di scopate davanti alla macchina da presa con partner di ogni tipo e l’esibizione continua del proprio cazzo come parte recitante (lo vedremo, sì, alla quarta e quinta puntata).

 

alessandro borghi supersex 2

In contraddizione, quindi, con la prima regola che una serie da mostrare in tutto il mondo non può infrangere, cioè girare le scene di sesso come un vero hard coi genitali in vista. In mano alla ricca produzione di Matteo Rovere e Lorenzo Mieli, alla regia divisa tra Rovere, Francesca Mazzoleni e Francesco Corazzini, alla sceneggiatura, molto personale, di Francesca Manieri, alla fotografia di Daria D’Antonio, almeno nelle prime tre puntate presentate a Berlino, su sette totali, mi sembra che si sia puntato quindi a un biopic che inserisce attentamente il personaggio di Rocco Tano, che diventa Rocco Siffredi (come un personaggio di “Borsalino”) solo col porno, all’interno delle dinamiche familiari in quel di Ortona negli Abruzzi (ricostruita a Palestrina), e poi nel mondo marcio dei locali malfamati parigini degli anni ’80.

alessandro borghi supersex 1

 

La chiave ideata dalla Manieri, soprattutto per i primi episodi, come ben spiega il titolo con la sua doppia valenza, è la coscienza della propria potenza sessuale nei primi anni eroici del porno in Italia, “Supersex” era un giornaletto hard con Gabriel Pontello sempre o quasi in erezione, e il sentirsi una sorta di supereroe. “Ogni bambino ha un supereroe”, racconta Rocco nel primo episodio, “Il mio si chiamava Supersex e aveva il potere del sesso”.

 

supersex 2

Attorno a questo potere del sesso, con tutta la violenza maschile che questo comporta, ruota pure, e si capirà meglio nelle puntate successive, lo scontro/incontro col femminile, sia questo la figura della madre, delle tante fidanzate possibili, sia soprattutto dell’eroina, la martoriata Lucia, Jasmine Trinca, la donna dell’amato fratellastro malavitoso Tommaso, Adriano Giannini, che per Rocco incarna tutte le donne.

 

alessandro borghi supersex 2

Ma già nella prima puntata ci rendiamo conto che l’intera serie, per essere accettabile oggi a un pubblico non di soli pipparoli, deve diluire il potere del cazzo di Rocco, tutto al maschile, con lo scontro continuo con Lucia e le altre, cioè col femminile (“I vostri cazzi mi hanno prosciugato l’amore”, “Non puoi levare il potere dal sesso”, “Tu col tuo cazzo stai distruggendo le persone che ti amano”). Passando quindi dal cinema di supereroi malati col cazzo dritto al mélo. Confondendo spesso i piani.

 

Nelle prime puntate però, come un supereroe, Rocco fin da bambino ha delle prove da affrontare e delle conquiste che lo renderanno più forte sempre e solamente legate al sesso. Al punto che si sentirà quasi arrivato, come ha sempre raccontato nella realtà, solo quando, alla fine del suo primo film hard, si esibisce di fronte ai veterani dell’hard, il suo maestro Gabriel Pontello e Christopher Grosso, tirando fuori l’arnese e regolando la sua venuta a comando sulla tavola di un ristorante.

 

supersex 9

Se nella prima puntata, diretta da Rovere, seguiamo Rocco bambino a Ortona alle prese con una famiglia composta di soli figli maschi, compreso il fratellastro Tommaso, che inizierà qui la lunga e complicata storia con la bella del paese, Lucia, vero amore anche di Rocco da quando le vede la figa, diventando per lui la sessualità femminile, ma anche il desiderio femminile e l’unica donna impenetrabile, nella seconda lo seguiamo a Parigi, sempre dietro al fratello e a Lucia, e solo nella terza entriamo in contatto con l’industria del porno, coi primi film di Riccardo Schicchi, un sempre bravo Vincenzo Nemolato, e la stella nascente Moana, l’inedita Gaia Messerklinger.

supersex 8

 

E’ proprio davanti al manifesto gigante di “Fantastica Moana”, una scena che Schicchi media da “Le tentazioni del dottor Antonio” di Fellini, con Pontello che vede una Moana gigantesca uscire fuori dalla carta, che tocchiamo davvero il cinema e l’immaginario, pur poverissimo, del primo porno italiano. Con tutte le buffe dichiarazioni artistiche di Schicchi detto però senza l’ironia del vero Schicchi (“Non cerco cazzi duri e buchi, cerco la forza rivoluzionaria dell’eros”).

 

supersex 5

Se dalla quarta puntata in poi entreremo nel pieno del mondo del porno senza perdere mai di vista il mélo e la costruzione un po’ da pamphlet femminista, un pamphlet che condivido, della Manieri, sul cazzo di Rocco e il suo potere nei rapporti con le donne, nelle prime tre il meccanismo narrativo è più legato al gioco della crescita del supereroe e delle sue sfide con l’altro sesso. C’è la fidanzatina musicista, Jade Pedri, e la prima scopata di Rocco, difficile, c’è la prima pompa a Pigalle col fratello dalle battute terribili, “Fai piano co’ sti quattro denti”, c’è il tentativo di entrare nel porno rovinato da una scopata sbagliata per colpa delle “arrizzacazzi” della produzione che lo hanno spompato.

supersex 6

 

La sceneggiatura della Manieri, malgrado qualche battuta un po’ retorica (“Il mio potere mi portava nel cuore pulsante della vita organica” – “Ogni potere è un enigma”), alle quali preferiamo le battute più machiste di Giannini (“Parigi, attaccate a lu cazzo!”) o del paese (“Le zoccole si mangiano il cuore de li uomini e sputano li scarti nel mondo”), per non parlare dell’incontro col mitico Franco Caracciolo, già gay parodistico della commedia sexy (“Noi siamo dalla stessa parte” – “Cor cazzo. A me piace la figa”), costruisce e fa crescere bene personaggi e situazioni che dovranno esplodere conflittualmente nelle ultime puntate.

 

supersex 4

Fa del personaggio della Lucia di Jasmine Trinca, una sorta di santa puttana ottocentesca che fa perdere la testa a Rocco, non solo perché sa che non potrà mai possederla, ma perché mette in crisi il suo sperpotere (“I vostri cazzi mi hanno prosciugato l’amore”). Fa del Tommaso di Adriano Giannini un cattivo dickensiano. Ma, soprattutto, fa scivolare il racconto di una pornostar maschile in un mondo fortemente maschile, in un delirio di sessualità gender dove cazzi e fiche, chi prende e chi mette, non ha più importanza.

 

supersex 3

E malgrado il machismo esibito col cazzo da Rocco, o col cazzo di Rocco, rivela una fluidità sessuale che va oltre le parole. E’ questo l’aspetto più innovativo della serie, anche perché ci permette di vederla separandola dal mondo dell’hard. Che non era di certo quello levigato e ben impaginato da registi colti e preparati come lo vediamo nella sua ricostruzione da serie internazionale.

 

 Anche se questo “Supersex” non piacerà magari ai dotti esperti del porno storico, perché non ha nulla della follia produttiva e pionieristica di allora, va detto che per gli spettatori in ciabatte di oggi funziona benissimo, che si vede con piacere, che è stato fatto un gran lavoro sotto ogni aspetto, che Borghi riesce a diventare incredibilmente Rocco Siffredi e a dargli quell’aspetto malsano, sdoppiato, di chi non sa come gestire il proprio potere, a cominciare dal proprio cazzo.

 

supersex 7

Il Rocco malato di sesso, che arriva a Parigi nel 2004 e urla “Il porno per me è finito. Io mi ritiro” e poi si scopa, davanti a tutti, una hostess, dimostra la precisa costruzione di un personaggio che non sa più quali sono i limiti che dividono il vero se stesso da quelli del personaggio che mette in scena. Come se poi fosse un altro rispetto a sé. “La vita è porno”. Ovviamente imperdibile.

supersex 10supersex 2alessandro borghi supersex 2supersex 1alessandro borghi supersex 3alessandro borghi supersex 1

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO