AMMAZZA QUANTO MAGNA BANKITALIA – VIA NAZIONALE HA APPENA AGGIUDICATO IL SERVIZIO DI RISTORAZIONE INTERNA PER 24,6 MILIONI IN TRE ANNI – FESTE ESCLUSE, FANNO OLTRE 30MILA EURO AL GIORNO

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

Tutto pronto per la grande abbuffata. Sul tavolo della Banca d’Italia è appena atterrato un menù che costa la bellezza di 24,6 milioni in tre anni. Del resto non si può lavorare con profitto senza un’abbondante e corretta alimentazione.

 

Dalle parti di palazzo Koch ne sono a tal punto consapevoli da aver appena aggiudicato un appalto monstre per la fornitura del servizio di ristorazione aziendale. Non c’è che dire, per la struttura amministrativa della banca si tratta di un salasso.

IGNAZIO VISCO IGNAZIO VISCO

 

A darne la dimensione bastano pochi calcoli. Pagare i pasti 24,6 milioni in tre anni, per l’istituto guidato da Ignazio Visco, significa sborsare 8.213.666 euro all’anno, che fanno 684.472 euro al mese, ossia 22.815 euro al giorno, compresi week end, Natale, Pasqua, Ferragosto e feste varie.

 

Al netto di queste, volendo affinare le stime, il conto finale supera i 30 mila euro al giorno. E’ normale, a maggior ragione in tempo di ristrettezze economiche e di sempre sbandierata spending review, pagare cifre del genere? Anche perché, come ha potuto ricostruire La Notizia, negli ultimi anni il valore della fornitura è rimasto pressoché identico.

 

LE CARTE
Diciamo subito che l’ultima edizione del bando è stata appena aggiudicata alla Gemeaz Elior, colosso francese della ristorazione collettiva. La società avrà il compito di fornire il servizio “presso le mense interne della Banca d’Italia dell’area romana e delle undici filiali territoriali (Milano, Torino, Genova, Trieste, Bologna, Piacenza, Firenze, Napoli, Bari, Palermo, Catania)”.

 

visco ignazio visco ignazio

La commessa, su richiesta di palazzo Koch, è eventualmente prorogabile per due annualità, con un conto che a quel punto sarebbe destinato a salire oltre i 40 milioni di euro. Ora, l’esito dell’aggiudicazione è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Mentre sul sito della Banca centrale c’è solo il bando originario, senza la minima traccia di allegati che possano far capire quali sono i generi alimentari la cui fornitura è destinata a essere pagata 24,6 milioni.

 

IL PRECEDENTE

Lo stesso identico appalto era stato lanciato nel 2009 quando sulla tolda di comando di palazzo Koch c’era Mario Draghi. Anche in quel caso il costo della fornitura triennale era stato stimato in 24,5 milioni. Ma alla fine, sfruttando le proroghe, la commessa venne aggiudicata per 5 anni al gruppo inglese Compass. Il tutto per 41 milioni di euro, esattamente la stessa cifra che si potrebbe raggiungere ora con un eventuale allungamento.

 

bankitalia big bankitalia big

Insomma, in cinque anni non è stato praticamente risparmiato un centesimo. Ma in che consistevano i pasti dell’era Draghi? Dagli allegati dell’epoca spuntavano menù di rappresentanza con capesante, aragosta vinaigrette, nidi di crespelle con polpa di granchio, lamelle di spigola, mazzancolle in bellavista, scaglie di millefoglie, Chardonnay bianco Lison di Primaggiore, acqua minerale e caffè. Ma si trattava solo di uno dei “top menù” all’epoca previsti.

 

Adesso, visto che i costi di fornitura sono gli stessi, se ne può per caso dedurre che le pietanze sono rimaste identiche? La Banca d’Italia, contattata da La Notizia, non ha fornito gli allegati con l’elenco dei cibi. Ha però assicurato che i menù attuali sono molto più virtuosi di quelli del 2009.

 

BANCA ITALIABANCA ITALIA

Alla domanda sul perché non si sia riusciti negli anni a risparmiare sui costi dell’appalto, la Banca ha spiegato che all’interno della commessa vengono applicate delle clausole di responsabilità sociale (come i controlli di qualità sui prodotti) che non consentono di ottenere sconti particolari. In più ha precisato che le 11 filiali da coprire non sono mai state coinvolte nel taglio delle sedi territoriali. Insomma, sembra che il conto sia destinato a essere sempre questo. Buon appetito.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump xi jinping coronavirus mondo globalizzazione

DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…