aereo

LA TRUFFA IN UN BARILE – I PREZZI DEI VOLI AUMENTANO PER VIA DEL SUPPLEMENTO CARBURANTE: IL COSTO DEL CHEROSENE È FISSO (IL 25-30% DI QUANTO SPENDONO LE COMPAGNIE), MA LE COMPAGNIE ALZANO I PREZZI PER PROTEGGERSI DALLE FLUTTUAZIONI DEL PREZZO – PECCATO CHE IL CARBURANTE UTILIZZATO OGGI È QUELLO ACQUISTATO UN ANNO E MEZZO FA, QUANDO ERA PIÙ CONVENIENTE

Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”

 

DELTA AIRLINES

Il paradosso è nei dettagli. Su 342,26 euro per un volo andata e ritorno (a novembre) Milano-New York Delta Air Lines chiede 244 euro di «supplementi». Il 71,2% del costo complessivo.

 

Non è un' eccezione. Da qualche settimana proprio questa che è diventata una delle voci di spesa più misteriose e contestate dei biglietti è tornata ad aumentare in modo sensibile. È quanto emerge da un' analisi del Corriere della Sera su oltre cento combinazioni di volo andata e ritorno (nazionali, europei e intercontinentali) da Milano e Roma.

 

CHEROSENE AEREO

Oggi rispetto a gennaio 2016 il «supplemento» è più alto in media del 27,9% per chi parte dagli scali milanesi e del 28,8% per chi decolla da Fiumicino. «Una risalita iniziata prima del previsto», confermano gli esperti del centro studi australiano Capa.

 

Non è una novità. Il cherosene pesa per il 25-30% dei costi complessivi sostenuti dalle compagnie. Che per difendersi dalle fluttuazioni del prezzo del barile - tranne le low cost - hanno introdotto il «supplemento carburante» che oggi si fa chiamare «supplemento vettore» (che porta i codici YQ/YR).

ryanair

 

Allo stesso tempo buona parte delle aviolinee ricorre al fuel hedging, un contratto in cui si pattuisce l' acquisto di una quantità di carburante (anche il 90%) a un determinato prezzo che resta bloccato per la durata dell' accordo, in genere 12-18 mesi.

 

Da gennaio il petrolio è diventato più caro. Tanto da far dire a diversi amministratori delegati - riuniti lo scorso giugno a Sydney al convegno annuale della Iata - che questo avrebbe comportato biglietti più costosi. Peccato che il carburante utilizzato oggi è soprattutto quello acquistato un anno e mezzo fa quando era più conveniente del 40%.

 

ALITALIA ETHIAD

Il risultato? Ad agosto 2018 rispetto al gennaio 2016 il supplemento è passato da una media di 188 a quasi 260 euro (+37,9%) nei voli Milano-New York-Milano, da 57 a 83,9 euro (+47,2%) dal capoluogo lombardo a Mosca e ritorno, da 30 a 63,5 euro (+111,7%) nei collegamenti con Londra.

 

In quest' ultimo caso le particolarità non mancano: se il costo finale si somiglia, Vueling e British Airways non fanno pagare il supplemento, mentre Alitalia richiede 84,5 euro (che si riducono a 62,25 euro a ottobre). La stessa dinamica si verifica anche per chi prenota viaggi da Roma. E sono pochi i casi in cui questa voce cala.

 

PETROLIO

L' argomento è sensibile. Lo dimostra anche la scarsa - per non dire nulla - voglia delle compagnie di parlare con nome e cognome. Ma dietro garanzia di anonimato spiegano un po' di cose.

 

«Quando il costo del petrolio variava di molto anche da un giorno all' altro il supplemento aveva un senso», confermano al Corriere i manager di tre vettori che si piazzano tra i primi 20, a livello mondiale, per passeggeri trasportati e ricavi. «Oggi quel "tesoretto" viene utilizzato anche per altri scopi».

 

Non solo. Perché una società può avere anche acquistato grossi quantitativi di cherosene a cifre convenienti, «ma siccome tutti guardano le voci di costo dei biglietti degli altri basta che un rivale alzi il supplemento carburante che gli altri seguono a ruota».

 

JAPAN AIRLINES

Dove questo aspetto è regolato - come in Giappone - il costo è identico e le compagnie locali sono obbligate a pubblicare le variazioni: per chi prenota fino a oggi, per esempio, il supplemento per tratta va da un minimo di 3,85 euro (dentro il Giappone, Corea del Sud) a un massimo di 80,79 euro (verso l' Europa, il Nord America, il Medio Oriente e l' Oceania).

 

Ci sarebbero poi da approfondire i voli nazionali. Nel confronto con gli altri l' Italia risulta la più penalizzata: se da noi il supplemento raggiunge anche i 106 euro, in Germania non supera i 26 euro, in Francia i 22 euro, in Portogallo i 16 euro. Che si azzerano in Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…