GENERALI, DIETRO LA COLLINA C’È LA CONSOB - LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LE SOCIETÀ E LA BORSA, SUO MALGRADO, È COSTRETTA A PUNTARE I FARI SUL LEONE DI TRIESTE: SAVONA AVREBBE PREFERITO FAR FINTA DI NIENTE, MA NON PUÒ DOPO I RILIEVI DELL’INTERNATIONAL SECURITIES LENDING ASSOCIATION SULLE “QUOTE FANTASMA”. LA QUESTIONE AL CENTRO DEI RILIEVI DELL’ASSOCIAZIONE È IN PARTICOLARE IL PRESTITO TITOLI CON CUI MEDIOBANCA SI È ASSICURATA UNA QUOTA DEL 4,4% DI VOTI IN ASSEMBLEA
Sandro Iacometti per “Libero quotidiano”
Si complica sempre più la partita per il rinnovo dei vertici delle Generali. Ad alimentare le tensioni ci sta pensano l'International Securities Lending Association (Isla), che, come anticipato qualche giorno fa da Libero, ha inviato a Mediobanca una lettera dai toni molto critici che ha costretto la Consob a mettersi al lavoro su un dossier che, forse, avrebbe preferito lasciare un altro po' nel cassetto.
La questione al centro dei rilievi dell'associazione britannica è il prestito titoli (si presume negoziato con Bnp Paribas) con cui Piazzetta Cuccia, al modico costo di 6,5 milioni di euro (come si legge nella semestrale del gruppo bancario) si è assicurata una quota del 4,4% di voti in assemblea che potrebbe consentirgli di controllare un gruppo da 85 miliardi di fatturato.
OBIETTIVO
L'unico obiettivo dell'operazione con cui Mediobanca si ritrova a pesare per il 17,22% nell'azionariato del Leone è infatti, come dichiarato esplicitamente nel documento societario, quello di arrivare con le spalle più grosse al confronto con la lista alternativa che presenterà il socio Gaetano Caltagirone, presumibilmente appoggiato dalla Delfin di Leonardo Del Vecchio e dalla Fondazione Crt: «L'operazione, conclusa con una primaria controparte di mercato ha una durata almeno fino all'assemblea di Assicurazioni Generali chiamata a rinnovare il consiglio di amministrazione (circa 8 mesi dalla stipula), consentendo così un aumento dei diritti di voto senza incrementare l'esposizione di rischio verso la compagnia».
Così a naso, l'idea di assumere il controllo di un colosso come le Generali con un quarto del peso in assemblea preso in prestito solo per avere più voti e far prevalere la lista espressa dall'attuale cda (altra pratica non proprio ortodossa, che ha richiesto un'approfondita indagine della Consob) non sembra il massimo. Ma la legge non lo vieta espressamente. E c'è addirittura chi sostiene che sia una prassi diffusa. La pensa molto diversamente, però, l'Isla, per cui la mossa di Mediobanca è in palese violazione con le norme.
Secondo alcuni stralci della missiva svelati dal Sole 24 Ore, l'utilizzo dei titoli al solo scopo di scegliere il board della compagnia «è severamente vietato» quando vengono fatte «transazioni nell'ambito del Global Master Securities Lending Agreement di cui Mediobanca fa parte».
Si fa inoltre notare che se l'entità che ha fornito i titoli a Mediobanca è registrata nel Regno Unito, come è, questa transazione «viola il codice del mercato monetario della Banca d'Inghilterra». Non solo: «Compromette fortemente le strategie di sostenibilità e corporate governance del settore».
GIOCHINO
Insomma, il giochino non si può fare. O almeno non lo può fare Mediobanca, che in quanto associata all'International Securities Lending Association ne dovrebbe rispettare le regole. Piazzetta Cuccia restituirà i titoli e cercherà di vincere in assemblea portando dalla propria parte i fondi di investimento? Macché.
Fonti vicine al dossier fanno sapere che «la legislazione italiana non prevede riferimenti normativi in merito, mentre quella inglese scoraggia l'utilizzo del prestito titoli solo per gli hedge fund e per quei soggetti che intendono influenzare l'andamento della società a scopo speculativo con orizzonti di breve e medio periodo». Insomma, le regole valgono solo per i furbacchioni e non per un'istituzione prestigiosa e rispettata come Mediobanca.
La palla, a questo punto, dovrà passare necessariamente alla Consob, che finora ha accuratamente evitato di occuparsi di quella che sembra una bomba pronta ad esplodere. La lettera della Isla la costringe a scendere in campo, ma i tempi sono stretti. E se i dubbi non saranno sciolti prima dell'assemblea delle generali di primavera c'è il rischio che il duello tra Mediobanca e Caltagirone finisca alle carte bollate. Una prospettiva che, considerata l'importanza della posta in gioco, sarebbe preferibile evitare.