LA CRISI E IL CRAC LEHMAN? COME SE NON FOSSE SUCCESSO NIENTE: LE GRANDI BANCHE CONTINUANO A SPECULARE SUI MERCATI - LA BRI (LA BANCA CENTRALE DELLE BANCHE CENTRALI) AVVERTE: COSÌ ANCHE LE MISURE STRAORDINARIE SONO DEL TUTTO INUTILI - GLI ISTITUTI DI CREDITO NON FANNO PULIZIA NEI BILANCI E NON HANNO RICAPITALIZZATO A DOVERE - LE PROSPETTIVE DEI CONTI PUBBLICI SONO DRAMMATICHE...
Luigi Grassia per "La Stampa"
La crisi economica globale è come un campo minato in cui si rischia di inciampare continuamente in nuove trappole mortali.
Adesso la Banca dei regolamenti internazionali (Bri), che ha sede a Basilea e opera come una specie di banca centrale delle banche centrali, lancia un allarme: le grandi banche mondiali sono tornate a speculare sui mercati alla vecchia maniera, come se anni di crisi non avessero insegnato niente, e ora si profila il pericolo di nuovi crac in stile Lehman Brothers (il fallimento che nel 2008 ha dato la stura alla Grande Crisi); se un disastro come quello si ripetesse ora, colpendo uno o più dei giganti globali del credito, in una situazione generale che nel frattempo si è deteriorata, andrebbe a finire molto peggio, perché neanche tutte le misure straordinarie delle banche centrali potranno risolvere il problema.
Sulla possibilità che il soccorso dei banchieri centrali riesca a evitare i guai si coltivano aspettative «irrealistiche», ammonisce la Bri. Le altre istituzioni devono darsi una mossa prima che sia troppo tardi.
La Banca dei regolamenti internazionali deplora la reticenza del sistema finanziario e l'incapacità dei governi: nessuno sembra voler mettere un argine alle pratiche di mercato più rischiose, quelle sui derivati (titoli il cui valore dipende da variabili molto aleatorie); le maxi perdite subite di recente da Jp Morgan sono solo un assaggio dei rischi che corre il sistema finanziario globale.
Ai banchieri centrali di mezzo mondo, convenuti a Basilea per l'assemblea di bilancio, in un momento in cui su di loro si moltiplicano le richieste di fare più sforzi per far ripartire l'economia, il direttore generale della Bri Jaime Caruana dice che gli istituti centrali possono «comprare tempo» per evitare il tracollo, ma non all'infinito e non senza rischio.
Nel rapporto della Bri si biasima che gli istituti di credito non abbiano fatto sufficiente pulizia nei bilanci né ricapitalizzato a dovere, confidando troppo sugli aiuti degli Stati; per questo la Banca di Basilea invoca una «sana azione pubblica» che faccia dimagrire il settore, imponga regole su controllo dei rischi e dei bonus dei vertici, e imponga più partecipazione alle perdite degli azionisti e degli obbligazionisti, e meno da parte dei contribuenti.
Sistemare il settore bancario (anche a costo di un possesso temporaneo dello Stato che imponga il cambiamento in alcuni gruppi, sembra suggerire in alcune parti il rapporto) è il primo passo per rompere i circoli viziosi creati fra banche, famiglie e imprese e governi «dove i problemi e i tentativi di soluzione di uno di questi gruppi peggiora la posizione degli altri due».
Circoli viziosi che costringono le banche centrali a tenere bassi i tassi di interesse e iniettare liquidità nel sistema, cosa che non risolve i problemi,è solo «un palliativo limitato». Dopo aver sistemato il settore finanziario, andranno risanati i conti pubblici, le cui prospettive «sono drammatiche». Infine la Bri esprime un giudizio favorevole all'unione bancaria europea in gestazione.
JAMES WOODS E' IL CEO DELLA LEHMAN BROTHERS IN _TOO BIG TO FAIL_Lehman BrothersLehman BrothersDERIVATI