DOPO DEL VECCHIO: LA SFIDA MILLERI-NAGEL È DESTINATA A CONTINUARE - SE DENTRO MEDIOBANCA C’È DISPONIBILITÀ A UNA SOLUZIONE CONDIVISA, L'IDEA DALLE PARTI DI MILLERI RESTA QUELLA DI STRINGERE LA PRESA SULL'ISTITUTO DI NAGEL. SECONDO ALCUNE IPOTESI, ATTRAVERSO UNA SGR CONTROLLATA DA DELFIN, PER AVERE LE GIUSTE CARATTERISTICHE RICHIESTE DALLA BCE, IN MODO TALE DA FAVORIRE POI L'INGRESSO DI UNA BANCA INTERESSATA (QUALE?) A MUTARE I DESTINI DI PIAZZETTA CUCCIA
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Francesco Spini per “La Stampa”
La transizione dell'impero di Leonardo Del Vecchio è ormai completa. E dal punto di vista manageriale anche in Delfin la continuità risponde al nome di Francesco Milleri, l'uomo di fiducia del fondatore di Luxottica che ne prende il posto in consiglio, come presidente. Così - dopo EssiLux, dove l'ad Milleri è stato nominato anche presidente - si è compiuto anche il secondo passaggio di consegne, quello nella cassaforte della famiglia che custodisce le diverse partecipazioni, da EssilorLuxottica (32,2%) all'immobiliare Covivio (27,2%), da Generali (9,82%) a Unicredit (1,9%) fino a Mediobanca (19,4%).
Mentre nel testamento l'imprenditore scomparso a 87 anni il 27 giugno ha suddiviso in parti uguali (il 12,5% a testa) il capitale della holding tra la vedova, Nicoletta Zampillo, i sei figli più Rocco Basilico (figlio di Zampillo e Paolo Basilico), non si è espresso sulle altre questioni di governance.
FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO
Non serviva. La lettera dello statuto di Delfin, modificato proprio nei criteri di successione il 15 febbraio di un anno fa, è molto dettagliata e segna un automatismo: senza un'indicazione scritta del fondatore, il manager che ne avrebbe preso il posto sarebbe stato quello di più alto "ranking" tra gli "osservatori" che partecipavamo alle riunioni del consiglio senza diritto di voto.
Milleri, così, è entrato di diritto nel consiglio e il cda si è limitato a una presa d'atto. Poi «sulla base delle indicazioni del fondatore Leonardo Del Vecchio», come spiega una nota, è stato nominato presidente. Romolo Bardin, invece, continuerà a essere ad, con le relative deleghe operative.
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I destini dell'impero da 30 miliardi sono ora però in mano a Milleri: 63 anni, laurea con lode in Giurisprudenza a Firenze, master alla Stern School di New York, una carriera da consulente aziendale e imprenditore nella digitalizzazione. Fino all'incontro, decisivo, con Del Vecchio. Il quale nel 2018 lo mette alla guida di Luxottica per poi vincere le resistenze francesi e affidargli le redini del gruppo nato dalla fusione con Essilor.
Ora davanti a sé avrà una duplice sfida. La prima è portare avanti il disegno di Del Vecchio che sognava per EssiLux (-2,98% ieri a Parigi) il sorpasso dei 100 miliardi di capitalizzazione. Il secondo è quello di realizzare i disegni del Cavaliere di Agordo sulla grande finanza italiana. Dopo aver appoggiato in Generali la lista di Francesco Gaetano Caltagirone, finita poi in minoranza, la partita che dovrà giocare ora sarà su Mediobanca, che del Leone è la prima azionista.
Se dentro Piazzetta Cuccia appare rinnovata la disponibilità a un dialogo costruttivo, l'idea dalle parti di Delfin resta quella di stringere la presa sull'istituto. Dall'attuale 19,4% punterebbe a salire fino al 25% anche, secondo alcune ipotesi, attraverso una Sgr controllata da Delfin, per avere le giuste caratteristiche richieste dalla Bce.
Lo scopo è raggiungere una quota di riguardo con altri imprenditori (tra essi Caltagirone potrebbe arrivare a ridosso del 10%, lo stesso, secondo voci, potrebbero fare i Benetton) in modo tale da favorire l'ingresso di una banca interessata a mutare assetti e destini di Piazzetta Cuccia. La grande sfida della finanza italiana è destinata a continuare. -
LEONARDO DEL VECCHIO LUIGI FRANCAVILLA leonardo del vecchio con il figlio leonardo mariaFRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIOFrancesco Rutelli Claudio Del Vecchio del vecchio leonardo del vecchioLEONARDO DEL VECCHIO CON LA MOGLIE NICOLETTALEONARDO MARIA DEL VECCHIO MADALINA GHENEA