francesco gaetano caltagirone philippe donnet leonardo del vecchio generali

SPINGERE SU MEDIOBANCA PER COLPIRE IN GENERALI - FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE SUPERA IL 5% DI MEDIOBANCA E DIVENTA IL SECONDO AZIONISTA DIETRO A LEONARDO DEL VECCHIO, CHE È GIÀ AL 19% - I DUE ARZILLI PAPERONI, INSOFFERENTI PER LA GESTIONE DI PHILIPPE DONNET, PUNTANO A FERMARE LA RIFORMA DEL CDA DELLA COMPAGNIA DI TRIESTE - IN PARTICOLARE, VOGLIONO EVITARE L'ADOZIONE DELLA "LISTA DEL CDA", CIOÈ LA POSSIBILITÀ CHE SIA IL CONSIGLIO USCENTE A SCEGLIERE QUELLO SUCCESSIVO…

Marcello Zacché per "il Giornale"

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

Francesco Gaetano Caltagirone supera il 5% di Mediobanca e riapre la partita sul futuro dei grandi assetti finanziari nazionali. Con questa mossa l'imprenditore romano diventa secondo solo a Leonardo Del Vecchio, che nel capitale di Piazzetta Cuccia è già al 19% e può salire fino al 20. Gli stessi due soggetti detengono il 5,6% (Caltagirone) e il 4,8% (Del Vecchio) delle Generali, il campione finanziario nazionale di cui la stessa Mediobanca è primo azionista con il 12,9 per cento. Ed è proprio su Generali che sembrano orientate le mosse dei due, mentre Mediobanca sarebbe la leva utilizzata.

 

Leonardo Del Vecchio

Il motivo è che sulla banca d'affari milanese non ci sono a breve appuntamenti di rilievo: il cda è appena stato rinnovato, la governance non è in revisione, conti e strategie danno soddisfazione a tutti. Il punto è, invece, a Trieste, dove sia Caltagirone sia Del Vecchio hanno manifestato in varie occasioni il loro disappunto per l'attuale gestione: l'ad Philippe Donnet è nel mirino e più in generale lo è la governance del gruppo triestino.

 

francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt45

In particolare, i due investitori vedono come il fumo negli occhi l'adozione della «lista del cda», cioè la possibilità che sia il consiglio uscente a scegliere quello successivo. Il modello, consentito dallo statuto e appoggiato da Mediobanca e dal suo ad Alberto Nagel (che lo ha adottato anche in Piazzetta Cuccia), deve essere portato in consiglio dal presidente Gabriele Galateri, il quale però non lo ha ancora fatto.

 

E la prossima finestra è tra poco: il cda della semestrale del 2 agosto. Per questo la mossa di ieri di Caltagirone è interpretata come un altro movimento del pressing portato avanti su Mediobanca in chiave Generali.

 

L'agenda dei prossimi giorni sarà decisiva: il 29 è in calendario il cda di Mediobanca, sui conti, ma comunque occasione di confronto, con i due grandi soci privati italiani ormai a un passo dal 25%; l'indomani sono attesi gli stress test sulle banche: un verdetto che peserà molto sul risiko e soprattutto sul destino di Mps, a cui potrebbe tornare a interessarsi Unicredit, banca considerata vicina alle mosse di Caltagirone e Del Vecchio.

 

PHILIPPE DONNET GENERALI

Il 2 agosto, infine, il consiglio delle Generali (dove Caltagirone è vicepresidente e Del Vecchio è rappresentato da Romolo Bardin), nel quale Galateri potrebbe mettere ai voti la lista del cda. In mezzo, il 31 luglio, ci sarà anche il cda di Rcs, atteso per vedere se saranno fatti accantonamenti sulle cause di Blackstone. Un'altra storia. Ma che potrebbe presto rientrare nel grande gioco in corso tra i poteri forti della finanza.

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…