IL GIOCO DELL’OPA - SECONDO “BLOOMBERG”, TIM SAREBBE IN PRESSING SUL FONDO KKR PER FAR CADERE LA SUA OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO, E VALUTARE UN COINVOLGIMENTO IN ULTERIORI INVESTIMENTI SULLA SOCIETÀ DELLA RETE, NETCO - IERI IL TITOLO DI TELECOM HA PERSO IL 9%, ALLA VIGILIA DEL CDA CHE DOVRÀ APPROVARE IL PIANO INDUSTRIALE E LA SCISSIONE - I MOVIMENTI SULLA RETE UNICA
1 - TIM: AL VIA CDA SU CONTI E PIANO
(ANSA) - Ha preso il via a Roma il cda di Tim per approvare il Piano Industriale 2022-24 predisposto dal nuovo amministratore delegato Pietro Labriola. Le attese sono quelle di un progetto per dividere l'azienda tra una dedicata alla rete e una ai servizi.
Gli analisti si aspettano un calo del 4% nei ricavi da rete fissa e del 6% del mobile con un EBITDA al domestico in calo del 30% nel quarto trimestre. Secondo indiscrezioni di Repubblica l'impairment test avrebbe rilevato la necessità di svalutare per 4 miliardi di euro, portando il bilancio in rosso e così a cancellare il dividendo.
Dovrebbe inoltre essere fatto un accantonamento da 540 milioni per l`accordo con DaZN, in fase di rinegoziazione. Secondo gli analisti di Equita tutte notizie già scontate. In Borsa il titolo cede l'1% circa a 0,34 euro.
2 - KKR SI ALLONTANA, TIM CADE IN BORSA IN CDA LA MAXI-PULIZIA DI BILANCIO
Francesco Spini per “la Stampa”
Vigilia tormentata per la riunione del cda di Tim chiamato, oggi, a licenziare i conti relativi al 2021 e a dare disco verde al nuovo piano strategico. La prospettata Opa di Kkr, che il 21 novembre aveva recapitato al gruppo la relativa manifestazione di interesse, appare sempre più lontana. In Borsa gli investitori se ne avvedono e il titolo casca del 9%, a 34,37 centesimi.
Il cerchio si chiude: si torna ai valori prima che il fondo Usa palesasse le proprie intenzioni di lanciare l'offerta, indicativamente, a 50,5 centesimi. L'effetto Opa pare svanito. A dare la squilla è un lancio dell'agenzia internazionale Bloomberg, secondo cui il gruppo di telecomunicazioni starebbe facendo pressione su Kkr affinché lasci cadere la sua proposta per valutare semmai un coinvolgimento, attraverso ulteriori investimenti - oltre al 37,5% che il fondo Usa ha già in FiberCop - nella costituenda società dedicata alla rete (NetCo) che l'ad Pietro Labriola intende separare dai servizi (ServiceCo).
Di qui le vendite sul mercato. Questo sebbene Tim, attraverso un portavoce, precisi che «il cda non si è ancora espresso in merito alla manifestazione di interesse presentata da Kkr» e che «qualsiasi indiscrezione a riguardo è da considerarsi destituita di ogni fondamento». Nei fatti, però, la scelta sembra stata fatta da tempo: l'ha fatta anzitutto Vivendi, primo azionista di Tim col 23,75%, giudicando l'ipotetica Opa dapprima «insufficiente» per poi promuovere un piano simile a quello di Kkr (la separazione rete dai servizi per estrarre valore) ma alternativo.
E la scelta l'ha fatta il governo insieme con Cdp (secondo socio col 9,8%), quella di perseguire nel piano in autonomia. Per il braccio finanziario del Tesoro sarebbe anche una questione di convenienza economica. In ogni caso Kkr, che attende una risposta prima di considerare qualunque altra opzione, avrà un riscontro.
Oggi però, con ogni probabilità, il consiglio di Tim si limiterà a dire che gli advisor, avendo di fronte oltre alla lettera di Kkr anche il piano di Labriola, hanno finalmente gli elementi per fare una compiuta analisi dell'offerta. Ma il responso, al di là dei passaggi formali, appare nella sostanza scontato. Del resto il piano di Labriola è destinato ad arricchirsi di ulteriori prospettive.
Dopo il nulla di fatto di quella siglata a fine agosto 2019, è in arrivo la nuova lettera d'intenti tra Tim e Cdp sulla rete unica, ossia sulla futura combinazione tra NetCo (FiberCop più rete primaria e Sparkle) e Open Fiber, di cui Cassa ha il 60%. Ed è al rush finale anche l'accordo commerciale che - per il momento nelle sole aree bianche, per estendersi in futuro - permetterà a Open Fiber, dietro il pagamento di un canone, di utilizzare pezzi dell'infrastruttura di Tim come pali e cavidotti.
Tutto insomma va nella direzione della rete unica, antitrust permettendo. Prima di tutto Tim si dovrà però lasciare alle spalle il recente passato: in arrivo ci sarebbe una importante svalutazione degli attivi. Per il resto gli analisti in media prevedono ricavi per 15,37 miliardi di euro (-1,6% rispetto al 2020) e un margine operativo lordo organico dopo i leasing di 5,4 miliardi, in calo dell'11%, con un -13,8% a livello domestico. Labriola avrà molto da lavorare.