LA GRECIA SI AVVICINA - LO SPREAD TRA BTP E BUND, TERMOMETRO DELLA FIDUCIA DEGLI INVESTITORI SULL'ITALIA, SALE SOPRA QUOTA 200 PUNTI BASE ALL'INDOMANI DEL PRIMO GIRO DI CONSULTAZIONI DEL PREMIER INCARICATO GIUSEPPE CONTE E L'IMPASSE SU ALCUNE CASELLE CHIAVE, COME IL MINISTERO DELL'ECONOMIA - A PIAZZA AFFARI NON SI ARRESTA L'ONDATA DI VENDITE SULLE BANCHE
Lo spread tra Btp e Bund sale sopra quota 200 punti base all'indomani del primo giro di consultazioni del premier incaricato Giuseppe Conte e l'impasse su alcune caselle chiave, come il ministero dell'Economia. Il differenziale tra i titoli decennali italiani e tedeschi, termometro della fiducia degli investitori sull'Italia, dopo una fiammata in avvio e un rallentamento sui 195 punti base, è risalito fino a quota 205 dai 191 punti della chiusura di ieri, toccando i massimi da aprile del 2017. Il rendimento del decennale italiano è in rialzo al 2,47%, il livello più alto da fine marzo 2017. Stabile il differenziale di rendimento con la Spagna, a 104 punti base, e quello con il Portogallo sui 53 punti base.
Intanto il premier incaricato Giuseppe Conte è al lavoro per preparare la lista dei ministri da presentare al Colle.
Oggi si è presentato nella sede di via Nazionale della Banca d'Italia per incontrare il governatore Ignazio Visco. Resta sempre da superare lo scoglio Savona al ministero dell'Economia, l'economista euroscettico fortemente voluto da Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Non si arresta l'ondata di vendite sulle banche a Piazza Affari con il il Ftse Mib che continua ad oscillare e cede l'0,18% (22.712 punti). Banco Bpm lascia sul terreno il 4%, Mps il 2,65% e l'indice di settore italiano perde l'1,5%. Oltre ai timori sugli effetti del rialzo dello spread dei Btp, per una buona fetta detenuti dagli istituti di credito italiani, a pesare c'è anche l'ombra della flat tax la cui applicazione (15% o 20% dall'attuale 27,5%) avrebbe - secondo quanto scrive Equita nella sua morning note commentando un'analisi riportata dal Sole 24 Ore - «un effetto negativo sulle banche perché porterebbe a una riduzione del recupero fiscale legato alle Dta (Deffered tax asset, imposte anticipate), con conseguente impatto in termini di capitale» con il Cet1 che «in alcuni casi scenderebbe sotto la soglia dell'11,5%».
GIUSEPPE CONTE COME ARLECCHINO SERVO DI DUE PADRONI LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI THE ECONOMIST
Equita che ritiene «molto improbabile», dato «l'attuale contesto politico un taglio delle tasse» sugli istituti di credito, sottolinea che «in uno scenario in cui fosse però abbassato il tax rate», «le banche che sarebbero maggiormente impattate sarebbero quelle con il rapporto Dta/Cet più elevato». A tal proposito viene evidenziato che «data una media del settore del 28%, le banche che hanno un maggiore rapporto Dta/Cet sono Carige (72%), Banco Bpm (40%), Creval (39%) e Mps (35%)».
Dall'altro lato, invece Unicredit e Intesa Sanpaolo che «hanno un rapporto Dta/Cet sotto la media di settore, a fronte di una modesta riduzione in termini di capitale, beneficerebbero del miglioramento degli utili futuri grazie al minor tax rate».