ALTRI GUAI PER JP MORGAN - DOPO LA GIGANTESCA PERDITA DI 5,8 MLD $ (CHE POTREBBE ARRIVARE A 7,5 MLD $), LA BANCA WASP NEWYORCHESE È DI NUOVO NEL MIRINO DEGLI INQUIRENTI - NON È BASTATA L’EPURAZIONE DEI DIRIGENTI RESPONSABILI DEL FATTACCIO PER RECUPERARE CREDIBILITÀ: IL SENATO AMERICANO È CONVINTO CHE L’ISTITUTO DI JAMIE DIMON NON SIA STATO IN GRADO DI PREVEDERE E GESTIRE I RISCHI...

Stefania Arcudi per "Il Sole 24 Ore"

Nuova indagine del Senato americano su JP Morgan Chase, nuovo capitolo nello scandalo sulle perdite miliardarie nelle attività di trading causate da scommesse sbagliate sui derivati e nuovo danno di immagine per la banca newyorkese e per il suo amministratore delegato, Jamie Dimon.

La sottocommissione permanente di inchiesta, guidata dal senatore Carl Levin, ha dato alle autorità di regolamentazione ordine di presentare documenti e ha chiesto di potere sentire dipendenti ed ex dipendenti del Chief investment office (CIO), l'ufficio di Londra di JP Morgan Chase responsabile di perdite per 5,8 miliardi di dollari (questa la cifra ufficiale comunicata insieme ai conti del secondo trimestre lo scorso 13 luglio, ma potrebbe salire a 7,5 miliardi di dollari, aveva ammesso la banca stessa).

«Come sempre stiamo cooperando per soddisfare le richieste delle autorità sulla vicenda del CIO», ha detto in una nota il portavoce dell'istituto. Da quando il clamoroso buco della «Balena Londinese» Bruno Iksil è emerso lo scorso 10 maggio, JP Morgan fatica ancora a mettere a tacere le polemiche sulle attività della divisione (e per estensione di quelle dell'intera banca, considerata una delle più solide e meglio gestite di Wall Street), sulle scelte degli intermediari e sulla supervisione dell'istituto.

Proprio questo è uno dei punti su cui la sottocommissione del Senato vuole vedere chiaro, accertando se ci siano state falle nel monitoraggio dell'istituto, sia internamente sia da parte delle autorità di competenza, come la Federal Reserve, la Federal Deposit Insurance Corporation e l'Office of the Comptroller of the Currency (l'agenzia che controlla le banche nazionali e le filiali di banche estere che operano negli Stati Uniti). Le «perdite enormi» subite da JP Morgan (l'impatto sui conti del secondo trimestre è stato contenuto, con un calo del 9% dei profitti) sono «solo l'ennesima prova che quello che le banche chiamano hedge (riduzione del rischio) è spesso solo una scommessa rischiosa», ha detto Levin.

Sulla vicenda del CIO l'Fbi e varie altre autorità di regolamentazione, tra cui la Federal Reserve, avevano nei mesi scorsi avviato indagini parallele e la banca stessa aveva aperto un'inchiesta interna, concludendo che esisteva la possibilità che i trader avessero cercato di nascondere la reale entità delle perdite.

Jamie Dimon, che aveva bollato le prime indiscrezioni circolate sui giornali come «una tempesta in un bicchier d'acqua», ha in seguito dovuto ammettere che la divisione londinese ha assunto rischi eccessivi, ma ha più volte ribadito che si è trattato di un caso isolato. I principali responsabili, Iksil, il capo del CIO Ina Drew e i trader Achilles Macris e Javier Martin-Artajo sono stati messi alla porta, mentre nel mirino delle autorità di regolamentazione americane sarebbe finito ora anche Julien Grout, collega di Iksil a Londra.

Nel frattempo, JP Morgan ha scelto il nuovo capo del CIO: Craig Delany, 41 anni e in forza alla banca dal 1993, ha un mandato chiaro, «investire in modo conservatore», come si legge nella nota che ha accompagnato la nomina.

 

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