CON GUBITOSI IN TIM COSA SUCCEDE AD ALITALIA? - IN QUESTE SETTIMANE IL COMMISSARIO STAVA ELABORANDO UN PIANO ALTERNATIVO ALLA VENDITA DI ALITALIA CHE SI BASA SU UNO STOCK DI PENSIONAMENTI ANTICIPATI PER OTTENERE UN RISPARMIO SUL COSTO DEL LAVORO DI CIRCA 200 MILIONI DI EURO L'ANNO E POI L'INGRESSO DI DUE NUOVI AEREI PER IL LUNGO RAGGIO FINO A UN MASSIMO DI 8 A PARTIRE DAL 2021 - GLI SCENARI
Daniele Martini per il “Fatto quotidiano”
Lungo il percorso minato che dovrebbe condurre al terzo salvataggio Alitalia in meno di un decennio, scoppia un altro ordigno potente: Luigi Gubitosi, uno dei tre commissari nominati dal governo di Paolo Gentiloni un anno e mezzo fa, è in procinto di diventare amministratrore delegato di Tim. Quella che per tutta la settimana era apparsa solo un'ipotesi ieri si è trasformata in una quasi certezza dopo che l' altro manager in lizza per quella poltrona, Alfredo Altavilla, si è ritirato dalla competizione.
A questo punto per Gubitosi alla Tim sembra fatta e si aprono di conseguenza per la guida di Alitalia almeno tre scenari, nessuno dei quali particolarmente esaltante. Il primo scenario è che Gubitosi traslochi a metà, cioè conservi la carica di commissario della compagnia aerea mentre assume quella di amministratore dell' azienda telefonica. Oggi alla Tim Gubitosi dovrebbe essere nominato dal Consiglio di amministrazione, ma ad aprile l'assemblea dei soci potrebbe anche ribaltare la scelta.
E Gubitosi non volendo rischiare di restare a piedi potrebbe provare a conservare Alitalia come poltrona di riserva. In queste settimane Gubitosi stava elaborando dietro le quinte un piano alternativo alla vendita di Alitalia che si basa su uno stock di pensionamenti anticipati per ottenere un risparmio sul costo del lavoro di circa 200 milioni di euro l' anno e poi l' ingresso di due nuovi aerei per il lungo raggio fino a un massimo di 8 a partire dal 2021.
Il secondo scenario è che invece Gubitosi o sia costretto a lasciare o lasci davvero e siccome la legge dice che i commissari siano tre oppure uno solo, a guardia della casamatta potrebbe restare uno dei commissari superstiti, probabilmente Enrico Laghi.
Infine c' è la possibilità che con l' uscita di Gubitosi sia azzerata la terna commissariale e il governo gialloverde preso in contropiede decida di nominare o una nuova terna o un nuovo commissario.
Qualsiasi alla fine sia la scelta, Alitalia resta per tutti una patata bollente. La compagnia continua a perdere a rotta di collo, circa 1 milione 700 mila euro al giorno in media. In teoria entro il 15 dicembre dovrebbe inoltre restituire il prestito ponte ottenuto dallo Stato, cioè 900 milioni di euro di capitale più gli esorbitanti interessi al 10 per cento su base annua, per un totale di quasi 1 miliardo di euro.
Circola con insistenza l' indiscrezione che per evitare un micidiale corto circuito finanziario il governo decida di allungare ulteriormente i tempi di restituzione del prestito fino oltre le sempre più importanti elezioni europee di maggio sperando di pescare nel frattempo il jolly di una qualche soluzione.
Pressati dai debiti e dalle scadenze, ufficialmente i commissari stanno procedendo alla vendita della compagnia d' intesa non più con il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, a cui è stata sottratta la partita, ma con il ministro dello Sviluppo economico e vice premier Luigi Di Maio. La pratica è in corso, ma le novità che coinvolgono Gubitosi potrebbero comportare ripercussioni significative anche su questo versante. Tra i pretendenti all' Alitalia (assai prudenti e guardinghi per la verità) c' è Delta, grande compagnia americana che per ora non ha presentato alcuna offerta vincolante, ma una generica manifestazione di interesse.
Secondo indiscrezioni insistenti proprio Gubitosi in particolare stava trattando con Delta e la sua decisione di andare a Tim potrebbe complicare le cose. Solo Easyjet ha presentato un' offerta vincolante per Alitalia, ma limitatamente al medio e corto raggio che comporterebbe lo spezzettamento in più tronconi della compagnia, sbocco assai poco gradito soprattutto dai sindacati.
L'unica cosa certa è che il nuovo amministratore Fs, Gianfranco Battisti, è stato quasi costretto a entrare nella partita Alitalia con una proposta di acquisto vincolante, ma condizionata all' ingresso di un partner-socio-gestore che al momento non c' è. Si parla di un impegno di 150 milioni di euro, quasi un' inezia per la voragine Alitalia. Una cifra ufficiale non è mai stata comunicata.