alberto nagel massimo doris francesco gaetano caltagirone

CALTAGIRONE 1 - NAGEL 0 – L'AD DI BANCA MEDIOLANUM MASSIMO DORIS SMENTISCE LE VOCI DI FUSIONE CON MEDIOBANCA (AUSPICATA DA NAGEL PER DISINNESCARE DEL VECCHIO E "CALTA-RICCONE"): “ABBIAMO UN OTTIMO RAPPORTO CON NAGEL E SIAMO SODDISFATTI DEI RISULTATI, CON L'ARRIVO DEI DUE NUOVI AZIONISTI LA STABILITÀ POTREBBE ASSUMERE INCLINAZIONI DIVERSE. PREFERIAMO AVERE MANI LIBERE” - E LO DICHIARA CON UN’INTERVISTA AL “MESSAGGERO”, DI PROPRIETÀ DI CALTAGIRONE...

Da “il Messaggero”

 

MASSIMO DORIS

«No, né io né la mia famiglia siamo interessati a una fusione fra Banca Mediolanum e Mediobanca». Cosi Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum risponde a MoltoEconomia in edicola domani con i quotidiani del gruppo Caltagirone Editore mentre racconta come ha trasformato l'istituto nei 13 anni da quando ne è alla guida.

 

Doris spiega che la logica che ha indotto a riclassificare la partecipazione del 3,3% nella banca gestita da Alberto Nagel da strategica a held to collect and sell, ossia cedibile in qualsiasi momento, è differente da quella che ha indotto Fininvest a vendere il proprio 2% a maggio di quest' anno.

Alberto Nagel Caltagirone

 

«Le logiche sono diverse spiega Doris nell'intervista Premesso che noi abbiamo un ottimo rapporto con Nagel e siamo soddisfatti dei risultati che Mediobanca ha realizzato fino a oggi, con lo sfilacciamento del patto e l'arrivo di due nuovi importanti azionisti come Del Vecchio e Caltagirone la stabilità dell'istituto potrebbe assumere inclinazioni diverse.

Leonardo Del Vecchio

 

Perciò preferiamo avere mani libere. Il che non significa che usciremmo solo a causa dell'eventuale cambio di governance; semplicemente avremmo la possibilità di valutare più serenamente la novità e assumere decisioni più ponderate». E ancora: «Quanto alle vicende relative alla governance in Mediobanca e Generali la penso come mio padre: non sempre le guerre portano risultati, soprattutto quando a condurle è un manager contro gli azionisti. E comprendo anche le ragioni che sottostanno alle richieste di Del Vecchio e Caltagirone.

CALTAGIRONE NAGEL GALATERI

 

D'altro canto una certa autonomia il management deve averla se non si vuole che sia costantemente in campagna elettorale, proiettato sul suo interesse personale piuttosto che sul bene aziendale. Ma un riequilibrio dei poteri sarebbe auspicabile». MoltoEconomia si occupa anche del mercato immobiliare. Alcuni studi indicano la Capitale tra le città europee che nei prossimi cinque anni avranno la migliore performance a livello di prezzi: l'incremento del valore a metro quadro è stimato intorno al 15,4%.

 

MASSIMO E ENNIO DORIS

È tempo di riscossa. E di ripartenza. Ed è tempo di Recovery Plan, visto attraverso il popolo del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono partiti i concorsi per l'attuazione del Pnrr ed è una carica di over 40 a farsi avanti. Una corsa al posto pubblico, forse sì, ma anche a essere parte della trasformazione del Paese.

 

Con la novità, rispetto ad altri concorsi, che a farsi avanti non sono solo neo laureati, ma liberi professionisti, per lo più avvocati. Al bando per addetti all'Ufficio per il processo, oltre il 67% delle domande arriva da donne. Si parla anche di rincari. Perché ci sono gli aumenti delle bollette sì, ma pure quelli dei prodotti che arrivano sulla nostra tavola. Un esempio su tutti? È salito del 60% il prezzo del frumento duro, che serve per la pasta. La siccità ha compromesso i raccolti, ma incidono anche carburanti, elettricità e costi dei container.

leonardo del vecchio con il figlio leonardo mariaLEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

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