PARMALAT AVARIATO - LACTALIS, DOPO AVER SVUOTATO IL TESORETTO DELL’AZIENDA DI COLLECCHIO PER METTERE A POSTO I SUOI CONTI, VUOLE CHIUDERE TRE STABILIMENTI E LICENZIARE 120 PERSONE - IN CAMBIO, PROPONE DI INVESTIRE 60 MLN € IN ITALIA. UNA PRESA PER I FONDELLI RISPETTO AI 1,450 MLN CHE BONDI AVEVA LASCIATO IN CASSA, E CHE I FRANCESI STANNO SPOLPANDO UN PO’ ALLA VOLTA…

1- LACTALIS SVUOTA PARMALAT E POI LICENZIA - IL GRUPPO
FRANCESE VUOLE CHIUDERE TRE STABILIMENTI

Tobia De Stefano per "Libero"

Proviamo a mettere i fatti in fila. Luglio del 2011: i francesi della Lactalis chiudono l'Opa su Parmalat e rilevano l'83% dell'ex società agroalimentare, crollata dopo il maxi-crac finanziario della famiglia Tanzi e poi risanata grazie all'attenta gestione del commissario straordinario Enrico Bondi. Prime polemiche: si accusano i capitani d'azienda nostrani di avere poco coraggio e di lasciato nelle mani dei (poco amati) cugini transalpini un altro pezzo grosso del made in Italy, che peraltro ha in cassa un tesoretto di circa un miliardo e mezzo di euro.

Fine maggio del 2012: la stessa Lactalis acquista la controllata americana (Lactalis American) nella più classica delle operazioni infragruppo. E dove trova i 904 milioni di dollari per finanziare il deal? Proprio da quella cassa racimolata a suon di azioni risarcitorie contro il sistema bancario dallo stesso Bondi chiamato da poche settimane ad un'altra mission impossible: mettere mano al taglio della spesa pubblica.

Ancora polemiche: perché nella sostanza l'operazione non serve ad acquisire un'azienda concorrente e a rafforzare il business dell'alimentare in Europa, ma semplicemente a dirottare una buona fetta della cassa dall'Italia alla Francia. Ultimo fine settimana, i vertici della Lactalis incontrano al ministero dell'Attività produttiva le parti sociali e il sottosegretario Claudio De Vincenti e annunciano la chiusura di alcuni stabilimenti del gruppo per un totale di 120 esuberi.

Quali? Nel comunicato si parla di Genova (60 dipendenti), Como (20 dipendenti della controllata Carnini) e provincia di Pavia (10 impiegati della stessa Carnini), oltre «alla ricerca di maggior efficienza nello stabilimento di Collecchio» (ci sono in ballo altre 30 persone). E in cambio? Il rinnovo della promessa, già sentita, di investire 60 milioni di euro nella struttura produttiva. Un po' poco. Ora, dinanzi a una sequenza del genere ci si può dividere tra liberisti e nazionalisti incalliti.

Tra chi invoca il diritto di Lactalis di spendere come meglio crede soldi e attività di un'azienda che ha regolarmente acquistato sul mercato e chi invece evidenzia come in Francia a un gruppo italiano non sarebbe stata concessa la stessa mano libera. Ma resta il dato di fondo. I francesi della famiglia Besnier prima hanno preso la cassa e poi hanno iniziato la fase di ristrutturazione chiudendo alcune sedi. E i sindacati? Sono in mezzo al guado, come ovvio.

«Timori di spolpamenti? No, direi proprio di no - così sparge ottimismo con Libero Armando Savignano, coordinatore nazionale della Fai Cisl - Aspettiamo il prossimo incontro del 4 luglio per capire nel dettaglio quali saranno gli investimenti su Parmalat Italia». Fiducioso? «Non si tratta di essere fiduciosi, ma di ricordare che a febbraio tutti i 2 mila dipendenti del gruppo hanno firmato un contratto integrativo e che in quell'occasione i vertici della Lactalis ci avevano preannunciato la presentazione di un piano aziendale».

Insomma ci sperate? «Ripeto, c'è grande apprensione per la situazione di Genova ma tra qualche giorno dovrebbero spiegarci dove intendono focalizzare i 60 milioni di investimenti». Quando si inizia? «Parliamo del biennio 2013-2014». Certo, intanto però i francesi si sono portati avanti con i tagli.


2- PARMALAT: FLAI-CGIL, 'SINERGIE' SONO SOLO VANTAGGI LACTALIS IN PIANO DI RILANCIO ESUBERI, CAMBIARLO O SARA' OPPOSIZIONE
ANSA - ''O si rilanciano davvero le attivita' di Parmalat o l'azienda trovera' nel sindacato l'opposizione di chi non ci sta a farsi spolpare un pezzo alla volta''. Cosi' Luca Ferrari, segretario Flai Cgil Parma, dopo che ieri Parmalat ha presentato al Mise il piano industriale e ha ''difeso l'operazione di acquisizione di Lactalis Usa che ha comportato il dimezzamento del 'tesoretto' confluito presso la capogruppo Lactalis''.

''La difesa di ufficio fatta nei confronti dell'operazione non ci ha convinto - ha detto Ferrari - al pari del Piano industriale di 'rilancio' che comporta chiusure di stabilimenti ed esuberi. Ci pare che le uniche sinergie venutesi a creare con l'arrivo di Lactalis siano a vantaggio di quest'ultima''.


3- PARMALAT: SINDACATI, NO A CHIUSURA STABILIMENTO GENOVA
(Adnkronos/Labitalia) - No alla chiusura della centrale del latte di Genova. E' quanto ribadiscono in una nota Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil della Liguria. "Si e' svolto oggi -scrivono i sindacati- al Ministero dello Sviluppo Economico il previsto incontro con Parmalat in merito alla discussione sul piano industriale del Gruppo. Oltre alle organizzazioni sindacali e ai rappresentanti di Parmalat e Lactalis ha partecipato alla discussione anche il Sottosegretario Claudio De Vincenti. La direzione aziendale ha presentato le recenti scelte del Gruppo ed ha delineato un'ipotesi di Piano Industriale". "L'azienda ha inoltre rivendicato -continua la nota- la scelta di acquisizione di Lactalis USA e ha dichiarato di voler investire 60 milioni di euro nella struttura produttiva, in particolare per una nuova linea UHT.

Durante l'incontro sono stati formalizzati alcuni punti tra cui investimenti su alcune realta' produttive in merito all'innovazione dei prodotti e sul marketing. Purtroppo -continuano i sindacati- nel corso dell'incontro e' stata annunciata l'intenzione di razionalizzare i siti produttivi nazionali attraverso la chiusura degli stabilimenti di Como, Genova e Pavia".

"Le segreterie Fai, Flai, Uila e Rsu dello stabilimento Parmalat di Genova dichiarano la loro ferma contrarieta' -spiega la nota- alla posizione espressa dall'azienda, pertanto hanno convocato per lunedi' mattina 25 giugno una assemblea del personale dipendente Parmalat presso lo stabilimento di via De Calboli dove i lavoratori verranno informati del piano presentato ed ove verranno concordate le iniziative conseguenti, al fine di scongiurare il rischio chiusura.

Questo problema -concludono i sindacati- aggrava la situazione del settore industriale zootecnico genovese e ligure, reso gia' molto pesante da anni di disimpegno di Parmalat sul nostro territorio che oltre a mettere in discussione molti posti di lavoro e una realta' storica produttiva genovese, mette in difficolta' le aziende locali dell'intera filiera lattiero casearia della Liguria".

 

parmalat GetContent asp jpegparmalat GetContent asp jpegLactalisGRUPPO LACTALISTANZI INVECCHIATO E DIMAGRITO AL TRIBUNALE DI PARMA ENRICO BONDI BESNIERlAd di Lactalis Jean Marc Bernier

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…