L’ALI-HAD CHE VERRA’ – COME SI FANNO I SOLDI CON ALITALIA: IL PIANO DI HOGAN PREVEDE UN INVESTIMENTO DA 860 MILIONI DI EURO, DIECI NUOVE ROTTE INTERCONTINENTALI E OFFERTA “PREMIUM” PER SPINGERE LA COMPAGNIA. E LA PRESA DI FIUMICINO….

Roberto Giovannini per “La Stampa

 

james hogan etihad 7james hogan etihad 7

Quella che era l’Alitalia dei «capitani coraggiosi» lo sappiamo tutti: dal 2008 al 2013 è stato bruciato quasi un miliardo e mezzo di euro. E soltanto nel 2014 la ex-compagnia di bandiera perderà dai 250 ai 300 milioni.

 

Quello che sarà l’Alitalia di James Hogan – il presidente e amministratore delegato di Etihad - lo scopriremo solo vivendo, come diceva la canzone, a parte le indiscrezioni trapelate in queste settimane. Ma un’idea in più ce la danno le slides della presentazione con cui lo stesso Hogan accompagnerà l’imminente firma dell’accordo per l’acquisizione da parte della compagnia emiratina del 49% di Alitalia.

 

«NEW GLOBAL PARTNERSHIP»

james hogan etihad 6james hogan etihad 6

A leggere le schede preparate per Hogan, si capisce che a dire del manager australiano l’affare Alitalia-Etihad è un’operazione che non può fallire. Un investimento da 860 milioni per «ricostruire Alitalia come azienda competitiva, sostenibile e profittevole»: 300 milioni da parte dei vecchi soci, e 560 milioni da parte di Etihad. 387,5 milioni servono per acquisire il 49% della nuova compagnia; 60 per comprare cinque coppie di slot all’aeroporto londinese di Heathrow; 112,5 per acquistare il 75% del programma di fidelizzazione Millemiglia.

 

james hogan etihad 5james hogan etihad 5

Altri soldi saranno investiti per lo sviluppo: nuove rotte a lungo raggio, una rete con più destinazioni e maggiore frequenza, si rivitalizzerà il marchio, si promuoverà il turismo nel nostro paese. La chiave è l’integrazione tra il gruppo del Golfo - 102 aerei, 108 destinazioni e 220 voli al giorno, un superHub ad Abu Dhabi, partecipazioni di controllo in sei compagnie nel mondo, da AirSerbia a AirBerlin - e Alitalia, che oggi ha 103 destinazioni e 130 aerei. Ma perde soldi.

 

«UN CATTIVO BUSINESS»

Per James Hogan Alitalia è una «buona compagnia», «un partner perfetto per Etihad». Ma è anche «un cattivo affare»: perde soldi, non ci sono soluzioni immediate per metterla a posto in tempi brevi, necessita di profondi cambiamenti strutturali. Per tornare in utile nel 2017 - questo l’obiettivo - servirà tutto l’impegno di Etihad per ricostruirla finanziariamente, per creare «una cultura aziendale basata sui risultati», per migliorare i ricavi e le vendite, sfruttando sul versante dei costi e della canalizzazione di nuovi passeggeri i vantaggi dell’integrazione con Etihad, le compagnie che essa controlla, e i partner azionari come le banche e Poste Italiane.

alitaliaalitalia

 

I PROGETTI

Entro il 2020 Alitalia servirà 10 nuove destinazioni intercontinentali, che sono quelle più profittevoli e su cui in generale si punterà. Tra queste, Pechino, Shanghai, Città del Messico, Seul, San Francisco, Santiago del Cile. Cinque di queste nuove rotte partiranno da Fiumicino, che diventerà l’Hub unico per passeggeri di Alitalia, e «smisterà» clienti verso le altre destinazioni da un lato, e verso Abu Dhabi e l’Asia orientale passando per gli Emirati.

 

Ci saranno più voli rispetto ad oggi anche verso New York, Chicago e Rio de Janeiro. Alitalia viaggerà verso Abu Dhabi anche partendo da Venezia, Catania e Bologna, oltre che da Roma e da Milano, cosa che permetterà di canalizzare passeggeri e (turisti) da e per gli Emirati attraverso l’Italia.

ALITALIAALITALIA

 

A Malpensa - dove si concentrerà l’attività cargo, su cui si punta molto e che verrà potenziata - si passerà da 11 a 25 voli settimanali a lungo raggio. Anche da Milano Linate ci saranno più voli internazionali (anche se a raggio più ridotto), mentre saranno tagliati i collegamenti nazionali, specie quelli su Roma. Più in generale, verranno abbandonate tutte le rotte a breve raggio meno redditizie. Al 2018 saranno 105 le destinazioni servite (26 nazionali, 61 internazionali e 18 intercontinentali) con una previsione di oltre 23 milioni di passeggeri trasportati.

 

alitaliaalitalia

È previsto l’aumento del 32% del numero degli aerei «wide-body» (quelli più ampi, da 200 passeggeri e più), mentre si ridurrà del 13% la flotta degli aerei più piccoli, meno redditizi. «Si prevede a breve termine una riduzione della capacità - si legge nelle slides - ma serve per posizionare Alitalia per una migliore crescita futura». E in ogni caso la compagnia italiana potrà beneficiare del maxiordine Etihad dell’anno scorso: 199 aerei e 294 motori, una «spesa» da 67 miliardi di dollari. Alitalia in ogni caso continuerà a far parte dell’alleanza internazionale Skyteam, con la compagnia americana Delta e la franco-olandese Airfrance-Klm.

volo etihad atterra a fiumicinovolo etihad atterra a fiumicino

 

IL PERSONALE ALITALIA

Andrà ristrutturata l’intera organizzazione, all’insegna della spinta all’efficienza, l’ottimizzazione dei ricavi, la performance operativa, la sicurezza. Il personale avrà opportunità di crescita professionale con programmi per diventare manager, ingegneristici, piloti cadetti, o anche (volendo) andare a lavorare ad Abu Dhabi in Etihad.

 

LA STRATEGIA? PREMIUM

Il piano prevede il riposizionamento del marchio Alitalia attraverso lo sviluppo dell’offerta «premium». In concreto, significa miglioramento del servizio a terra e in volo, speciali terminali aeroportuali condivisi, lounges di superlusso. Secondo il manager australiano già dal primo trimestre del 2015 Alitalia «sarà riposizionata come un marchio di classe mondiale», che simboleggerà tutto ciò per cui il nostro Paese è conosciuto: «cibo, moda, lusso, cultura, storia, creatività e innovazione».

 

james hogan di etihad a roma foto lapressejames hogan di etihad a roma foto lapresse

La compagnia, insomma, diventerà «un ambasciatore dell’Italia». Nel mirino di Hogan c’è anche il ricchissimo mercato MICE (meetings, viaggi incentivo, fiere, conferenze): quello italiano è il sesto al mondo, e vale 8,4 miliardi di euro. E ovviamente, c’è il mercato del turismo verso il Belpaese. Il programma Millemiglia continuerà, ma verrà potenziato, prevederà collaborazioni con gli azionisti banche e Poste (che diventerà anche un outlet dove saranno venduti biglietti aerei, e gestirà la piattaforma digitale), e verrà integrato con il sistema premiante di Etihad.

 

«WIN-WIN-WIN»

Il messaggio finale di James Hogan è questo: «Stiamo costruendo per il futuro con una chiara visione e un progetto. Questo è il momento delle opportunità e del cambiamento, ma ora servono decisioni dure. Dobbiamo lavorare fortemente per poter far vincere insieme Alitalia ed Etihad».

etihad a fiumicinoetihad a fiumicino

 

Se tutto andrà bene, la previsione per il 2017 è di ritorno all’utile (108 milioni di euro, con un fatturato di 3,7 miliardi di euro). E allora sarà «una vittoria per i viaggiatori italiani e internazionali, che avranno un miglior servizio, nuove rotte e più scelta». Vinceranno anche i dipendenti Alitalia, «che possono guardare a un futuro di lungo periodo più roseo, in cui la loro azienda tornerà a crescere». E secondo Hogan «vincerà anche il popolo italiano, che potrà ritornare ad essere fiero come una volta della loro compagnia di bandiera».

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA