DUELLO ALLO SPORTELLO - NOMINATO CAPO DEGLI AFFARI SINDACALI DELL'ABI, PROFUMO DEVE SMAZZARSI LA BRUTTA GRANA DEL RINNOVO DEL CONTRATTO DI LAVORO - IL SINDACATO DEI BANCARI CHIEDE MENO PRIVILEGI AI BANCHIERI
1. PROFUMO DI FABI
(Ansa) - «La Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari, si augura che le idee, le iniziative e le capacità di Alessandro Profumo, neo Presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro dell'Abi, servano per arrivare, in breve tempo, ad un nuovo contratto nazionale per i lavoratori bancari e a un nuovo modello di banca che garantisca gli attuali livelli occupazionali e che crei le condizioni per nuova occupazione. Auspichiamo, insomma, che questa nomina serva a voltare pagina». Lo afferma, in una nota, il segretario generale Lando Sileoni, il quale ora si augura «che Profumo riporti serenità in un settore troppo spesso condizionato da scandali e privilegi».
(Adnkronos) - «Lavorerò con senso di responsabilità». È l'unica dichiarazione di Alessandro Profumo, presidente di Mps, al termine dell'Esecutivo dell'Abi che lo ha nominato all'unanimità presidente del Casl, il Comitato interno dell'associazione bancaria deputato alle relazioni sindacali. A chi gli chiedeva se, come auspicato dai sindacati bancari, potesse tenersi a fine mese un incontro con i rappresentanti delle sigle a proposito del rinnovo del contratto Profumo si è limitato a dire «non lo so».
ABI Associazione bancaria italiana
2. DAGOREPORT
Sileoni non lo dice esplicitamente, ma è chiaro che il riferimento ai privilegi, secondo quanto Dagospia è venuto a sapere, è diretto proprio ad Arrogance Profumo. L'attuale presidente del Monte dei paschi di Siena si mise in tasca la bellezza di 40 milioni di euro (2 dei quali furono dati in beneficenza subito) quando fu messo alla porta di Unicredit dalle fondazioni bancarie azioniste.
Ora che riparte il negoziato sul rinnovo del contratto di lavoro - il più complesso nella storia del settore - le sigle vogliono mettere le cose in chiaro da subito: se ai colletti bianchi vengono chiesti sacrifici per salvare il "posto", anche gli alti dirigenti non devono essere da meno. Tradotto: stop ai super stipendi, alle stock option e ai mega premi milionari guadagnati sulla pelle degli esuberi.
Ma quanti bancari vorrebbero cacciare gli istituti? Almeno 20mila, secondo le stime più accreditate. Ma più che sul numero di "licenziamenti", la partita si giocherà sul nuovo modello di banca. L'ideona dell'Abi è trasformare le agenzie in market place in cui vendere di tutto, dai biglietti dello stadio alle polizze auto. I sindacati, invece, puntano alla qualità e vorrebbero creare nuove figure professionali, in modo da offrire alla clientela - imprese e famiglie - servizi di consulenza ad alto valore aggiunto, dal fisco all'alta finanza.