silvio berlusconi galassia impero fininvest mondadori mediaset

MA QUANTO VALE LA GALASSIA DELLE HOLDING DI BERLUSCONI? – FABIO PAVESI E FABRIZIO MASSARO HANNO FATTO I CONTI: “IN TRENT’ANNI, DEI 2,5 MILIARDI DI DIVIDENDI TOTALI, NELLE HOLDING PERSONALI DI SILVIO BERLUSCONI È FINITA UNA QUOTA DI CIRCA IL 61%. IN DENARO FANNO 1,5 MILIARDI INTASCATI DIRETTAMENTE DAL CAVALIERE A PARTIRE DALLA SUA DISCESA IN POLITICA. IL RESTO È IN MANO AI CINQUE FIGLI. POI C’È IL PATRIMONIO…

Estratto dell’articolo di Fabrizio Massaro e Fabio Pavesi per “Milano Finanza”

 

BERLUSCONI FIGLI 3

Da trent’anni ci sono due Silvio Berlusconi in Italia. C’è l’uomo politico che dalla discesa in campo sulle rovine di Tangentopoli permea di sé, nel bene e nel male, la scena politica italiana: quattro volte presidente del Consiglio tra il 1994 e il 2011, fondatore del centrodestra italiano, ha percorso per intero la lunga epopea della Seconda Repubblica. […]

 

E c’è il Berlusconi delle origini, l’imprenditore, Sua Emittenza, come veniva chiamato agli inizi dell’avventura televisiva, poi diventato il Cavaliere. O semplicemente “il Dottore”, come lo chiamano i suoi manager.

 

IL TESORO DELLA GALASSIA BERLUSCONI

Da costruttore edile dagli anni 70, è riuscito a costruire un impero mediatico e finanziario come mai prima di lui in Italia, ingigantitosi in parallelo al ruolo di leader politico. Così è diventato uno degli uomini più ricchi del pianeta e, naturalmente, d’Italia. Nel ristretto club dei miliardari di Forbes la famiglia Berlusconi è accreditata di 6,8 miliardi di patrimonio […]

 

[…] Secondo quanto calcolato da MF-Milano Finanza sulla base dei dati di bilancio rielaborati dalle ricerche di R&S di Mediobanca, Berlusconi - e da un certo momento, anche i suoi figli - ha incassato cedole pari a 2,5 miliardi di euro. Una media di 85 milioni l’anno per trent’anni.

 

DORIS BERLUSCONI 11

Una ricchezza iniziata proprio con il mattone con la Edilnord con la quale ha creato dal nulla Milano 2 e poi Milano 3 e proseguita con Fininvest, la finanziaria costituita nel lontano 1978 e che ha sotto di sé i gioielli di famiglia: oltre al mattone, Mediaset con la relativa raccolta pubblicitaria, Mediolanum, la Mondadori, il Milan e ora - una volta ceduta la squadra tanto amata - al Monza calcio […]

 

[…] Sopra Fininvest ci sono le holding personali di controllo di Silvio. Dapprima intestate solo a lui, poi a partire dal 2005 oggetto di un riassetto che, in vista della successione ereditaria, le ha distribuite tra i due rami successori: i figli Marina e Piersilvio da una parte, i figli Luigi, Barbara e Eleonora avuti dal secondo matrimonio dall’altra.

 

piersilvio berlusconi

In origine le scatole di controllo della Fininvest erano 38, poi ridotte a 22, tutte denominate Holding Italiana, Prima, Seconda e via così […]

 

[…] Solo dal 2005 l’assetto viene razionalizzato scendendo da 22 scatole societarie alle attuali 7. Quelle che tuttora governano l’impero Fininvest. Le Holding italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava fanno capo al 100% al Cavaliere e tutte insieme posseggono il 61,2% della capogruppo.

 

MARINA BERLUSCONI AL SAN RAFFAELE

Poi ci sono le quote di Marina e Piersilvio, pari al 7,65% ciascuna, raggruppate nelle Holding italiana Quarta (Marina) e Quinta  (Piersilvio). Ai figli più giovani del Cavaliere  Barbara, Eleonora, Luigi in quote proporzionali è andata la  Holding Italiana Quattordicesima, che detiene il 21,42% della Fininvest. E’ nelle varie holding che affluiscono i dividendi staccati dalla Fininvest.

 

E dire che al momento della discesa in campo, nel 1993, Fininvest non era messa bene, Faceva utili per 11 miliardi di lire, equivalenti al cambio lira-euro attualizzato pari a poco più di 9 milioni di euro. Aveva un capitale netto per soli 1.450 miliardi di lire ed era piena di debiti, oltre 4 , 4 miliardi di lire tre volte il patrimonio netto.

 

marta fascina silvio marina berlusconi

Ma soli quattro anni dopo, in seguito alla quotazione in borsa di Mediaset e di Mediolanum che nel 1996 avevano salvato il gruppo, la situazione finanziaria patrimoniale si era invertita: nel 1997 Fininvest si ritrova con debiti finanziari pari circa l’’80% del capitale netto e con utili cumulati tra il ’95 e il ’98 per 1.500 miliardi di vecchie lire. La progressione è evidente.

 

Al cambio di passo del secolo, nel 2001, Fininvest si presenta con una redditività importante. Gli utili pre-tasse viaggiano al 10% dei ricavi. E il capitale netto si attesta a 2,74 miliardi di euro con un debito finanziario a 2,5 miliardi. Sempre meno leva e profittabilità più che buona.

 

BERLUSCONI FIGLI 3

Gli anni successivi confermeranno il trend che vediamo oggi. Del resto Fininvest poggia da anni su solide basi. Nel 2021 il Biscione vantava un attivo di 8,7 miliardi, ricavi per 3,8 miliardi con un patrimonio netto di gruppo di 3 miliardi, una redditività netta a due cifre sui ricavi (360 milioni l’utile) e un debito finanziario a un terzo del valore dell’equity. 

 

Eppure la vecchia Mediaset pur resistendo sulla marginalità ha perso ricavi. Dal 2015 il gruppo televisivo ha lasciato sul terreno oltre un quarto del fatturato. Per Fininvest la voce tv comincia a farsi dura, dato che Mfe è oggi a bilancio a un valore di carico di 1 miliardo  mentre in borsa la quota di Fininvest vale meno di 700 milioni.

luigi berlusconi fa visita al padre silvio al san raffaele

 

Meglio, molto meglio, Mediolanum, il gruppo bancario della famiglia Doris di cui Fininvest controlla il 30%. A bilancio vale appena 116 milioni  ma sul mercato quella quota capitalizza 1,9 miliardi di euro. Qui, al contrario di Mfe c’è una plusvalenza virtuale di quasi 20 volte.

 

Queste due macchine da soldi non potevano non far affluire ricche cedole alla famiglia e alle sette holding personali. Con metodo, tra l’altro. Un metodo certosino e non casuale. Da sempre la finanziaria di via Paleocapa stacca mediamente dividendi per un livello pari al 2-3% dei ricavi del gruppo. In media fanno appunto 85 milioni di euro l’anno.

 

BERLUSCONI DORIS

Una media certo, dato che ci sono anni in cui il dividendo non viene erogato e però recuperato negli anni successivi con la distribuzione di riserve. Per esempio quando nel 2016 chiuse in perdita a causa della guerra con i francesi di Vivendi per la questione su Mediaset Premium e poi per la cessione del Milan. Un rosso recuperato l’anno successivo.

 

silvio berlusconi con veronica lario la ex moglie di putin e i figli

Il gruppo televisivo non ha ancora approvato i conti 2022 con la relativa cedola; lo hanno fatto invece la banca e la casa editrice. La prima staccherà a Fininvest 111 milioni, la seconda 15 milioni. Ma se si guarda solo al 2021, Fininvest ha reso molto bene: oltre 360 milioni di profitti netti e la cedola alla famiglia di 150 milioni, dei quali poco più di 90 milioni al Cavaliere. Marina e Piersilvio hanno incassato 11,7 milioni a testa. Mentre ai tre figli Barbara, Eleonora e Luigi sono finiti complessivamente 32,7 milioni.

 

Nel frattempo, in attesa delle cedole dell’anno appena concluso, nel 2022 i Berlusconi hanno già attinto alle riserve […]

 

silvio berlusconi nel 1994

In trent’anni quindi, dei 2,5 miliardi di dividendi totali, nelle holding personali di Silvio Berlusconi è finita una quota di circa il 61%. In denaro fanno 1,5 miliardi intascati direttamente dal Cavaliere a partire dalla sua discesa in politica. Il resto è in mano ai cinque figli.

 

Poi c’è il patrimonio. Le quattro holding personali del Cavaliere hanno in carico il 61% di Fininvest al costo storico di 237 milioni di euro. Ma il capitale netto di Fininvest è di 1,59 miliardi: una plusvalenza implicita di almeno 7 volte.

MARINA BERLUSCONI GIANNI LETTA LICIA RONZULLI - BY MACONDO marina berlusconisilvio berlusconi ennio doris

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?