spotify

ANCHE 'STO STREAMING FINISCE IN BOLLA? - SPOTIFY DEBUTTA A WALL STREET A 165,90 DOLLARI PER AZIONE, MA POI RI-CALA A 149 - LA CAPITALIZZAZIONE DELLA SOCIETA’ NATA IN SVEZIA SFIORA I 30 MILIARDI DI EURO - IL GRUPPO HA OPTATO PER UNA QUOTAZIONE DIRETTA AL POSTO DELLA CONSUETA IPO  

SPOTIFY CHIUDE DEBUTTO QUOTAZIONE A 149 DOLLARI PER AZIONE 
(ANSA) - In chiusura della giornata d'esordio della quotazione a Wall Street, il valore dell'azione di Spotify si è attestato poco sotto i 150 dollari (149,01) con un rialzo di quasi il 13% rispetto al prezzo di riferimento che era stato fissato dal Nyse a 132 dollari per azione.

 

 

Sergio Bocconi per il “Corriere della Sera”

 

spotify per prince

Spotify, il colosso della musica in streaming, ha debuttato ieri a Wall Street a 165,90 dollari per azione, il 26,5% in più rispetto al prezzo di riferimento determinato a 132 dollari. Ciò significa che la capitalizzazione della società nata in Svezia (all' esterno della sede della Borsa Usa è stata però inizialmente esposta la bandiera svizzera, sostituita pochi minuti dopo) che si è presentata con il logo Spot (Spotify technology) e che era stata valutata intorno ai 20 miliardi, sfiora i 30 miliardi di dollari.

 

La forchetta di prezzo prevista nelle ore precedenti al via ieri era stata alzata prima a 145-155 dollari, poi a 155-165, quindi è stata ritoccata ancora all' insù (e ridotta in ampiezza) a quota 165-170 dollari.

 

spotify

Negli scambi privati avvenuti all' inizio dell'anno il prezzo aveva raggiunto i 132,50 dollari, per poi salire successivamente fino a 137,5. C'era grande attesa al New York Stock Exchange per questo ingresso in listino, che ha avuto luogo in un periodo nel quale le azioni hi tech e web hanno sofferto parecchio e accusato un' accentuata volatilità per diversi motivi (dallo scandalo Facebook alle vicende Trump-Amazon).

 

L'attesa era però soprattutto legata alle modalità di quotazione, inedite per una grande azienda. Daniel Ek, che nel 2006 poco più che trentenne ha creato Spotify con Martin Lorentzon e che guida la società con il ruolo di ceo, ha optato per una quotazione diretta (dpo, direct public offering) al posto della consueta Ipo (initial public offering).

IL CREATORE DI SPOTIFY

 

Una tipologia di collocamento definita dalla società più «democratica e trasparente» che prevede non vengano emesse nuove azioni e che i titoli siano venduti sul mercato da chi le ha in portafoglio: Spotify, secondo i documenti depositati alla Sec (l' autorità Usa di sorveglianza sui mercati) aveva previsto di raccogliere circa un miliardo di dollari.

 

Il collocamento è avvenuto dunque in modo appunto diretto senza l' intervento di banche con funzione di sottoscrizione e intermediazione. Perciò si è trattato di un debutto senza "paracadute" (cioè senza la possibilità di acquisti per sostenere il titolo) ma anche senza la necessita di road show preliminari. Ciò non significa che Spotify non abbia pagato commissioni: alle banche advisor, Morgan Stanley, Goldman Sachs e Allen & company , secondo stime di stampa americana sarebbero andati circa 30 milioni di dollari, conto più "salato" rispetto a quelli previsti in media per le Ipo.

spotify

 

Senza premarketing e prenotazioni il prezzo di collocamento è stato determinato nel giorno della quotazione, cioè ieri. E, anche se poco dopo il «via» il valore si aggirava sotto i 160 dollari, l' ingresso al Nyse ha fatto «debuttare» ufficialmente anche i due fondatori nel club dei miliardari: la ricchezza di Ek, che detiene una quota pari al 9,2% nella società, è valutabile ora intorno ai 2,8 miliardi di dollari, mentre per Lorentzon, socio con il 12,25%, si arriva a circa 3,7 miliardi.

 

La piattaforma nel mondo ha quasi 160 milioni di utenti mensili, dei quali 71 milioni sottoscrivono la versione a pagamento. Inizialmente Spotify ha funzionato con una tipologia peer-to-peer poi, nel 2014, il modello è diventato quello attuale. Dal 2015 al 2017 la società ha registrato un boom di ricavi, passati da 1,9 miliardi e 4,09 con un tasso annuo di crescita del 45%. Il conto economico resta però in «rosso».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…