ANDREA AGNELLI, UN UOMO SOLO AL COMANDO? A JAKI ELKANN NON VA GIU' - LO SCONTRO SI RIACCENDE DOPO LE PUNTATE DI ''REPORT'' CHE HANNO PICCONATO LO ''STILE JUVE'' - IL SILURAMENTO DI MAROTTA, UOMO DI ELKANN, LA GESTIONE DEL BRAND CR7 E I RICAVI (SCARSI) DERIVANTI DALL'INGAGGIO, LE QUESTIONI SENTIMENTALI E PURE LA GESTIONE DELLA FERRARI. SCOMPARSO MARCHIONNE, CHI METTERÀ PACE TRA I DUE CUGINI?
DAGONEWS
Come è stato accolto da John Elkann, primo azionista della Juventus e capofamiglia Agnelli, il casino mediatico creato dalle puntate di ''Report'' sulla curva juventina e i rapporti con le prime file della società? Ovviamente malissimo. Non bastava l'allontanamento di Marotta, uomo di Elkann dentro la squadra, cui Andrea Agnelli ha dato il colpo di grazia l'altro giorno in assemblea. Prima lodandolo, poi liquidandolo con la perfida frase ''Cambia prima di essere costretto a farlo''.
L'ossessione di Jaki, ereditata dal nonno, è sempre quella: lo ''stile Juve''. Quel ''je ne sais quoi'' che contraddistingueva la squadra torinese, quell'aria rarefatta che aveva anche l'Avvocato nonostante le magagne negli affari e in famiglia, venute a galla prima e soprattutto dopo la morte.
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Ecco, lo stile e il nome della Juve in queste settimane è associato a bagarini, striscioni infamanti, 'ndrine, suicidi misteriosi, dirigenti con rapporti troppo stretti con personaggi loschi (che non vengono allontanati). Anche senza alcuna responsabilità penale, è chiaramente una caporetto comunicativa.
Come se non bastasse, c'è il caso CR7. Non solo le indagini sui presunti stupri, che non aiutano, ma il fatto che il brand Ronaldo non abbia ancora reso alla società quanto si aspettavano i dirigenti. Sponsorizzazioni, partnership, grandi operazioni, orbitano infatti direttamente sul giocatore, che ormai trentatreenne sa bene come funziona il mondo e si è cautelato a dovere: il marchio CR7 è suo e ben poco di quello che incassa arriva alla Juve.
Anche sulla gestione del campione e dei relativi ricavi pubblicitari si è giocato lo scontro Marotta-Andrea, che ormai si comporta da padrone nella squadra, pur essendo il grosso delle azioni in mano al cugino. Che continua a borbottare anche sugli exploit sentimentali del figlio di Umberto, convinto com'è che le faccende di cuore non debbano mai valicare le mura domestiche.
Infine, resta l'eterno scontro sulla gestione della Ferrari, soprattutto dopo la morte improvvisa di Marchionne. Anche quest'anno, il cavallino è restato a bocca asciutta in Formula 1. I due non sono d'accordo sulla gestione della scuderia. Chi la spunterà? Ah, saperlo…