salini impregilo

TU VO’ FA L’AMERICANO – LA SALINI PUNTA ALLA QUOTAZIONE A WALL STREET: IN AMERICA IL 26% DEL BUSINESS. “MA NON LASCEREMO L’ITALIA. QUI POTREMMO AVERE 10MILA PERSONE OCCUPATE IN PIÙ, TANTO LAVORO, SE I PROGETTI CHE ABBIAMO GIÀ IN PORTAFOGLIO POTESSERO ANDARE AVANTI IN MANIERA RAGIONEVOLE”

 

Antonio Spampinato per ''Libero Quotidiano''

 

SALINI COSTAMAGNA

 Pietro Salini vuole seguire l' esempio di Miuccia Prada. Entrambi gli imprenditori intendono mantenere saldamente la sede delle loro holding in Italia, e seguire le annesse leggi di riferimento, ma vogliono anche fuggire dal provincialismo della nostra Borsa: la regina della moda lo ha già fatto da tempo, nel 2011, con la quotazione ad Hong Kong, il re delle costruzioni invece lo farà presto, entro 18 mesi, preferendo però New York.

 

La seconda dipartita, se possibile, sarà ancora più dolorosa. Non tanto, o non solo, perché la Salini Impregilo fattura oltre il doppio di Prada (6,5 miliardi contro 3), ma perché molto probabilmente dirà addio a Piazza Affari, dove vi fluttua liberamente da molti anni, ben prima della fusione tra la Salini e Impregilo.

Wall Street

 

L' azienda del fashion made in Italy invece ha debuttato direttamente nella borsa asiatica e a niente sono servite, almeno per ora, le avances fatte dalla società mercato italiana, controllata dalla britannica Lse, per convincere Miuccia, o meglio il marito Patrizio Bertelli, mente strategica del gruppo, di quotarsi anche nel nostro mercatino. Diversi sono i recenti esempi di Luxottica e di Fca. Nel primo caso è stata la fusione con la francese Essilor a persuadere il patron Del Vecchio a lasciare Milano, anche se tenterà di convincere i soci a una doppia quotazione. Nel secondo Sergio Marchionne pur lasciando Fiat nel listino tricolore, ha cambiato leggi di riferimento spostando all' estero la sede legale.

 

impregilo

L' ad e azionista del colosso delle costruzioni ha invece detto nel corso dell' assemblea che il gruppo Salini Impregilo sta valutando «una potenziale quotazione negli Usa». Salini ha spiegato che il baricentro del gruppo si sta spostando sul mercato americano che rappresenta il 26% circa del business. L' Italia invece rappresenta solo il 10%. Non ha dato l' addio alla Madonnina, ma le probabilità che ciò avvenga sono alte. Anche perché qui si lavora male.

miuccia prada patrizio bertelli

 

«Qui stiamo facendo diverse cose: non vogliamo lasciare l' Italia. Ma potremmo avere 10mila persone occupate in più, tanto lavoro, se i progetti che abbiamo già in portafoglio potessero andare avanti in maniera ragionevole. In Italia tutti fanno un problema di risorse. Bugia, le risorse ci sono, manca la competenza. Non ci sono le norme adeguate e le persone che vogliono farle, ci si nasconde dietro l' idea che non ci sono i soldi, i soldi sono stanziati, ma è un tema di responsabilità».

 

Il colosso italiano delle grandi opere ha messo in vendita la divisione americana "asfalto" di Lane. Questo per fare cassa e poter valutare con maggiore serenità «acquisizioni nel large corporate». Sempre negli Stati Uniti però. «Le opportunità offerte nei nuovi progetti ci hanno spinto a valutare un rafforzamento delle nostre attività negli Usa e il consolidamento del nostro mercato», ha spiegato.

 

CATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANO

Potrebbero essere previsti acquisti anche nel Belpaese ma che non implichino «aumenti di capitale o peggioramento della posizione finanziaria». «Potremo», ha aggiunto, «valutare opportunità di acquisizione di lavori e/o di rami d' azienda, laddove ci sia un' opportunità derivante dall' esigenza di garantire continuità operativa a contratti per la realizzazione di grandi opere».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…