QUEL PASTICCIACCIO UNIPOL-SAI - L'AD CIMBRI MANDA MESSAGGI ALL'ANTITRUST: "DEVI DARCI PIU' TEMPO PER VENDERE I PREMI E ABBASSARNE L'AMMONTARE" - PENA: UN NUOVO CONTENZIOSO TRA SOCIETA' E AUTHORITY

1- I MESSAGGI VELATI CHE CIMBRI MANDA ALL'INDIRIZZO DI PITRUZZELLA
Carlotta Scozzari per Dagospia

La tensione corre sul filo tra l'Unipol guidata da Carlo Cimbri e l'Antitrust capitanata da Giovanni Pitruzzella. Al centro della diatriba ci sono gli 1,7 miliardi di premi assicurativi che l'autorità garante della concorrenza e del mercato ha chiesto al gruppo assicurativo bolognese di cedere per autorizzare la fusione, da poco completata, con il gruppo Fondiaria-Sai.

Inizialmente, per la vendita, l'Antitrust aveva individuato il termine del 31 dicembre, ma poi, complice il fatto che l'offerta - l'unica sul tavolo - dei belgi di Ageas è arrivata in extremis, il 19 dello scorso mese, a Unipol è stata concessa una proroga fino al 15 gennaio.

Ma è molto difficile che per Unipol basti questo semplice spostamento più in là della scadenza. E per rendersene conto basta leggere tra le righe dell'intervista di oggi concessa dall'amministratore delegato di Unipol Cimbri al "Sole 24 ore".

"Ho sempre detto che noi avremmo rispettato gli impegni presi con l'Antitrust - dice Cimbri - Si sta valutando concretamente l'offerta di Ageas ma tenendo ben fermi alcuni principi: deve rientrare in un range di valori congrui sia in termini di condizioni di mercato che di contesto generale. Abbiamo il dovere di tutelare il patrimonio dell'impresa. Vogliamo ottemperare a quanto imposto dall'Authority - aggiunge il numero uno del gruppo assicurativo - ma se le regole non vengano applicate con buon senso si rischia di ottenere delle distorsioni di mercato. Tanto più che, come dimostreranno i nuovi dati al 2013, la nostra quota di mercato è già scesa".

Con queste parole, Cimbri invia numerosi segnali, più o meno espliciti, all'Antitrust. Tanto per cominciare, pare di capire che Ageas offra troppo poco per i premi. Sembrerebbe quasi che l'offerta dei belgi non arrivi nemmeno ai 500 milioni minimi chiesti da Unipol. Insomma, per Bologna si tratterebbe di una svendita, cosa che spinge Cimbri ad agitare lo spettro del danno patrimoniale. Il che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe aprire la strada a un contenzioso diretto tra Unipol e l'Antitrust, rea di spingere la compagnia a vendere a un prezzo troppo basso.

Eppure, la legge italiana è chiara: se si vuole a procedere a una fusione, l'Authority, per evitare che il potere sia concentrato nelle mani di pochi, è chiamata a fissare dei paletti. Unipol avrebbe dovuto immaginarlo sin dal primo momento in cui, sotto la regia di Mediobanca e Unicredit, si è imbarcata nell'avventura Fonsai. Ma la compagnia assicurativa ha preso male la cosa sin dall'inizio. Basti pensare al ricorso al Tar presentato proprio contro l'Antitrust nel 2012 e poi ritirato la scorsa estate.

Unipol contestava il calcolo delle quote assicurative di riferimento dell'Authority, che ha stabilito che il gruppo debba scendere sotto la quota di mercato del 30% in tutti i rami dell'attività assicurativa a livello sia nazionale sia provinciale. E proprio a questo riguardo arriva l'altro importante messaggio lanciato tra le righe dell'intervista di Cimbri. Quando dice che "la nostra quota di mercato è già scesa", l'ad di Unipol sembra intendere che l'ammontare dei premi da cedere, pari a 1,7 miliardi, andrebbe rivisto al ribasso.

In sintesi, dunque, volendo parafrasare le parole di Cimbri, Unipol chiede all'Antitrust più tempo per cedere le attività e/o per convincere Ageas a sborsare qualche soldo in più, nonché una revisione al ribasso dei premi da vendere. Pena un possibile nuovo contenzioso da avviare contro l'Authority. Che a sua volta, se la compagnia non rispetta i paletti fissati, ha il potere di avviare una procedura di inottemperanza al termine della quale potrebbe comminare a Unipol sanzioni da 155 milioni a 1,55 miliardi.

2- "PER UNIPOL-SAI UN 2013 OLTRE LE PREVISIONI"
Laura Galvagni per "il Sole 24 ore"

La vendita degli asset ad Ageas? Solo se tutela il patrimonio di UnipolSai. Il target da 800 milioni di utili al 2015? Per ora è certo che UnipolSai al 2013 è oltre le previsioni di piano. In questo colloquio con Il Sole 24 Ore l'amministratore delegato della nuova realtà assicurativa non nega la soddisfazione nel vedere finalmente concretizzato un progetto sul quale a lungo tanti hanno lavorato e soprattutto ci tiene a esprimere il proprio punto di vista su alcune questioni chiave che hanno accompagnato il progetto di aggregazione: dal tema strutturati fino ai rapporti con Mediobanca e i Ligresti.

La fusione tra Unipol Assicurazioni e la galassia FonSai è stata accompagnata da numerose polemiche. Spesso è stata dipinta come la risposta alla necessità di Mediobanca di risolvere una tema debito, i famosi subordinati, e all'esigenza di Unipol di mascherare debolezze, quali la questione strutturati e l'asset Unipol Banca.
Chiariamo una cosa, Unipol studiava da tempo il dossier FonSai. Le nostre precedenti avances però sono sempre state respinte e accolte con freddezza, da Mediobanca stessa. Tanto è vero che prima di aprire la porta a noi è stato sondato l'intero settore assicurativo europeo. Un progetto industriale di questa portata non si inventa in una settimana. Ecco perché a gennaio abbiamo fatto rapidamente la due diligence, industrialmente avevamo già le idee chiarissime. Quanto al tema subordinati (1,5 miliardi verso Mediobanca, ndr), si pone ora, ossia ad aggregazione compiuta. La concentrazione è diventata eccessiva e nell'arco del piano industriale lavoreremo per ridurla a soglie sostenibili.

Riguardo agli strutturati Consob ha chiuso l'analisi, risulta non siano stati chiesti aggiustamenti rispetto a quanto già scritto nei conti.
Abbiamo sempre ritenuto che il nostro portafoglio fosse valutato correttamente. Tant'è che abbiamo ridotto l'esposizione realizzando pure delle plusvalenze. La nostra controparte dell'epoca lo ha reso un problema, costruendolo ad arte come tale nel tentativo di modificare la dinamica delle trattative.

Unipol Banca invece resta un tema. Quando farete l'aumento di capitale?
Aspettiamo che la banca presenti il nuovo piano industriale e poi faremo le dovute considerazioni circa le eventuali esigenze di patrimonializzazione, che in ogni caso non credo saranno esagerate: parliamo di milioni, non certo di miliardi.

Cosa avete trovato invece quando siete entrati in FonSai? Cosa hanno lasciato i Ligresti?
Riguardo ai rapporti con i Ligresti, ormai è tutto materia di aule di Tribunali che faranno il loro corso, riteniamo comunque che a loro non spetti il diritto di recesso. Quanto a ciò che abbiamo visto in Fondiaria, ancor prima di entrare sapevamo che le questioni chiave erano due: le riserve e il portafoglio immobiliare. Per questo con il primo bilancio firmato abbiamo fatto tutta la pulizia che ritenevamo necessario fare. A margine abbiamo individuato altri temi, quelle delle partecipazioni finanziarie e quello degli asset industriali non coerenti con il core business. Riguardo alle prime, abbiamo già venduto Generali, Mediobanca e Pirelli e su Rcs abbiamo le mani libere. Quanto al resto, ossia alberghi, cliniche e aziende agricole le abbiamo di fatto trovate abbandonate a sé stesse. Ora stiamo riconducendo queste attività a una sana e prudente gestione poi valuteremo caso per caso le opportunità di integrazione o valorizzazione.

E il business assicurativo?
Abbiamo sempre ritenuto l'apparato di Fondiaria un buon impianto operativo con forte posizionamento competitivo che meritava però un grande lavoro industriale. Il motore c'è: si tratta di farlo girare al meglio.

UnipolSai parte però con i rischi legati alle inchieste ancora in corso.
La gestione pregressa di FonSai vede la società stessa parte lesa, tanto è vero che ci siamo costituiti parte civile. Quale vantaggio ha avuto Fondiaria dall'occultamento delle perdite? Qualcuno si vuole arricchire sfruttando dei cavilli giuridici, pescando magari nelle tasche dei nuovi soci, che hanno investito su un progetto industriale concreto, per dare denari a chi invece ha scommesso durante la vecchia gestione.

Il primo banco di prova di UnipolSai è la vendita del portafoglio premi imposta dall'Antitrust. Cosa risponderete ad Ageas?
Ho sempre detto che noi avremmo rispettato gli impegni presi con l'Antitrust. Si sta valutando concretamente l'offerta di Ageas ma tenendo ben fermi alcuni principi: deve rientrare in un range di valori congrui sia in termini di condizioni di mercato che di contesto generale. Abbiamo il dovere di tutelare il patrimonio dell'impresa. Vogliamo ottemperare a quanto imposto dall'Authority ma se le regole non vengano applicate con buon senso si rischia di ottenere delle distorsioni di mercato. Tanto più che, come dimostreranno i nuovi dati al 2013, la nostra quota di mercato è già scesa.

Il piano industriale prevede 800 milioni di utili al 2015, centrerete l'obiettivo?
Sulla base degli andamenti attuali il nostro programma al 2013 è assolutamente in linea, se non oltre le previsioni originali di piano. Questo è un gruppo assicurativo che già oggi produce utili importanti.

L'Ivass ha chiesto entro giugno 2015 una revisione della governance, l'amministratore delegato di UnipolSai non potrà essere lo stesso di Unipol gruppo finanziario.
C'è un tema di responsabilità, cercherò di accompagnare al meglio questo processo di aggregazione e fra 18 mesi chiederò agli azionisti che tipo di contributo si aspettano da me e valuterò il da farsi.

Convertirete le azioni risparmio?
Avere tre categorie di azioni non è efficiente, le abbiamo ereditate. Sarebbe utile una categoria unica di azioni purché ciò crei valore per tutti gli azionisti.

Qual è la priorità per UnipolSai?
Coinvolgere e motivare le persone - agenti e dipendenti - che lavorano in questo gruppo e che ne costituiscono l'unico vero asset imprescindibile.

 

CARLO CIMBRI jpegCARLO CIMBRI GIOVANNI PITRUZZELLA DA NAPOLITANOGIOVANNI PITRUZZELLAIL QUARTIER GENERALE DI UNIPOL CHE PUNTA AD ASSICURARSI FONSAI unipolLA SEDE DI FONDIARIA SAI LA SEDE DI MEDIOBANCA sede MEDIOBANCAligresti salvatorenagel

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA