il disastro della moby prince

UN MISTERO CHIAMATO “MOBY PRINCE” - A 26 ANNI DAL DISASTRO ARRIVA IL COLPO DI SCENA: FU UNA BOMBA A PROVOCARE LA MORTE DI 140 PERSONE - UNA NUOVA PERIZIA HA ACCERTATO LA PRESENZA DI ESPLOSIVO, SMENTITA DALLA MARINA, NEL LOCALE ELICHE A PRUA DEL TRAGHETTO

Pierangelo Maurizio per “la Verità”

 

SESTINI05 disastro moby prince corSESTINI05 disastro moby prince cor

È stato il peggiore disastro della marina mercantile italiana dal Dopoguerra. Eppure per i 140 morti della Moby Prince (64 membri dell' equipaggio e 76 passeggeri) arsi vivi o soffocati dal fumo, in un'agonia durata, ore e per le loro famiglie la giustizia non è mai arrivata. Il traghetto di proprietà della Navarma diretto ad Olbia era appena salpato da Livorno, la sera del 10 aprile 1991. Intorno alle 22.25 entrò in collisione con la petroliera dell' Agip, Abruzzo, stracolma di petrolio e da poco alla fonda in rada, forse in un punto dove non avrebbe dovuto esserci.

 

Ventisei anni dopo, la commissione parlamentare d' inchiesta del Senato, presieduta da Silvio Lai (Pd), sta imboccando con decisione la pista peggiore. L'attentato. Una bomba lasciata nel bow thruster, il locale del motore delle eliche di manovra a prua. Quella sera tutto l' equipaggio (28 persone) della petroliera Agip fu tratto in salvo. Sulla Moby morirono tutti per il petrolio in fiamme che si riversò dalla Abruzzo: prima anomalia, perché il traghetto bruciò per tutta la notte a tre miglia dalle banchine di Livorno nel caos immondo dei soccorsi.

 

MOBY PRINCEMOBY PRINCE

Si salvò solo il mozzo Alessio Bertrand, buttatosi in mare. Secondo le comunicazioni registrate tra la pilotina che lo recuperò e la capitaneria avvertì che «c' è ancora gente viva», poi gli fecero dire che «erano tutti morti». L' altra balla colossale fu la «nebbia fittissima» causa dell' incidente, in una serata stellatissima di primavera. Insieme all' infamia che cercò di far passare l' equipaggio «distratto» a guardare la partita in tv Juventus-Barcellona, per far ricadere le colpe sul comandante Ugo Chessa morto nel rogo insieme alla moglie.

 

Non a caso i figli del comandante, Luchino e Angelo, tutti e due medici, sono i più combattivi tra i familiari delle vittime, che nel 2015 sono riusciti ad ottenere la commissione d' inchiesta. Oltre alle altre quattro consulenze volute dal presidente Lai (attrezzature della «Moby», medico legale, dinamica dell' incendio, timone), decisiva è la quinta. Quella affidata all' esperto di esplosivi dell' esercito, il maggiore Paride Minervini.

 

IL DISASTRO DELLA MOBY PRINCEIL DISASTRO DELLA MOBY PRINCE

Nelle settimane prima di Natale alla presenza di tutti i consulenti sono stati recuperati i reperti originali, in particolare quelli relativi al locale eliche e al garage soprastante. Dalle indiscrezioni il primo esame dei reperti avrebbe fatto una certa impressione: l'idea è che la quantità di esplosivo presente nel locale eliche di manovra potesse essere consistente. Per il resto riserbo totale. I risultati sono previ sti per i primi di febbraio.

 

Il disastro della Moby Prince è una storia lunga più di un quarto di secolo consumata tra i depistaggi più vergognosi in un Paese che pure in materia ha purtroppo una tradizione. Sul piano giudiziario è finito in niente. Nel primo processo i quattro imputati di omissione di soccorso e omicidio colposo (tutte figure di secondo piano: terzo uf ficiale di coperta dell' Agip Abruzzo, il secondo comandante e l' ufficiale di guardia della capitaneria, un marinaio di leva) furono assolti. «Il fatto non sussiste». L' appello finì con la prescrizione.

 

IL DISASTRO DELLA MOBY PRINCE IL DISASTRO DELLA MOBY PRINCE

Del nuovo procedimento aperto nel 2006 su insistenza dei familiari delle vittime la procura di Livorno nel 2010 ha chiesto e ottenuto l' archiviazione. Il resto sono tanti soldi, si parla di 70 miliardi di lire in risarcimenti pagati sull' unghia da un pool di assicurazioni - che di solito non brillano per sensibilità - pur di chiudere in fretta questa storia sciagurata.

Ora la commissione parlamentare d' inchiesta cerca di recuperare il tempo. E qualcuno forse comincia a preoccuparsi. L' ipotesi dell' esplosione di una bomba a bordo fu avanzata da subito. Più che un' ipotesi.

 

L' esplosivista della polizia scientifica Alessandro Massari individuò nel locale dell' elica di manovra di prua e nel garage 7 molecole: 5 riferibili ad esplosivi civili e 2 ad esplosivi militari che per comodità riassunse nel famigerato Semtex. Risultati confermati anche dall' Enea. Tuttavia la commissione del ministero della marina mercantile si affidò invece agli specialisti di Mariperman, la specifica commissione permanente della marina militare. Che conclusero: «Nessuna bomba, esplosione provocata dai gas scaturiti dall' incendio del petrolio». Da allora è la verità ufficiale, stesa come un sudario sui 140 morti del Moby.

IL DISASTRO DELLA MOBY PRINCE  IL DISASTRO DELLA MOBY PRINCE

 

«Le valutazioni di Maripermansi sono basate sulle deformazioni delle lamiere prodotte da un' onda sferica tipica delle esplosioni da gas e sulla conclusione che nessun ordigno possa essere stato collocato su una qualsiasi struttura della nave» osserva Gabriele Bardazza, consulente delle famiglie: «Peccato che abbia trascurato la possibilità che l' ordigno fosse so speso, legato ad esempio alla balaustra che risulta divelta».

 

Al maggiore Paride Minervini spetta il compito che vale una porzione consistente di verità: quanto era l' esplosivo e - qualora ne sia confermata la presenza - se vi era anche esplosivo militare. Ma soprattutto: l' esplosione è avvenuta prima o dopo la collisione con la petroliera? Nel secondo caso si potrebbe ancora pensare ad un trasporto di esplosivi illegale, tutt' al più una concausa del disastro. Nel primo la spiegazione sarebbe una sola e una sola. Strage. Qualcuno, seppure non voluta, la mise in conto.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA