L’ESAME-FARSA DI SUAREZ A PERUGIA - “PIACE MOLTO FARE BERCUE” (CIOÈ IL BARBECUE), “BAMBINO PORTA COCUMMELLA” (I COCOMERI), “HO 5 HERMANO” - MALGRADO LE DOMANDE INVIATE IN ANTICIPO, SUAREZ SFOGGIA UN ITALIANO CON I VERBI ALL’INFINITO, PAROLE SPAGNOLE FRULLATE A CASACCIO. LA COMMISSIONE RIDE E ALLA FINE GLI DICE: “SEI STATO FORTUNATO CHE C’È SOLO L’ORALE, VA BENE COSÌ, MA ADESSO STUDIA” - SENZA LA CITTADINANZA, LA JUVENTUS NON AVREBBE POTUTO TESSERARLO IN QUANTO AVEVA GIÀ OCCUPATO I DUE SLOT PER I GIOCATORI EXTRACOMUNITARI
Salvatore Riggio per corriere.it
Se ancora ci fossero dei dubbi, ecco come è andato veramente l’esame di Luis Suarez — attaccante dell’Atletico Madrid in estate nel mirino della Juventus — all’Università per stranieri di Perugia.
Una prova, quella sostenuta dall’uruguaiano, per ottenere il livello B1 in italiano svolta il 17 settembre e che ha permesso al giocatore di ottenere la cittadinanza e il passaporto italiano. Il caso è poi finito al centro dell’inchiesta della Procura del capoluogo umbro, dopo la scoperta che le domande erano state inviate a Suarez in anticipo. Senza la cittadinanza, la Juventus non avrebbe potuto tesserarlo in quanto aveva già occupato i due slot per i giocatori extracomunitari.
Le trascrizioni
Da quanto ricostruito, l’esame di Suarez è stato una farsa imbarazzante per tutti. Tantissime le risposte balbettanti dell’attaccante agli esaminatori Lorenzo Rocca e Danilo Rini. Il tutto è venuto fuori dopo che l’uruguaiano è stato ascoltato in videoconferenza insieme al suo manager — come persona informata dei fatti — dai magistrati di Perugia. Un’indiscrezione trapelata sabato 19 dicembre. Ecco alcuni stralci riportati.
Verbi all’infinito
«Allora, possiamo iniziare con l’esame, intanto se ci parla un po’ di lei, se si può presentare», dicono Rocca e Rini. «Io mi chiamo Luis, sono nato in Salto, Uruguay . Quando avevo 7 anni, poi (termine incomprensibile, ndc) da Uruguay. Sono sposato con mia moglie da 10 anni. Ho tre figli, una bambina di 10 anni. Io avevo in Barcelon… Barcellona, da sei anni! Io sono calciatore, professionista», la risposta «claudicante» dell’attaccante.
E si fa avanti così. In un’occasione sono gli esaminatori stessi a suggerire qualche parola a Suarez (ad esempio il verbo «giocare»), che prova a spiegare che gioca nella sua Nazionale, l’Uruguay, e racconta la carriera intrapresa prima di approdare al Barcellona dal Liverpool nel 2014 e come impiega il tempo libero: «Gioco alla Play Station, con miei figli. Dopo piace molto (incomprensibile, ndc) in Uruguay fare bercue (cioè il barbecue, ndr), con i miei amici! Con mia famiglia. Stare insieme». Insomma, le difficoltà di Suarez ci sono, eccome.
Cocummella o cocomero?
LUIS SUAREZ E L'ITALIANO BY OSHO
Suarez viene poi invitato a descrivere un’immagine: «Ci sono due persone, una mamma e un bambino. Mamma aiuta, poi aiuta a fare i compiti! Eeee, bambino, una pena sul quaderno a fare. La mamma indossa una maglietta rossa. Bambini indossano camicia celeste. La mamma porta gli occhiali».
«Va bene, benissimo! Un’altra immagine», avevano proseguito i professori. E Suarez: «Ci sono quattro persone. Papà, mamà e bambino e bambine, a fare cibo. Il supermercato, la spesa. A mangiare, il bambino porta cocummella». «Cocomeri, (risata, ndr)», aveva corretto Rini. «Sì, sì. Peperoni e frutta e verdura! Poi carrello. Mocio molto (termine incomprensibile, ndc) molto felice i bambini», aveva continuato Suarez in un italiano più che incerto.
«Ho cinque hermano»
CHIELLINI SUAREZ BY BOCHICCHIO
La seconda parte dell’esame verte su un confronto fra il concetto di famiglia in Italia e in Uruguay. «In Uruguay —prova a spiegare Suarez — la famiglia è molto numerosa. Per esempie, io accolto mia famiglia molto numerosa, cinquo hermano... cinquo fratelli». E ancora: «La moglie e il marito devono fare tutto insieme, dipende dalla legge fare o non fare una cosa, tutti insieme. E mia famiglia, discutiamo con mia moglie può fare qualcosa, è normale».
Bambino scuola
Infine, al candidato Suarez viene proposta una conversazione immaginaria con un amico e alla domanda su come sta, il calciatore continua a balbettare non poco: «Bene, molto contento. Famiglia molto felice, bambino scuola, ma poco preoccupato. Perché non ho molto tempo qua a stare in famiglia, giocare alla playstation, figli, fare una cosa con mia moglie. Torno, torno il pomeriggio, alle 3, sono un po’ preoccupato».
Che fortuna
Alla fine dell’esame, una confidenza dei professori all’uruguaiano: «Già sei stato abbastanza fortunato, perché c’è solo l’orale. Altrimenti, sarebbe stato un po’ più difficile. Va bene così, però, credo che nei prossimi mesi lei segua delle lezioni di italiano, no? Dovrà studiare italiano». A dimostrazione della farsa appena sostenuta.
I fatti
Come detto, nei giorni scorsi il giocatore è stato sentito come persona informata dei fatti dai magistrati di Perugia: avrebbe ammesso che già sapeva i contenuti della prova, le domande del test necessario per preparare i documenti per la cittadinanza italiana. Inoltre, lunedì 14 dicembre si era dimessa la rettrice dell’Università per Stranieri di Perugia, Giuliana Grego Bolli.
La decisione è stata comunicata con una lettera indirizzata al ministro Gaetano Manfredi. La rettrice era già stata sospesa per otto mesi dall’esercizio del pubblico ufficio assieme al direttore generale dell’università perugina e ai due docenti che si erano occupati dell’esame. Dai primi atti di indagine trapelati, era emerso che al calciatore era stato passato l’intero esame di italiano, domande e risposte comprese, nei giorni precedenti al test.
Paratici indagato
Anche i vertici della Juventus risultano indagati nell’inchiesta. In particolare il direttore dell’Area Tecnica, Fabio Paratici, con l’accusa di false dichiarazioni all’autorità inquirente: ha negato ai magistrati di aver interessato alla vicenda Suarez la ministra Paola Micheli, come invece è emerso dalle indagini. Secondo l’accusa, la società bianconera «si è mossa ai massimi livelli istituzionali per velocizzare la pratica ministeriale di riconoscimento della cittadinanza», tramite il dirigente Paratici che chiama la ministra De Micheli e tutta la catena di contatti al Viminale che ne è scaturita. Niente di illecito, probabilmente, ma quando a Paratici è stato chiesto dai pubblici ministeri se fosse intervenuto in qualche modo, lui lo aveva escluso, incappando nell’accusa di «false informazioni».
Dagli accertamenti svolti al ministero dell’Interno, è emersa la possibilità per Suarez di ottenere il passaporto italiano, sulla base di una vecchia pratica già avviata da tempo e che si poteva chiudere con rapidità. Ma serviva l’attestato dell’ateneo umbro, a quel punto indispensabile.
«Ci stiamo occupando come legali della società della vicenda Suarez», aveva detto l’avvocato della Juve, Maria Cesarina Turco, indagata per falso, l’8 settembre, quando aveva chiamato il direttore generale dell’Università per stranieri, Simone Olivieri. È questo il primo atto della trama.
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