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“BERLUSCONI: FINITO IL MITO, INIZIA LO SPEZZATINO DEL VITELLO D’ORO” – CECCARELLI SULLE QUESTIONI EREDITARIE DEL CAV – BANCONOTE IN BUSTA PER LE PROSTITUTE REDENTE, BIGIOTTERIA ALLE “FARFALLINE”, COMPENSI AI RUFFIANI, ASSEGNI A DON GELMINI, QUELLA DI SILVIO ERA UNA LIBERALITÀ ISTINTIVA E CALCOLANTE. MOLTI NE HANNO APPROFITTATO; MA IL CAV HA SEMPRE IGNORATO TANTO I NUMEROSI VAMPIRI QUANTO I FURBONI..."

Estratto dell'articolo di Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

 

silvio berlusconi e suoi figli

Silvio Berlusconi lascia tanta roba, ma tanta sul serio. Una vertigine, uno sterminio, una tale infinità di soldi, aziende, ville, palazzi e ammennicoli che nell’immaginario italiano, ormai da più di trent’anni, supera la semplice dimensione contabile per entrare in quella incandescente e contagiosa del Mito. Dalla Bibbia, per intendersi, a Paperon de Paperoni che si tuffa e fa il bagno nelle monete.

 

E questo anche perché ai veri miliardari “la ricchezza non basta — ha scritto sull’Avvenire Luigino Bruni, economista e grande esegeta delle Scritture: — i veri potenti hanno bisogno che la loro ricchezza sia vista, lodata, invidiata, e quindi deve essere eccessiva, dissipata, sprecata in cose inutili.

 

(...)

Veronica Lario con Silvio Berlusconi e i figli

Natali, capodanni, compleanni, cerimonie di fine legislatura, premi per i collaboratori (con Dell’Utri non si pensi mica che è la prima volta), ricompense per le amichette (ciò che gli ha creato un sacco di guai); ogni occasione era buona e Berlusconi regalava automobili, appartamenti da Milano a Palermo, gioielli, costosi bracciali, un tempo palmari e poi telefonini per i suoi parlamentari, una volta anche un tapis-roulant a ciascuno.

 

Le sue incommensurabili dotazioni lo portavano, prima delle feste, a regalare i più invidiati e rigogliosi pacchi ai dipendenti (ma guai a chiamarli così) di Mediaset; e portafogli ai giornalisti, vacanze agli agenti di Ps feriti a Genova, banconote in busta per le prostitute redente, bigiotteria alle “farfalline”, compensi ai ruffiani, assegni a don Gelmini e una quantità inimmaginabile di beneficenza, dal rugby l’Aquila alla Baggina fino ai quattrini elagiti brevi manu alla vedova che lo implorava “Commendatore! Commendatore!”.

LE LACRIME DI MARTA FASCINA - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

 

Oltre alle cravatte di Marinella, Berlusconi ha regalato statue (a Bush), orologi (18 solo a Tony Blair), un volumone con la copertina in marmo pregiato (24 kg) ai leader del G8, quadri (anche a Di Maio) e milioni di euroconvertitori agli italiani per fare i conti quando partì l’euro.

 

Era la sua una liberalità istintiva e insieme calcolante: bastava che qualcuno guardasse con desiderio l’orologio del Milan, sul cui quadrante campeggiava quella stessa firma che nel 2001 campeggiava sul “Contratto con gli italiani” e che si è rivista ieri sotto i tre testamenti, perché Berlusconi se lo slacciasse dal polso e lo regalasse seduta stante. Così come ha regalato pacchi di pasta ai pensionati, sul modello di Achille Lauro, senza minimamente vergognarsene. Uno slancio mosso dal piacere di essere amato e dalla necessità di mantenere alta la fama di chi, pieno zeppo di risorse, andava incontro al popolo con il cuore in mano. Molti ne hanno certamente approfittato; ma il Cavaliere ha sempre ignorato tanto i numerosi vampiri quanto i furboni.

 

silvio berlusconi forza italia

Altre contingenze minacciavano il suo patrimonio. Perciò continuava a far scorte di regali prevedendo occasioni e opportunità. Ha raccontato l’avvocato Ghedini dopo l’impiccio di Noemi, quando il gioielliere Damiani venne convocato ad Arcore e il Cavaliere “si mise lì, paziente, a ordinare: 30 collanine, 20 ciondoli, 40 bracciali. Berlusconi — insisteva — è fatto così, gli piace sorprendere e gratificare”.

 

Forse c’entra poco, o forse è una pretesa eccessiva cercare di capire oggi se nell’ultimo regalo della sua vita è riuscito a sorprendere e gratificare tutti e cinque i figli intorno ai quali, a partire dalla prima lettera di Veronica (gennaio 2007) s’era venuto a creare, nei criteri di ripartizione tra primo e secondo letto, un discreto, ma stringente groviglio ereditario. Nel frattempo l’eccezionale e debordante ricchezza di Berlusconi ha cessato di essere di un solo uomo. Finisce il Mito, inizia lo spezzatino del vitello d’oro.

berlusconi ereditàIMPERO DI SILVIO BERLUSCONI - EREDITA E AZIENDEL'IMPERO DI SILVIO BERLUSCONI - LA STAMPA

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