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C’È UNO 007 INDAGATO NELL'INCHIESTA SUL PRESUNTO DOSSIERAGGIO – SI TRATTA DI UN FUNZIONARIO DELL’AISE, AMICO DEL FINANIERE PASQUALE STRIANO – FONTI DI GOVERNO SI AFFRETTANO A PRECISARE CHE LO 007 NON HA INCARICHI OPERATIVI NE’ LI HA AVUTI IN PASSATO – MA PER CANTONE “APPARE EVIDENTE COME LA ‘VICENDA CROSETTO’ NON SIA ALTRO CHE UNA GOCCIA NEL MARE”. E SEMBRA “INVEROSIMILE” CHE STRIANO E LAUDATI SI MUOVESSERO SOLO PER COMPIACERE I CRONISTI CON CUI ERANO IN CONTATTO – ANCHE UN ALTO PRELATO VATICANO ERA STATO “ATTENZIONATO” – LAUDATI SPEDI’ UN FILE CON LA SUA VERSIONE DIFENSIVA A 50 PERSONE, TRA CUI ALFREDO MANTOVANO – IL DAGOREPORT  

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RAFFAELE CANTONE CHIARA COLOSIMO

1. ANTIMAFIA TRATTERÀ CASO DOSSIER IL 10 SETTEMBRE (ANSA) -  La Commissione antimafia tratterà il caso dell'inchiesta sui presunti dossier della Procura di Perugia mercoledì prossimo 10 settembre. La questione sarà affrontata nell'ambito dell'ufficio di presidenza convocato appunto per mercoledì prossimo. Non si esclude che possano essere valutate eventuali audizioni sulla vicenda. 

 

2. DOSSIER: 007 INDAGATO NON HA INCARICHI OPERATIVI

RAFFAELE CANTONE

(ANSA) - Lo 007 indagato nell'inchiesta della procura di Perugia sui presunti dossier a carico di politici e vip nella quale sono indagati anche l'ex pm Antonio Laudati e il tenente della Gdf Pasquale Striano, non ha incarichi operativi all'interno dell'Aise - l'Agenzia per la sicurezza esterna - e non li ha avuti neanche in passato. Lo si apprende da fonti di governo che sottolineano anche come vicenda non ha nulla a che fare con quella della selezione per entrare all'Aise della moglie del ministro Crosetto.

 

Secondo le stesse fonti l'episodio per cui è indagato lo 007 - una richiesta di informazioni a Striano su un monsignore del Vaticano - nulla ha a che fare con l'Agenzia. Si tratta, sottolineano ancora, di un "episodio chiuso": sono infatti stati fatti tutti gli accertamenti dai quali è emerso che lo 007 si è mosso autonomamente, sfruttando una conoscenza pregressa con Striano.

 

GAETANO PECORARO INTERVISTA PASQUALE STRIANO - LE IENE

Quale sia il motivo della sua richiesta all'ufficiale della Gdf è una questione che riguarda l'inchiesta della procura di Perugia. La vicenda dunque, viene ribadito dalle fonti, non ha nulla a che fare con quella della selezione per entrare all'Aise della moglie del ministro Crosetto. Una selezione che si è tenuta circa un paio di anni prima che la notizia uscisse sul quotidiano 'Domani', verso la fine del 2023, un anno dopo l'uscita delle notizie sulla situazione reddituale del ministro. Anche su questi aspetti, in ogni caso, sarebbero stati fatti accertamenti che avrebbero escluso che le informazioni siano arrivate da fonti istituzionali.

 

3. INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI, INDAGATO ANCHE UNO 007

Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 Tra gli indagati nell’inchiesta di Perugia sui presunti dossieraggi c’è anche un funzionario dei Servizi segreti amico del luogotenente Pasquale Striano, accusato come lui di accesso abusivo ai sistemi informatici e rivelazione di segreto.

PASQUALE STRIANO

 

È un salto di qualità significativo, nel lavoro del procuratore Raffaele Cantone e della sua sostituta Laura Reale secondo i quali «appare evidente come la “vicenda Crosetto” non sia altro che una goccia nel mare»; «una parte infinitesimale dell’uso abusivo del ruolo da parte di Striano», autore di «migliaia di accessi abusivi trasmettendo poi molti dei dati acquisiti ai giornalisti».

 

Tuttavia, proseguono i pm nella richiesta di arresti domiciliari avanzata nei confronti del tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano e dell’ex sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Antonio Laudati, deve ritenersi «inverosimile» che l’investigatore si muovesse solo per compiacere i cronisti amici; di qui gli «accertamenti ulteriori finalizzati a comprendere, laddove possibile, per conto di chi Striano abbia potuto agire».

 

[…]

 

Antonio Laudati

E tra le attività sospette ci sono i contatti con un carabiniere in servizio presso l’Aise, il servizio segreto esterno, il neo-indagato che nel marzo 2022 chiedeva al finanziere in servizio alla Dna accertamenti su un alto prelato vaticano. «Grazie amico mio», concludeva il suo messaggio ripescato dal telefono di Striano. Il quale però lo avverte che «sono notizie triplo riservate, attenzione all’utilizzo, risalgono a me senza problemi... Troppo». L’uomo dei Servizi rassicura Striano: «Non ti preoccupare, le gestisco come sai»; una frase da cui, secondo i pm, «si evince la sussistenza di un pregresso rapporto tra i due». […]

 

RAFFAELE CANTONE CHIARA COLOSIMO

Il monsignore «attenzionato» ha lavorato in passato alla segreteria di Stato e a Propaganda Fide, ed è divenuto Rappresentante della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli prima di essere rimandato alla diocesi di appartenenza; la segnalazione di operazione sospetta (Sos) trasmessa da Striano riguardava «movimentazione costituita da rilevante operatività in contanti» sul suo conto corrente e bonifici su un conto Ior derivanti da un assegno di 148.000 euro.

 

Perché lo 007 amico abbia chiesto a Striano di interessarsi a quei soldi è oggetto dell’indagine in corso, mentre quello che la Procura ritiene di avere accertato è la piena consapevolezza, sia di Striano che di Laudati, di agire al di fuori delle regole.

 

GUIDO CROSETTO

Il magistrato, sottolineano i pm, «per motivi suoi personali sfrutterà queste modalità illecite messe in atto dal finanziere, «utilizzandolo come una sorta di “polizia privata”». Il riferimento è alle vicende già note dei quattro accessi abusivi contestati in corso ai due indagati, come gli accessi relativi ai condomini del mare e di Roma dove ha casa Laudati.

 

Quando i nodi sono venuti al pettine, l’allora pm della Dna ha prima preso le difese di Striano e poi tentato di distaccarsene, ad esempio con la nota inviata al procuratore nazionale Melillo nella quale — dopo l’avvio dell’inchiesta penale — scrive che «il militare lavora solo per alcuni giorni a settimana presso la Dna, svolgendo il ruolo di ufficiale di collegamento con il Nucleo di polizia valutaria della Gdf, al quale appartiene e ove presta servizio».

 

Antonio Laudati

I superiori della Finanza hanno invece riferito che Striano ha lavorato «solo per conto e nell’esclusivo interesse della Dna». Come risulta pure da un documento dell’aprile 2020 scritto da Laudati e controfirmato dal procuratore nazionale dell’epoca Cafiero de Raho, con il quale si autorizzava il tenente a lavorare per due giorni a settimana negli uffici del Nucleo Valutario «anche al fine di meglio sfruttare le banche dati in uso al Corpo».

 

Quando alla guida della Dna arrivò Melillo, alla metà del 2022, Striano gli propose di confermare come unico referente Laudati, e di formalizzare la responsabilità in capo all’ufficiale più alto in grado, cioè lui. Melillo non lo fece e in una relazione del marzo 2023, a indagine già avviata, ha scritto di ritenere le attività del finanziere «seriamente esposte al rischio di apparire immotivate e abusive», oltre che «palesemente arbitrarie».

 

ALFREDO MANTOVANO

Tra rischi di inquinamento probatorio che spingono il procuratore Cantone a chiedere l’arresto di Striano e Laudati, ora al Tribunale del riesame dopo il diniego del gip, c’è anche il file intitolato «Laudati’s version», contenente la linea difensiva del magistrato in pensione dalla primavera scorsa, inviato a una cinquantina di persone tra cui «soggetti che rivestono ruoli di vertice all’interno dell’Uif, della Guardia di finanza, dei Servizi di sicurezza, ministri, il capo della polizia» ed ex colleghi. Compresa la prima presidente della Corte di cassazione Margherita Cassano, insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al sottosegretario con delega alla sicurezza Alfredo Mantovano.

 

Personalità che con Laudati sono «rimaste “mute” per l’evidente imbarazzo di aver ricevuto un documento di parte relativo a una vicenda assai delicata», notano i pm. Che considerano i destinatari del file potenziali testimoni.

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