GOVERNO-TOGHE, LO SCAZZO CONTINUA – LA CAMERA APPROVA L’“EMENDAMENTO MUSK” AL DECRETO FLUSSI, CHE SPOSTA LE COMPETENZE DEI TRATTENIMENTI DEI MIGRANTI ALLE CORTI D’APPELLO – E L'UFFICIO STUDI DEL CSM STRONCA LA MISURA: “DECISIONE INSPIEGABILE SU UN PIANO GIURIDICO E CHE RISCHIA DI PARALIZZARE IL LAVORO DELLE CORTI, CHE CRESCERÀ DEL 30%” – COME DA INDICAZIONI DEL QUIRINALE, ALLA FINE LA MAGGIORANZA HA MODIFICATO IL TESTO E HA DIFFERITO A TRENTA GIORNI IL TRASFERIMENTO DELLE COMPETENZE…
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per "la Repubblica"
La Camera approva l’“emendamento Musk”, spostando le competenze dei trattenimenti dei migranti alle corti d’appello. E il Csm stronca la scelta: «Decisione inspiegabile su un piano giuridico e che rischia di paralizzare il lavoro delle corti», scrive l’ufficio studi del Consiglio in un lungo e articolato parere.
Ieri la Camera ha dato il via libera al decreto flussi: oltre a definire per legge l’elenco dei paesi d’origine, si stabilisce che per i «procedimenti» di convalida del «trattenimento» o di «proroga del trattenimento» del migrante che richiede la «protezione internazionale» sia competente la Corte d’appello in composizione monocratica.
centro migranti DI GJADER IN ALBANIA
E non più le sezioni specializzate in materia di immigrazione contro le quali, dopo il rigetto dei trattenimenti in Albania, si erano scagliati Elon Musk e i partiti del centrodestra. La scelta rischia però, denuncia in una relazione il Csm, di paralizzare il lavoro delle corti. Di far perdere gli obiettivi del Pnrr. Oltre a essere «inspiegabile» dal punto di vista giuridico.
«Anche laddove si ritenesse ragionevole », si legge nel parere inviato nelle scorse ore, «sottrarre alle sezioni specializzate il controllo sulle decisioni del questore di trattenimento o di proroga del trattenimento del richiedente asilo nelle more della definizione della domanda di protezione, affidandolo al giudice penale, non è chiaro il motivo per cui tale controllo non possa eventualmente essere svolto dal tribunale ordinario, anziché dalle corti di appello».
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C’è poi il tema del carico di lavoro. In extremis il Parlamento, anche per seguire le indicazioni degli uffici del Quirinale, ha differito a trenta giorni il trasferimento delle competenze. E di fatto ha annullato la possibilità di presentare un appello nel merito. Le corti avranno un mese per organizzarsi, quindi. Ma nei fatti cambierà poco.
L’afflusso di fascicoli che arriverà (e che dovrà essere gestito da un singolo giudice entro le 48 ore: esattamente il contrario di come sono abituate a lavorare le corti di appello) rischia di mandare all’aria tutti i miglioramenti sui tempi del processo fatti in questi ultimi anni e che permettevano di rispettare i parametri imposti dal Pnrr. Da una simulazione effettuata dall’ufficio studi, si tratta di un aggravio del lavoro di almeno il 30 per cento.
giorgia meloni - migranti albania - vignetta altan
«Siamo al trionfo dell’irrazionalità», dice il segretario di Area, la corrente di sinistra della magistratura, Ciccio Zaccaro. In realtà la scelta è tutta politica: come fa notare un presidente di corte si scommette proprio sul sovraccarico di lavoro. «Convalidare un trattenimento è molto più veloce che motivare invece un diniego: evidentemente c’è chi spera che un giudice di appello, oberato di lavoro e costretto a decidere in 48 ore, faccia la scelta più facile». […]