tarcisio bertone e joseph ratzinger

“RATZINGER VOLEVA LASCIARE DA TEMPO. MI DISSE: DOPO GIOVANNI PAOLO II, I FEDELI VOGLIONO VEDERE IL PAPA E IO SONO STANCO…” – IL CARDINALE BERTONE RICORDA COME MATURO’ LA DECISIONE DI JOSEPH RATZINGER DI RINUNCIARE AL PONTIFICATO: “GIA’ DOPO IL FATICOSO VIAGGIO IN AMERICA LATINA DEL 2012 (MESSICO E CUBA), AFFIORÒ L’IPOTESI DI DIMISSIONI. IO GLI PROSPETTAI ANCHE CON REALISMO LA POSSIBILITÀ DI GOVERNARE A DISTANZA, CON I MEZZI TECNOLOGICI MODERNI. MA LUI DISSE: ‘LA PRESENZA È UN’ALTRA COSA’…”

Estratto dell’articolo di Francesco Capozza per “Libero quotidiano”

 

JOSEPH RATZINGER E TARCISIO BERTONE

L’11 febbraio è una data scolpita nella storia della Chiesa. […] Benedetto XVI annunciava al mondo la decisione di rinunciare al Sommo Pontificato. In questo giorno del 2013 Papa Ratzinger aveva convocato un Concistoro che doveva essere di routine: nel programma della cerimonia c’era l’approvazione finale dei decreti di canonizzazione di alcuni nuovi Santi, tra cui i Martiri di Otranto, la ridente città salentina praticamente spazzata via dai turchi nel 1480.

IL LIBRO DI PADRE GEORG GAENSWEIN - NIENT'ALTRO CHE LA VERITA

 

I circa 50 cardinali che presero parte a quella sessione puramente burocratica erano quasi in procinto di alzarsi per andar via quando il maestro delle cerimonie pontificie passò a Benedetto XVI un foglio, il cui contenuto rivoluzionerà la Chiesa. Quel giorno non poteva certamente mancare il più stretto collaboratore di Ratzinger nella guida della articolata macchina vaticana: il suo segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone. […]

 

Nel recente libro “Nient’altro che la verità” mons. Georg Gänswein […] asserisce che Papa Benedetto avrebbe accennato a Vostra Eminenza la sua intenzione di rinunciare al Pontificato già ad aprile 2012, subito dopo il rientro dal viaggio apostolico in Messico e a Cuba. Ci può raccontare quel che accadde?

«Effettivamente […] dopo il faticoso viaggio in America Latina del 2012 (Messico e Cuba), affiorò l’ipotesi di dimissioni già il 30 aprile 2012 e il progetto di viaggi, soprattutto la partecipazione alla “Giornata Mondiale della Gioventù” di Rio de Janeiro, si allontanava sempre più dall’orizzonte papale».

 

TARCISIO BERTONE E JOSEPH RATZINGER

Sempre mons. Gänswein, nel volume citato, racconta che successivamente, nell’agosto del 2012, il Santo Padre tornò con Lei sull’argomento a Castel Gandolfo, quando ormai la Sua decisione era presa. Come si svilupparono successivamente gli eventi?

«Quella che pensavo una nuvola passeggera di primavera […] mi accorsi che era una decisione convinta e irrevocabile. Con rispetto ma con forza, gli presentai una serie di ragionamenti […] prospettando anche con realismo la possibilità di governare a distanza, con i mezzi tecnologici moderni. “La presenza è un’altra cosa” mi replicò il Papa, e “ormai, dopo l’esperienza di S. Giovanni Paolo II, i fedeli vogliono vedere il Papa”. Man mano che passava il tempo, il Santo Padre non solo non recedeva, ma si confermava nella decisione […]».

 

TARCISIO BERTONE E JOSEPH RATZINGER

[…] «[…] mi preoccupai di sviluppare due iniziative: la prima, di scegliere e predisporre il futuro alloggio del “Papa emerito”; la seconda, di dilazionare, per quanto possibile, la pubblicazione della sua decisione […] Tra le varie “location” possibili fu preferito l’alloggio in Vaticano anziché a Castelgandolfo, per la comodità dell’assistenza medica e quindi una più immediata cura della salute del Papa. […] il Conclave fu convocato […] Come è noto si distinse l’intervento del Cardinale Jorge Bergoglio che spostò l’orientamento degli elettori oltre l’eurocentrismo, verso l’America Latina, il tradizionale Continente cattolico. E il “Nuovo Mondo” diede alla Chiesa il nuovo Pontefice […]».

bergoglio funerali di ratzinger PAPA FRANCESCO E L ULTIMO SALUTO AL FERETRO DI RATZINGER i nuovi cardinali incontrano ratzinger 1TARCISIO BERTONE E JOSEPH RATZINGER

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...