no vax e no green pass a milano 9

CHAT PIENE, PIAZZE VUOTE -  COME AL SOLITO, NEL GIORNO DELL’ENNESIMA PROTESTA NO VAX SI SONO VISTI SOLO MINI CORTEI DISORDINATI, CON I CONSUETI SLOGAN TRITI E RITRITI SULLA DITTATURA SANITARIA - A MILANO I MANIFESTANTI, NON PIÙ DI 4 MILA, HANNO MARCIATO NONOSTANTE I DIVIETI: SU TELEGRAM PROMETTEVANO DI “BUTTARE SECCHI DI BENZINA CONTRO GLI AGENTI”

Andrea Galli per il “Corriere della Sera

 

no vax e no green pass a milano 8

Affezionati ai pre-festivi, alieni alle regole e afflitti dal disordine gestionale al loro interno, anche stavolta i no vax hanno fatto quanto non dovevano. Dei tre punti di raduno raggiunti ieri per scandire i soliti slogan, uno soltanto era stato autorizzato (all'Arco della Pace), e invece i quattromila fra donne e uomini, cifra irrisoria in una metropoli, si sono trovati pure in piazza Duomo e piazza Fontana, da qui muovendo in corteo, sempre senza permesso, per mezza Milano, sostando nel mentre dinanzi alla sede Rai, accusata, al pari dell'intera categoria giornalistica, d'essere al servizio delle multinazionali del farmaco e in generale del potere.

 

no vax e no green pass a milano 1

Che la giornata non abbia registrato degenerazioni né seguiti al delirio alla vigilia delle chat sulla piattaforma Telegram («Buttiamo secchi di benzina contro gli agenti»), non alleggerisce comunque la narrazione complessiva, che deve tenere conto di almeno una premessa.

 

no vax e no green pass a milano 9

Anche dinanzi all'aggiramento delle norme (il questore Giuseppe Petronzi aveva vietato eventi itineranti quali il corteo), è di un'evidenza perfino banale la necessità di non governare le proteste con cariche e manganelli. Vero però che l'alternativa scelta, ovvero il dialogo, contrasta con la stessa forma di questi gruppi.

 

no vax e no green pass a milano 2

Dialogare con chi? Mancano capi, mancano figure che dettano la linea, mancano interlocutori riconosciuti dalla maggioranza, manca perfino una conoscenza comune. Per dire, una volta giunti in piazza Fontana, molti hanno giurato d'ignorare che non si potevano organizzare assemblee lontano dall'Arco della Pace.

 

no vax e no green pass a milano 7

E ancora: di nuovo in quel corteo, dominava l'incertezza sulla strada da prendere; qualcuno muoveva verso destra, qualcuno verso sinistra, qualcuno si guardava attorno e si affidava disperato alla geo-localizzazione sul cellulare per capire dove diamine fosse. Dopodiché, nella lettura, sarebbe certo un grave errore sottovalutare la pericolosa potenzialità del dissenso.

 

no vax e no green pass a milano 3

Lo conferma la recente indagine della Digos, coordinata dai magistrati dell'anti-terrorismo (che proseguono il lavoro finalizzato a nuove misure), un'indagine su una formazione di no vax che aveva innescato otto indagati e il sequestro di armi; lo conferma l'insistenza, di sabato in sabato, dell'organizzazione di manifestazioni; lo conferma la crescita, nelle chat, di minacce e annunci bellici; e lo confermano il consolidamento dei «nemici», la piena identificazione nel volersi scagliare contro poliziotti come contro cronisti, l'acquisizione di notizie, condivise con i compagni attraverso i messaggi, di nominativi e indirizzi.

 

no vax e no green pass a milano 6

Motivo per il quale, dalla procura alla prefettura, dalla questura al comando provinciale dei carabinieri, il controllo del particolare momento e dei suoi protagonisti - peraltro non catalogabili sulla base di punti in comune per età, provenienza, famiglie, lavoro, ruolo nella società - segue la sapienza e la lungimiranza, l'esame empirico e l'analisi investigativa.

 

no vax e no green pass a milano 4

La distanza fisica, nel senso di non partecipazione, di elementi politici, al contrario dell'adesione di figure con peso istituzionale (si parla di un magistrato di Cassazione visto ieri nelle vie di Milano), fornisce ulteriori elementi a prova della fisiologica complessità dello scenario.

 

no vax e no green pass a milano 10no vax e no green pass a milano 11no vax e no green pass a milano 5

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI