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"DACCI 15 MILA EURO O TI ROVINIAMO LA VITA" – LIBRI SCOLASTICI, SPESE MEDICHE E FOTO HARD: IN PROVINCIA DI TORINO UNA COPPIA HA RICATTATO IL VICINO DI CASA ARCHIETTANDO IL PIÙ CLASSICO DEI RICATTI SESSUALI - MARITO E MOGLIE AVEVANO GIÀ SPOLPATO L'UOMO, A CUI AVEVANO CHIESTO MOLTI SOLDI CON LA SCUSA DI DOVER COMPRARE LIBRI AL FIGLIO, PAGARE LA SPESA O IL DENTISTA. POI SONO ARRIVATE LE FOTO INTIME DELLA DONNA E...
Estratto dell'articolo di Ludovica Lopetti per www.corriere.it
«Due persone ingenue sono finite impelagate in una vicenda più grande di loro, ma hanno commesso dei reati. Sono ancora in tempo: si scusino. Hanno dei figli». Così il pm Paolo Toso ha concluso la sua requisitoria nel processo in cui sono imputati, per estorsione e calunnia, due coniugi di Santena (difesi da Silvia Merlini): sono accusati di aver spillato 16 mila euro al vicino di casa con minacce e pressioni. I due avrebbero messo a architettato un ricatto sessuale.
La vittima (assistita dall’avvocato Davide Diana) ha denunciato nell’aprile 2022, mostrando le chat e i prelievi effettuati per soddisfare le pretese, sempre più asfissianti, della coppia «Mi sentivo perseguitato, ero allo stremo delle forze», ha raccontato ai giudici. [...] A un certo punto la coppia avrebbe iniziato a chiedere denaro in prestito perché navigava in cattive acque.
«Dicevano di dover comprare i libri scolastici figlio, pagare il dentista o fare la spesa — insiste la vittima —. Sono arrivato a consegnare fino a 15 volte al mese 200 o 500 euro alla moglie». Il denaro è poi saltato fuori durante la perquisizione dei carabinieri a casa della coppia.
«Anche la moglie — ha proseguito il malcapitato — mi chiedeva soldi. Poi, lei ha iniziato a mandarmi delle foto intime. Quando il marito lo ha scoperto, pretendeva 15 mila euro per non rovinarmi la vita».
I militari hanno anche sequestrato tre telefoni e un tablet, da cui sono state estrapolate le chat. Che avrebbero svelato un’intesa tra i coniugi per tenere sotto scacco il commerciante. Nella memoria degli smartphone, infatti, è rimasta traccia degli screenshot inviati dalla moglie per documentare il ricatto.
All’arrivo dei militari lei ha scritto al marito: «Pulisci tutto». «Nei messaggi — ha spiegato il pm — c’è la prova che la vittima aiutasse la coppia per scopi solidaristici. L’imputato, per altro verso, non chiede una lira per i lavori svolti. Dice: ”Sei stato un Caino e me la dovrai pagare”». [...] Il pm ha chiesto 4 anni di carcere e 4 mila euro di multa per la donna, 3 anni e 10 mesi e più 3mila euro per il marito.