papa bergoglio e festing

DIS-ORDINE DI MALTA - L’EX GRAN MAESTRO MATTHEW FESTING, COSTRETTO ALLE DIMISSIONI DAL PAPA IL 28 GENNAIO, SI RICANDIDA CONTRO LA VOLONTA’ DI BERGOGLIO: “NON CAPISCO COSA HO FATTO DI GRAVE” - MONSIGNOR BECCIU LO AVVISA: “LA SUA PRESENZA RIAPRIREBBE FERITE SOLO DI RECENTE RIMARGINATE”

Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”

 

PAPA BERGOGLIO E FESTINGPAPA BERGOGLIO E FESTING

«Ho letto la richiesta con grande tristezza e sorpresa. Non riesco a capire cosa ho fatto di grave». Il Papa gli aveva chiesto «come atto di obbedienza» di non partecipare all'elezione del successore, prevista sabato, e di rinunciare al viaggio a Roma. Ma Fra' Matthew Festing, l' ex Gran Maestro dell' Ordine di Malta costretto alle dimissioni il 28 gennaio, è arrivato in città ieri sera, pronto a votare e ad essere votato per la rielezione, nel caso. E basterebbe questo per capire come la crisi dell' ordine cavalleresco fondato nell' XI secolo non sia ancora finita.

 

PAPA BERGOGLIO E FESTING PAPA BERGOGLIO E FESTING

L' arcivescovo Angelo Becciu, delegato speciale del Papa, «avendo condiviso la decisione con il Santo Padre» gli aveva scritto il 15 aprile di rinunciare, «la sua presenza riaprirebbe ferite solo di recente rimarginate». Fra' Festing ha risposto con una lettera in cui dice che la sua assenza porterebbe «disordine e ancora più conflitto» e alcuni elettori «potrebbero mettere in discussione la validità» del voto.

 

Dalla Santa Sede gli è stato replicato che la richiesta restava, decidesse in coscienza. E lui ha deciso di presentarsi. Chi lo sostiene dice che la costituzione dell' Ordine gli dà diritto di voto e l'«obbedienza» dovuta al Pontefice è in materia religiosa e non riguarda «le prerogative sovrane» di governo dell' Ordine come «soggetto di diritto internazionale».

PAPA BERGOGLIO E FESTING  PAPA BERGOGLIO E FESTING

 

La crisi è scoppiata a dicembre, quando il Gran Maestro inglese ha destituito il Gran Cancelliere tedesco, Albrecht Freiherr von Boeselager. Accuse (respinte) di aver permesso la distribuzione di preservativi in Africa e nel Myanmar, polemiche su una donazione di 30 milioni di franchi svizzeri, insomma non un bel clima.

 

Il Papa aveva invitato al dialogo («Sua Santità ha chiesto di affrontare i problemi, ma non mai detto di cacciare qualcuno»), Fra' Festing ha rivendicato la «sovranità» dell' Ordine e alla fine ha avuto la peggio: il Papa ha chiesto al Gran Maestro, eletto a vita, di dimettersi. Sullo sfondo, le spaccature fra britannici e tedeschi, «professi» religiosi e «laici», chi resiste alla linea di Francesco e chi punta alla «modernizzazione» dell' Ordine. Il Papa ha chiesto un «aggiornamento della Carta Costituzionale e dello Statuto melitense».

 

MONSIGNOR BECCIUMONSIGNOR BECCIU

Il «Consiglio» che si riunisce sabato è composto da 56 elettori. Quindici sono stati convocati stasera in Vaticano, alla presenza di papa Francesco. La soluzione più probabile, sostenuta dalla Santa Sede, è che sabato non venga eletto un nuovo Gran Maestro ma un «luogotenente» in carica per un anno, il tempo di riformare l' Ordine.

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)