OGGI QUI, DOMANI ALLAH – FELTRI SULLA CHIESA DI BERGAMO CHE DIVENTERÀ MOSCHEA: “È STATA UNA SCONFITTA STORICA. ORMAI I TIFOSI DEL BURQA, TOLLERATI DAI PRETI E DALLA POLITICA, SI SONO IMPADRONITI PERFINO DEL CROCEFISSO E DI GESÙ CRISTO. TEMO UNA DERIVA ISLAMICA” – MARIO GIORDANO: “OGNI METRO CHE CEDIAMO È UNA VORAGINE CHE SI APRE SOTTO LA NOSTRA CIVILTÀ”
1 – ALLAH SFRATTA GESÙ. I MUSULMANI COMPRANO LA CHIESA
Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”
CAPPELLA OSPEDALI RIUNITI BERGAMO
Doveva succedere anche questa che fa inorridire noi di cultura cristiana, abituati ogni mattina a udire il rintocco delle campane, a uscire di casa e imbatterci in basiliche e cattedrali, a studiare su testi di Dante, Foscolo e Manzoni, quindi ad abbeverarci fin da piccoli alle fonti del Vangelo e similari.
Già, un' epoca chiude e se ne apre un' altra che non ci piace affatto: quella islamica. Si dà il caso che a Bergamo, succursale del Vaticano, una chiesa importante della città (con annesso convento) sia stata venduta all' asta e acquistata indovinate da chi? Dai musulmani, i quali, data la destinazione d' uso del pregevole immobile, lo adibiranno a moschea. Un insulto alla tradizione religiosa nazionale, una presa in giro per i cattolici e affini.
La cappella in questione è sita nell' area dei vecchi Ospedali Riuniti, ora dismessi e destinati ad essere trasformati in accademia della Guardia di Finanza. Il sacrilegio si è compiuto per motivi economici. Si trattava di alienare il fabbricato che era stato dei frati cappuccini e si è proceduto come esso fosse stato un capannone: aggiudicato al miglior offerente. La base del negoziato era fissato in 418.700 euro e i maomettani si sono inseriti nella gara proponendo una maggiorazione dell' 8 per cento. Nessuno ha sganciato di più e il tempio è stato aggiudicato agli odiatori dell' Occidente.
Che dal loro punto di vista hanno realizzato un colpo magistrale. Per i bergamaschi, e in genere per gli italiani, è stata una sconfitta storica. Nostro Signore verrà presto sfrattato per dare posto ad Allah. Ormai i tifosi del burqa, tollerati dai preti e dalla politica, si sono impadroniti perfino del crocefisso e di Gesù Cristo.
Casi della brutta vita che ci siamo dati per debolezza estrema. Non so come gli orobici abbiano reagito alla notizia che ho riferito, suppongo male: essi sono stati costretti in passato a sopportare la moschea di via Cenisio e ora sono obbligati a beccarsi quella di via Statuto, soffiata alla Curia per quattro sporchi soldi. Come loro concittadino sono disgustato. Temo una deriva islamica, mi stupisco che nessuno dei gozzuti abbia impedito lo sfregio sborsando una cifra modesta come quella citata onde vietare la consumazione di questa empietà.
2 – BEFFA ISLAMICA: LA CHIESA DIVENTERÀ MOSCHEA
Mario Giordano per “la Verità”
In nome del padre, del figlio e dell' islam. Ce l' abbiamo fatta: la chiesa è diventa moschea.
Laddove si pregava il Dio cristiano, s' invocherà Allah. Al posto della Bibbia, il Corano.
Al posto dei santi, l' insegnamento di Maometto. Ite missa est, ma per sempre però.
La prossima benedizione ve la darà l' imam. Succede a Bergamo, Italia. L' ex cappella dell' ospedale, dove prima stavano i frati cappuccini, poi i cristiani ortodossi, viene messa all' asta.
E chi vince? Ovvio: i musulmani. Da tempo cercavano lo spazio per un secondo luogo di culto, dopo quello di via Cenisio, riconosciuto ufficialmente dal 2013. E l' hanno trovato. Come? Pagando sull' unghia all' incirca 450.000 euro (la base d' asta era 418.700 euro, hanno offerto un rialzo dell' 8 per cento).
Una somma che pochi altri, di questi tempi possono permettersi. Aiuti esterni? Soldi dei Paesi arabi? Arabia o Qatar? Non è dato sapere, ovviamente. Sui finanziamenti all' islam continua a regnare il mistero. Non regna il mistero invece su chi sia stato a vendere la chiesa. Infatti la proprietaria della ex cappella, essendo essa annessa all' ospedale, era la Regione Lombardia. La quale ha deciso di metterla all' asta per fare un po' di soldini.
centro islamico abusivo via mestrina
E qui però arriviamo al paradosso. Ma come? Proprio la Regione Lombardia? Quella a guida leghista? Quella da sempre severa con gli islamici? Quella che ha approvato la famosa legge antimoschee per rendere difficile l' apertura dei nuovi centri di culto musulmani? Ma sicuro. Proprio lei.
Pensate la beffa: la norma anti moschee, infatti, prevede vincoli urbanistici molto stringenti per poter aprire nuovi centri di culto. Ma, ecco l' inghippo, l' ex chiesa di Bergamo è già un luogo di culto. Può diventare moschea senza altri permessi. Così, in un amen. Sempre che si possa ancora dire amen, naturalmente. Gli islamici hanno beffato la Regione, questa è la verità. E così hanno beffato tutti noi. Si sono dimostrati più furbi, più scaltri, più determinati.
E soprattutto più ricchi. La cosa ha inspiegabilmente regalato il buon umore al sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, il quale ieri twittava garrulo emoticon divertiti, manco fosse un sedicenne in calore.
Piuttosto soddisfatto anche l' assessore, Giacomo Angeloni, che dopo aver fatto l' inchino alla comunità islamica, si è trovato nella disponibilità d' animo di «sorridere».
Tanta contentezza ci fa piacere, si capisce. Anche se, chissà perché, non riusciamo a condividerla.
È vero, infatti, che da un po' di tempo ci eravamo distratti dall' incubo islamico.
Il dilagare di spread e immigrati stupratori aveva dirottato altrove la nostra attenzione. E la battuta d' arresto dell' Isis, che da qualche tempo evita di falciare le folle nelle principali capitali europee, ha fatto passare in secondo piano il pericolo. Ma esso non è affatto sparito.
Anzi: proprio il silenzio lo rende più minaccioso. Il progetto di sottomissione dell' Occidente è sempre lo stesso, non è che si dissolve perché noi siamo occupati a discutere del reddito di cittadinanza. Anzi, si rafforza. Diventa più temibile.
E allora questo passaggio simbolico, questa trasformazione innaturale, questa conversione forzata di una chiesa cattolica in una moschea, possa almeno servire a metterci in guardia. A risvegliare le nostre sentinelle, il nostro ostinato desiderio di non morire inginocchiati verso la Mecca. Ricordiamocelo: il sogno di far sventolare la bandiera nera sul Vaticano e di trasformare San Pietro in un bazar non è mica tramontato.
Tutt' altro. E mentre noi dissanguiamo la nostra Chiesa, inseguendo il vangelo di Repubblica, le parabole dell' accoglienza, l' ipocrisia dei sepolcri buonisti e della morale in salsa Lgbt, loro continuano in modo subdolo e feroce il loro progetto di conquista. Con tanti soldi a disposizione. C' è poco da sorridere, dunque.
Ogni metro che cediamo è una voragine che si apre sotto la nostra civiltà. Ne abbiamo già viste tante, purtroppo. Abbiamo visto gli oratori delle nostre parrocchie celebrare con devozione il ramadam, i presepi scacciati dalle scuole, le canzoncine di Natale proibite in nome di Allah. Abbiamo visto parroci (san Gonzaga, a Palermo) rivendicare con orgoglio di aver sostituito l' altare con gli immigrati, proclamando «andate in pace in nome di Mustafà». Abbiamo visto (Asti) il seminario vescovile lasciato in gestione alle cooperative per accogliere algerini e marocchini.
il gruppo islamico tabligh eddawa 5
E abbiamo visto persino un vescovo (quello di Firenze, monsignor Giuseppe Betori) vendere il terreno della Chiesa per costruirci una moschea. Tutto ciò ci sembrava già sufficientemente pericoloso. Non pensavamo si potesse andare oltre. E invece ci siamo andati. Invece ecco la chiesa che diventa moschea, il tempio di Cristo profanato da Maometto, al posto del catechismo le lezioni di sharia. E Gori ride. Chissà perché.
Forse gli han promesso che al prossimo giro c' è un posto libero da imam.