FERMI TUTTI! MORIRE SOFFOCATI MENTRE SI FA SESSO SADOMASO “NON È SUICIDIO” – DUE COMPAGNIE ASSICURATIVE SONO STATE CONDANNATE A RISARCIRE I FAMILIARI DI UN UOMO MORTO DURANTE UNA PRATICA BSDM: ERA IL 2012 E IL 37ENNE PERSE LA VITA MENTRE SI FACEVA SOFFOCARE DALL’AMANTE. INIZIALMENTE LE ASSICURAZIONI NON VOLEVANO PAGARE, MA IL TRIBUNALE ALLA FINE HA DATO RAGIONE ALLA FAMIGLIA. CHE ORA INCASSERÀ…
Nel 2012, a 37 anni, un trentino morì durante una pratica di sesso sadomaso nel corso di una relazione extraconiugale. A dieci anni di distanza due assicurazioni sono state condannate a riconoscere ai familiari (la moglie e i due figli) l’indennizzo, complessivamente di 42.000 euro, previsto dalle polizze stipulate a suo tempo dall’uomo.
Il risarcimento per moglie e figli
“Le due assicurazioni non volevano pagare – commentano i responsabili di Giesse Risarcimento Danni a Trento – così abbiamo avviato una prima causa e il Tribunale di Milano ci ha dato ragione”. A quel punto, forti del primo risultato ottenuto, è stato chiesto alla seconda assicurazione di pagare l’altro indennizzo. Anche in questo caso, il Tribunale di Trento ha dato ragione ai familiari del trentasettenne.
La morte durante il sesso sadomaso
Secondo quanto ricostruito nel corso del contenzioso, l’uomo morì a causa di un incidente durante una pratica sadomaso nota come “breath control”. Cioè controllo del respiro. Si legge, infatti, nella sentenza, che la morte del 37enne “non è frutto di una scelta suicidaria. Ma diretta conseguenza di un grave infortunio e pertanto rientrante nella copertura assicurativa”.