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ALBERTO FRANCESCHINI, UNO DEI FONDATORI DELLE BRIGATE ROSSE: “SUL SEQUESTRO MORO C’È UNA VERITÀ ACCETTABILE: CI SONO COSE CHE NON POSSONO VENIR DETTE” - È L’UNICO CHE PARLA DICENDO COSE CONCRETE, MENTRE GLI ALTRI (TUTTI, COMPRESO CURCIO) O TACCIONO O RACCONTANO SOLTANTO PARTE DELLA VERITÀ CONFESSABILE, CONDENDOLA DI SILENZI, FORSE FRUTTO DI PATTEGGIAMENTI, E DI MENZOGNE - VIDEO

INTERVISTA A ALBERTO FRANCESCHINI - FONDATORE DELLE BRIGATE ROSSE

 

Antonio Ferrari per corriere.it

 

arresto curcio franceschini archivio alberto coppo

Metà aprile di 40 anni fa. Il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro è da un mese prigioniero delle Brigate Rosse, che il 16 marzo lo hanno rapito, dopo aver ammazzato cinque uomini armati: la scorta e l’autista del leader politico, in via Fani, a Roma. Mentre tutti cercano ( a parole) Moro, si stanno per realizzare, in poche ore, due episodi inquietanti: il falso comunicato brigatista, con l’annuncio che il cadavere del leader è in fondo al lago della Duchessa (nell’entroterra), e l’indicazione casuale del covo di via Gradoli che, come si scoprirà, era la base dei brigatisti più pericolosi, Mario Moretti e Barbara Balzerani.

alberto franceschini renato curcio

 

Quarant’ anni sono passati, e abbiamo voluto ripercorrere la storia delle Brigate Rosse intervistando uno dei due fondatori del gruppo terroristico: Alberto Franceschini, reggiano, che oggi ha quasi 71 anni, e che appartiene alla squadra di coloro che si ritenevano custodi dell’eredità dei comunisti duri e puri. L’altro fondatore delle BR è infatti il cattolico di ultrasinistra Renato Curcio.

 

alberto franceschini

Le due componenti si incontrarono in un hotel ligure di Chiavari, e decisero di definire il programma. L’hotel si chiama Stella Maris, e da quel nome nacque l’idea del simbolo con la stella a cinque punte, le ultime due allungate. Alberto Franceschini, che non ha mai ucciso nessuno, ha accettato di raccontare la storia e soprattutto gli errori mostruosi e le nefandezze del gruppo terrorista, da cui si è dissociato.

alberto franceschini

 

Ha pagato il suo conto con la giustizia, e ora dice che sulla vicenda Moro, che seguì dal carcere, si è cercata «una verità accettabile», perché vi erano cose che non potevano essere dette. Il fondatore in realtà è l’unico che parla dicendo cose concrete, mentre gli altri (tutti, compreso Curcio) o tacciono o raccontano soltanto parte della verità confessabile, condendola di silenzi, forse frutto di patteggiamenti, e di menzogne.

 

alberto franceschini

Ecco perchè questo documento audio-video, di cui trasmettiamo la prima di tre puntate, è importante. E’ stata l’ossatura originaria dei lavori della seconda Commissione parlamentare d’inchiesta sul delitto Moro, costretta a chiudere nel dicembre scorso per la fine della legislatura. La Commissione ha concluso con una sentenza lapidaria: «In via Fani c’erano anche le Brigate Rosse». Terribile sentenza!

IL CADAVERE DI ALDO MORO NELLA RENAULT 4 ROSSALA RENAULT 4 ROSSA IN CUI FU TROVATO IL CADAVERE DI ALDO MOROAGGUATO DI VIA FANI - UNO DEGLI AGENTI DI SCORTA DI ALDO MOROBARBARA BALZERANIBalzerani De LucaCurcio BalzeraniLa brigatista Barbara Balzeranitumblr BARBARA BALZERANI BARBARA BALZERANI L AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MOROL AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MOROaldo moro repubblicaaldo moro

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