GIRA E RIGIRA, LA GUERRA LA STA VINCENDO PUTIN: L'ARMATA RUSSA STA AVANZANDO NEL DONBASS - GLI UCRAINI STANNO SOFFRENDO (CON PERDITE TRA I 50 E I 100 UOMINI AL GIORNO) TANTO CHE STAREBBERO PENSANDO DI PORTARE RINFORZI A EST PER IMPEDIRE ULTERIORI PROGRESSI RUSSI - PER NOVANTA GIORNI SI È PARLATO DEL BASSO MORALE DELLE TRUPPE DI MOSCA, MA L'INCESSANTE MARTELLAMENTO DELL'ARTIGLIERIA RUSSA POTREBBE AVERE ORA UN EFFETTO SULLA PSICHE DELLA RESISTENZA UCRAINA. L'ARTIGLIERIA FIACCA IL MORALE: IL SOLDATO NEL RIFUGIO NON PUÒ MUOVERSI, SUBISCE TRAUMI PSICOLOGICI, PUÒ TEMERE CHE…
Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
La seconda fase del conflitto si sta esaurendo, e l'Armata di Putin prevale sulla resistenza. Nell'ultima settimana le truppe russe sono avanzate più che nel resto di maggio anche se, sostiene l'Institute for the Study of War, i progressi restano lenti, limitati a obiettivi ridotti rispetto a quelli richiesti dal Cremlino, ostacolati dagli ucraini.
Che il vento della battaglia sia girato, però, si era intuito anche dalle dichiarazioni pubbliche di Volodymyr Zelensky e del suo governo, che nell'ultima settimana hanno ammesso le difficoltà nell'Est - «perdiamo 50-100 uomini al giorno», aveva detto il presidente ucraino: un'enormità, spiega l'analista Michael Kofman - e confermato che il 16 maggio quattro missili russi hanno ucciso 87 persone in un centro di addestramento a Desna, nell'oblast settentrionale di Chernihiv: un colpo mirato, come quello di Yavoriv del 13 marzo, il più sanguinoso dall'inizio dell'«operazione» di Putin.
Che intanto, fa sapere il Cremlino, «non intende annunciare cambi di direzione nell'operazione», nonostante ieri, per la prima volta, abbia visitato i feriti di guerra all'ospedale militare di Mosca, insieme al suo ministro della Difesa Sergei Shoigu. Finora, da Kiev erano trapelate pochissime informazioni sulle vittime fra la resistenza: un bilancio sicuramente duro, ma che è rimasto avvolto nella nebbia di guerra.
Queste ultime dichiarazioni sembrano invece una conferma indiretta che gli ucraini stanno soffrendo, tanto che starebbero ora pensando di portare rinforzi a Est per impedire ulteriori progressi russi: Kiev può cedere territorio e sperare di recuperarlo in seguito, ma l'Armata ha ridotto gli obiettivi, corretto i piani, non pensa più a un grande accerchiamento della resistenza ma ne cerca di più piccoli, simultanei, che possano permettere progressi incrementali nelle regioni contese di Donetsk e Lugansk.
L'avanzata Qui le autorità delle autoproclamate repubbliche sostengono che le forze filorusse, assieme all'esercito di Mosca, hanno sfondato le difese ucraine. Prendendo la strada che unisce Bakhmut a Lysyschansk, 2 km a nord di Soledar, i russi possono inoltre complicare la logistica e i rifornimenti ucraini.
«Severodonetsk viene continuamente bombardata, 24 ore su 24. Ci sono pesanti combattimenti nella periferia. La situazione è molto difficile», ha ammesso il capo dell'amministrazione militare di Lugansk Sergiy Gaidai. Nei combattimenti vicino a Severodonetsk, l'esercito ucraino ha eliminato il capitano di polizia Asvad Idrisov, l'ufficiale Gapur Dakalov e il vicecomandante del quarto plotone del reggimento di Kadyrov, il sergente maggiore Ali Betishev: un segno della presenza cecena sul campo.
Sarebbe altrettanto rilevante la partecipazione dei veterani della compagnia di sicurezza Wagner, decisivi in molte situazioni e superiori ai miliziani filorussi o ai soldati.
La guerra in Ucraina, hanno scritto John Spencer e Lionel Beehner sul Kyiv Post , «ha confermato quello che i soldati sanno da secoli»: il morale delle truppe è più importante di qualsiasi arma o dottrina militare, porta con sé motivazioni, fiducia, coraggio, coesione, un senso di controllo del proprio destino.
Per novanta giorni si è parlato del basso morale delle truppe russe, ma l'incessante martellamento dell'artiglieria russa - insieme con le ultime notizie dal campo - potrebbero avere ora un effetto sulla psiche della resistenza. L'artiglieria spesso non è in grado di distruggere i bunker, anche perché alcune granate sono studiate per esplodere in alto per allargare l'effetto delle schegge, tuttavia fiacca il morale: il soldato nel rifugio non può muoversi, subisce traumi psicologici, può temere che crolli tutto, pensa ai detriti che rischiano di bloccare l'ingresso, spiega Lorenzo Nannetti del Caffè geopolitico . I colpi continui provocano un logoramento, con attacchi insistiti e ripetuti: la persistenza diventa letale e impedisce che arrivino rinforzi.
L'artiglieria C'è la cosiddetta area di fuoco, prosegue Nannetti: è investita da un'onda che avanza, con il tiro che si sposta sempre più verso gli obiettivi, deve fare da battistrada alle proprie unità che daranno l'assalto senza correre il rischio di colpirle. Ecco perché ci deve essere un coordinamento perfetto tra batterie e fanteria.
I russi, in questa fase, eseguono meglio questi meccanismi, perché hanno reparti esperti che sfruttano i varchi nello schieramento avversario. L'Armata dispone di una logistica migliore grazie al ricorso a una rete ferroviaria con buone diramazioni: bisogna sempre pensare che si consumano tante munizioni. Gli ucraini faticano a rispondere perché i target avversari, ovvero le batterie, sono più lontane, hanno a loro volta un raggio maggiore e devono scoprirle con i radar, apparati forniti dalla Nato ma non in numero sufficiente rispetto alle esigenze.