giuliana sgrena silvia romano

"NON BASTA UNA VITA INTERA PER LIBERARSI DI UN SEQUESTRO" – PARLA GIULIANA SGRENA L'INVIATA RAPITA NEL 2005° BAGHDAD: "LA MIA STORIA E’ DIVERSA DA QUELLA DI SILVIA. IL MIO SEQUESTRO È DURATO UN MESE, IL SUO UN ANNO E MEZZO. CON L’ UCCISIONE DI CALIPARI PER ME È STATO UN DRAMMA NEL DRAMMA. RICORDO I SORRISI DI ALTRI SEQUESTRATI SUBITO DOPO LA LIBERAZIONE. IO NON RIUSCIVO A SORRIDERE…”

Giacomo Galeazzi per “la Stampa”

 

giuliana sgrena

“Non basta una vita per liberarsi di un sequestro», afferma la giornalista Giuliana Sgrena, intrecciando mentalmente i fili del dramma personale vissuto 15 anni fa con le fresche immagini del ritorno in Italia di Silvia Romano dopo 18 mesi di prigionia. «Uscire da una situazione del genere comporta un nuovo trauma che richiede una complessa elaborazione», sottolinea l' inviata del Manifesto sequestrata nel 2005 a Baghdad.

 

Il sequestro in Iraq, la liberazione e poi l' ulteriore trauma dell' uccisione dello 007 Nicola Calipari che stava portando a termine l' operazione. Alla luce della drammatica esperienza che vi accomuna, crede che Silvia Romano sia davvero serena coma appare?

«Lo choc non passa così. Nei primi momenti, nei giorni immediatamente successivi al rilascio è impossibile valutare. Può essere solo una calma apparente. Non basta una vita per superare il trauma di un sequestro. La mia storia è un po' diversa da quella di Silvia, ma non riuscivo ad afferrare l' idea di essere libera. Quando Calipari mi ha preso e messa in macchina non mi rendevo conto di quello che mi accadeva. Poi quando stavo cominciando a realizzare che ero veramente libera, gli americani hanno sparato verso l' auto e hanno ucciso Calipari e per me è stato un dramma nel dramma».

 

Lei in Iraq, Silvia Romano in Kenya e Somalia, qual è il risvolto psicologico più pesante di un' esperienza così drammatica?

SILVIA ROMANO

«C' è un aspetto che può capire solo chi ha vissuto in una condizione del genere. Ti trovi in un Paese profondamente diverso dal tuo, in un ambiente difficilissimo nel quale non puoi calcolare le reazioni dei rapitori. Una sofferenza in più è non riuscire a interpretare gli atteggiamenti. Io frequentavo quei luoghi come pure li conosceva Silvia, però è pesante calarti in una situazione indecifrabile. Anche questo richiede una profonda elaborazione».

 

Cosa complica il ritorno alla normalità?

«Il mio sequestro è durato un mese, il suo un anno e mezzo.

Un tempo così lungo rende ancora più difficile uscire dall' isolamento. Ricordo un periodo in cui non sentivo più rumori e allora mi fissavo su qualunque piccolo suono. Si cerca di memorizzare tutto per provare a contestualizzarlo».

 

Cosa accade al momento della liberazione?

conte di maio silvia romano

«Vieni ributtata in un altro mondo e questa uscita ti traumatizza di nuovo. Durante la prigionia hai convissuto con i tuoi carcerieri in una situazione completamente diversa. E in determinati ambienti fa molta differenza essere donna. Poi Silvia è passata da un gruppo di rapitori ad un altro. Se la prigionia avviene tra uomini diventano macigni le normali esigenze femminili. Anche il ciclo è un disagio grave».

 

Cosa resta dentro?

«Uno choc perdurante dal quale non ti liberi facilmente. Ricordo i sorrisi di altri sequestrati subito dopo la liberazione. Io non riuscivo a sorridere. C' è sempre una reazione interiore in chi torna a casa. Può essere una serenità di facciata perché nell' immediato sei travolta da avvenimenti, hai tante persone intorno. Impossibile avere subito piena consapevolezza».

calipari

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…