i tunnel di hamas sotto gaza

HAMAS NON DEPORRÀ MAI LE ARMI – LA PROPOSTA DEI TERRORISTI DI UNA TREGUA DI CINQUE ANNI IN CAMBIO DELLA CREAZIONE DI UNO STATO PALESTINESE CON I CONFINI PRE-1967 (E DELLA SMILITARIZZAZIONE) NASCE PER ESSERE RIFIUTATA: ISRAELE NON ACCETTERÀ MAI LA LEADERSHIP DI CHI VUOLE LA DISTRUZIONE DELLO STATO EBRAICO, SOPRATTUTTO DOPO IL POGROM DEL 7 OTTOBRE. GLI AMERICANI SONO STATI CHIARI: “NON CI SARÀ MAI UNO STATO PALESTINESE CON HAMAS” – LA LETTERA DI BIDEN E ALTRI 17 LEADER PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI (E PER DIMOSTRARE CHE ISRAELE NON È ISOLATA)

1. HAMAS: «DEPONIAMO LE ARMI SE ISRAELE DICE SÌ ALLO STATO PALESTINESE»

Estratto dell’articolo di Vittorio Da Rold per whttp://www.editorialedomani.it

 

massacro di hamas in israele 2

Nel 202esimo giorno del conflitto, mentre le forze israeliane hanno ucciso ancora una volta un operatore umanitario belga e suo figlio di sette anni in un attacco a Rafah, […] l’Egitto del presidente Al Sisi prova a fermare i carri armati della Stella di David consegnando a Israele una proposta di Hamas per un cessate il fuoco della durata di un anno, in cambio della sospensione degli attacchi alle forze israeliane.

 

[…] Mentre gIi Usa chiedono ad Hamas insieme ad altri 17 stati di rilasciare gli ostaggi, uno dei suoi politici, Khalil al-Hayya, ha detto all’Associated Press che il gruppo militante islamico è disposto ad accettare una tregua di cinque anni con Israele e che deporrà le armi se verrà creato uno Stato palestinese indipendente con i confini pre 1967.

 

Benjamin Netanyahu

[…] È però improbabile che il governo Netanyahu prenda in considerazione uno scenario del genere, avendo promesso ai suoi elettori di schiacciare Hamas in seguito al letale attacco del 7 ottobre, e la sua attuale leadership è contraria alla creazione di uno Stato palestinese sulle terre conquistate da Israele nella guerra del 1967.

 

Un forte dissidio con il presidente americano, Joe Biden, che negli Usa deve contenere le proteste sempre più estese degli studenti universitari che chiedono la fine della guerra nella Striscia.

 

il video di hersh goldberg polin, ostaggio israeliano con il braccio amputato 2.

Al-Hayya […] ha detto che Hamas vuole unirsi all’Organizzazione per la liberazione della Palestina, guidata dalla fazione rivale di Fatah, per formare un governo per Gaza e la Cisgiordania. Ha detto che Hamas accetterebbe «uno Stato palestinese pienamente sovrano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza e il ritorno dei profughi palestinesi in conformità con le risoluzioni internazionali», lungo i confini di Israele precedenti il 1967. Se ciò accadesse, ha detto, l’ala militare del gruppo si scioglierebbe. Possibile? Difficile dare una valutazione ponderata.

 

sinwar hamas gaza

ISRAELE PRONTO PER RAFAH

Di sicuro c’è che Israele continua i preparativi per l’operazione a Rafah, attesa «molto presto». Un alto funzionario della sicurezza israeliano ha riferito alla Reuters che l’esercito israeliano è pronto a lanciare immediatamente un’operazione a Rafah e sta solo aspettando il via libero politico.

 

L’Idf ha approvato l’ultimo piano per l’operazione Rafah all’inizio di questa settimana. Il governo americano ha espresso ferma opposizione a un’operazione a Rafah senza un piano credibile per proteggere i civili.

 

netanyahu biden

Intanto, ha riferito Axios, questo giovedì il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e il capo di stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, si sono incontrati in Egitto con il capo dell’intelligence del Cairo e altri funzionari chiave per discutere dell’imminente offensiva. L’Egitto ha messo in guardia Israele dall’entrare nella città, dove risiede più di un milione di palestinesi sfollati, fuggiti da altre zone della Striscia a causa dei bombardamenti.

 

[…]

 

2. APPELLO DI 18 PAESI PER GLI OSTAGGI L’IDF: “PRONTI A ENTRARE A RAFAH”

Estratto dell’articolo di P. Mas. per “la Repubblica”

 

Liberare subito gli ostaggi a Gaza, sulla base dell’accordo che Usa, Qatar e altri mediatori stanno negoziando da mesi. È l’appello lanciato ieri da 18 Paesi, coordinati da Washington, allo scopo di rilanciare la trattativa e scaricare su Hamas la responsabilità del suo fallimento. Un’iniziativa che viene alla vigilia della possibile offensiva israeliana a Rafah, e sullo sfondo delle proteste in corso nelle maggiori università americane.

 

proteste contro il governo di benjamin netanyahu in israele 11

La dichiarazione, firmata da Stati Uniti, Argentina, Austria, Brasile, Gran Bretagna, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna e Thailandia, chiede «il rilascio immediato di tutti gli ostaggi di Hamas a Gaza». La lista include i paesi che hanno cittadini prigionieri, ma serve anche a dimostrare che Israele non è isolata come sembra.

 

L’alto funzionario dell’amministrazione che l’ha presentata ai giornalisti, ha ricordato che Washington ha proposto da tempo un accordo per il rilascio immediato di circa 40 ostaggi più vulnerabili, in cambio di una tregua di sei settimane.

BA-HAMAS - MEME BY EMILIANO CARLI

 

Questo passo doveva servire anche a creare un clima di maggior dialogo e fiducia, per discutere poi una soluzione di lungo termine della crisi. Secondo il funzionario, però, il rifiuto sarebbe venuto direttamente da Yahya Sinwar, il leader che ha gestito la strage del 7 ottobre, perché preferisce tenere la popolazione di Gaza in ostaggio, invece di mettere fine alla guerra.  […]

il video di hersh goldberg polin, ostaggio israeliano con il braccio amputato 2TORNA A GAZA LASSIE - MEME BY SHILIPOTI aiuti umanitari lanciati sulla striscia di gaza da un aereo militare giordanoproteste alla columbia university 3

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…