I DUE KILLER DI MAHMOUD AVEVANO COMPRATO UNA MANNAIA E UN COLTELLO DUE ORE PRIMA DI UCCIDERE IL 19ENNE – “TITO” E “BOB” RISCHIANO L’ACCUSA DI OMICIDIO PREMEDITATO: SI SONO RECATI IN UN NEGOZIO DI CINESI A SESTRI PONENTE, PER COMPRARE GLI OGGETTI CON CUI HANNO UCCISO, DECAPITATO E MUTILATO IL LORO GIOVANE DIPENDENTE – SOSPESE LE RICERCHE DELLA TESTA DELLA VITTIMA A CAUSA DEL MARE AGITATO
1. L'OMICIDIO DI MAHMOUD, ARRESTATI AVEVANO COMPRATO MANNAIA
(ANSA) - I due arrestati accusati dell'omicidio del diciannovenne egiziano Mahmoud Abdalla, avvenuto domenica 23 luglio in un appartamento a Genova, avevano comprato una mannaia e un coltello in un negozio di cinesi due ore prima del delitto. Per questo motivo ora rischiano l'accusa di omicidio premeditato. I due, Abdelwahab Kamel detto "Tito" e Abdelghani Aly detto "Bob", davanti al gip si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di convalida del fermo.
Con le due armi avrebbero ucciso, decapitato e mutilato - tagliandogli le mani - il giovane. Questo potrebbe spingere gli inquirenti a rivedere l'imputazione trasformandola in omicidio premeditato. Ad aiutare gli inquirenti le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza a Sestri Ponente che hanno ripreso Tito e Bob in due distinti momenti vicino ad un negozio cinese di Sestri.
Nel secondo filmato si nota un sacchetto contente un oggetto contundente che non era presente nelle prime immagini. Poco prima proprio dallo stesso negozio risulta emesso, dal registro della cassa, uno scontrino per l'acquisto di un coltello e di una mannaia. Il sostituto procuratore Daniela Pischetola ha contestato per questo oggi ai due uomini il probabile acquisto di armi, accusa che ha portato 'Tito' e 'Bob' ad avvalersi della facoltà di non rispondere all'interrogatorio di convalida del fermo avvenuto nel carcere di Marassi.
Intanto, a causa del mare agitato, sono state sospese le ricerche della testa della vittima da parte dei carabinieri del nucleo subacquei che la stavano cercando lungo la scogliera della colmata a mare di Chiavari, a ponente della foce dell'Entella dove 'Bob' ha detto che sarebbe stata gettata. A Chiavari è stata riaperta la barberia di corso Dante che era gestita da Tito: al lavoro ci sono altri egiziani.
2. RAGAZZO DECAPITATO E MUTILATO AVEVA DENUNCIATO LAVORO NERO
(ANSA) - La violenta lite, finita in omicidio, tra Mahmoud Abdalla (19 anni) e il suo datore di lavoro, Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, 26 anni, detto Tito, è nata per motivi di lavoro.
Sembra che la vittima durante l'alterco abbia minacciato il suo carnefice, egiziano come lui, di denunciarlo nuovamente perché lo pagava in nero. Lo aveva già fatto il 19 giugno scorso quando la Guardia di Finanza fece un controllo nella barberia di via Merano, nel quartiere genovese di Sestri Ponente.
Abdalla disse che non era in regola. Lo rivelano alcuni quotidiani. Non è chiaro se a chiamare le Fiamme gialle sia stato proprio lui, oppure se fosse in corso un controllo di routine. Intanto, oggi sbarca a Genova il Ris di Parma.
I militari del Reparto investigazioni scientifiche torneranno nella casa-dormitorio di via Vado, a Sestri, dove è avvenuto l'omicidio. Qui i carabinieri del Nucleo investigativo i Genova per ben tre volte hanno cercato con il luminol tracce di sangue. Invano. In quella casa, però, Tito e Bob hanno chiuso il corpo in una valigia, lo hanno trasportato in taxi fino a Chiavari, qui lo hanno mutilato e gettato in mare, nella notte tra il 23 e 24 luglio.
Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, il barbiere arrestato per l'omicidio di Mahmoud AbdallaMahmoud Sayed Mohamed Abdalla