angelo becciu

UN PROCESSO NATO MALE E COSTRUITO PEGGIO - I PM VATICANI CHIEDONO L'AZZERAMENTO DEL PROCESSO AL CARDINALE BECCIU E AD ALTRE NOVE PERSONE PER L'ACQUISTO DEL PALAZZO A LONDRA - LE DIFESE CONTESTANO SIA I MANCATI INTERROGATORI DEGLI IMPUTATI SIA IL MANCATO DEPOSITO DEGLI ATTI, SOPRATTUTTO LE REGISTRAZIONI AUDIO E VIDEO DELL'INTERROGATORIO DI MONSIGNOR ALBERTO PERLASCA, IL GRANDE ACCUSATORE, TESTIMONE-CHIAVE CHE ALL'INIZIO ERA INDAGATO MA POI NON È STATO RINVIATO A GIUDIZIO…

PROCESSO A ANGELO BECCIU IN VATICANO

Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”

 

L'accusa chiede la «restituzione degli atti» e quindi l'azzeramento del processo, per ricominciare da capo; le difese contestano il procedimento alla radice e insistono sull'istanza di «nullità». La seconda udienza del processo sugli investimenti con i fondi della Santa Sede, che vede imputati il cardinale Angelo Becciu e altri nove tra laici ed ecclesiastici, va ben oltre le classiche schermaglie procedurali.

 

MONSIGNOR ANGELO BECCIU

Il procedimento incentrato sull'acquisto del palazzo di Sloane Avenue, a Londra, potrebbe fermarsi prima ancora di essere davvero iniziato. Ieri il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha rinviato l'udienza e scioglierà la riserva sulle richieste stamattina: quasi fosse una sentenza, si decideranno le sorti del processo.

 

Degli imputati, in aula, ieri c'erano solo il cardinale Becciu, imperturbabile, e monsignor Mauro Carlino, come nella prima udienza di fine luglio. La confusione è grande. Le difese contestano sia mancati interrogatori degli imputati sia il mancato deposito degli atti, soprattutto le registrazioni audio e video dell'interrogatorio di monsignor Alberto Perlasca, il grande accusatore, testimone-chiave che all'inizio era indagato ma poi non è stato rinviato a giudizio: è stato interrogato cinque volte, le prime due da indagato e le altre come «persona informata dei fatti».

 

angelo becciu papa francesco

I legali degli imputati hanno potuto leggere un verbale incompleto, agli atti, ma non vedere il video integrale. Pignatone aveva chiesto all'ufficio del Promotore di giustizia, cioè ai pm vaticani, di «depositare in Cancelleria entro il 10 agosto copia dei supporti contenenti le registrazioni audio e video». L'accusa ha detto che non possono essere depositate per ragioni di privacy, «per non create nocumento ai diritti delle persone che hanno partecipato agli atti».

 

Versione contestata dalle difese: «Abbiamo chiesto fossero depositate in cancelleria, non diffusi da un tg». Il promotore di giustizia aggiunto, cioè il «pm» vaticano Alessandro Diddi, ha ribattuto che non si voleva nasconderle ma «abbiamo chiesto se era possibile regolamentarne la diffusione».

 

ALBERTO PERLASCA

È uno dei misteri del processo: che cosa si vede o sente in quel video che non compare nei verbali? Lo stesso problema riguarda il materiale informatico, alle contestazioni Diddi ha ribattuto:«Abbiamo solo chiesto il rinvio del deposito, ci sono oltre 300 dvd, e dobbiamo sapere se è necessario consegnare le copie di tutto, costerebbe 271 mila euro». E poi c'è la faccenda degli interrogatori.

 

All'inizio è stato lo stesso pm a fare una richiesta «che potrà sorprendere», cioè la restituzione degli atti del processo all'ufficio del promotore di giustizia per procedere a quanto eccepito da molte difese: l'interrogatorio preliminare dei vari imputati non sentiti nell'istruttoria. «Vogliamo testimoniare che non intendiamo calpestare i diritti della difesa.

 

angelo becciu papa francesco 1

La possibilità, ora, di rendere un interrogatorio conoscendo gli atti delle indagini è un aspetto che non si deve negare agli imputati», ha detto Diddi. Una proposta «irricevibile», hanno replicato i legali degli imputati, che insistono sugli atti non depositati e la «denegata giustizia», ovvero l'impossibilità di esercitare i propri diritti di difesa: di qui la richiesta di «nullità».

 

ALBERTO PERLASCA

Il pm Diddi, tra l'altro, ha osservato che nei media «sono stati rivolti attacchi molto violenti a questo ufficio e a questo Tribunale: secondo alcuni esiste una sentenza di condanna già scritta: si tratta di forzature per condizionare la terzietà del Tribunale». Il presidente Giuseppe Pignatone ha rassicurato: «Tutto ciò che viene citato a livello giornalistico per noi è totalmente irrilevante. Da parte del Tribunale c'è la massima serenità. Conta solo quello che è agli atti del processo, soprattutto quando riusciremo ad averli nella loro completezza».

giuseppe pignatone 1

Ultimi Dagoreport

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?