giulia cecchetin patriarcato filippo turetta

“IL PATRIARCATO? INESISTENTE” – SECONDO "LA VERITA'" LA CAMPAGNA PER GIULIA CECCHETTIN HA RIPORTATO IN PRIMA FILA LE ERINNI DEL FEMMINISMO CHE CIANCIANO DI PATRIARCATO (CHE L’ANTROPOLOGO E FILOSOFO FURIO JESI LIQUIDO' IN MODO SPREZZANTE) E CULTURA DELLO STUPRO - "COME SI FA A VEDERE IL PATRIARCATO IN UN POVERETTO CHE FA UN DELITTO CONFUSO E PIENO DI ERRORI, E FINISCE IN UN’AUTOSTRADA SENZA BENZINA? LUI È UN VIGLIACCO ASSASSINO. SI PARLA DI QUESTIONI AFFETTIVE CON UN LINGUAGGIO DA FOTOROMANZI DI DECENNI FA, PERÒ INCATTIVITI"

Claudio Risé per “la Verità” - Estratti

 

(...)

 

manifestazione dopo la morte di Giulia Cecchettin

Nasce così l’ultima versione dell’antico gioco di società detto lotta al «patriarcato», termine tra i più abusati e fantasiosi della storia, che l’acutissimo antropologo e filosofo Furio Jesi liquidò come inesistente in alcune brucianti schede enciclopediche già da decenni.

 

E questo è uno dei rischi gravi della recente campagna per l’ultima donna uccisa tra paginate di dichiarazioni mitomaniache, riprese televisive e scene isteriche: che il patriarcato inesistente diventi il Covid prossimo venturo, e che per debellarlo si inventino formazioni psicologiche, si perdano ore di scuola preziose, eventualmente si impongano tessere, mentre gli aspetti patologici della realtà sono sotto gli occhi di tutti.

 

proteste femministe sul patriarcato

Tutto ciò per nascondere dietro concetti fumosi ma di pronta beva l’enorme bisogno di verità su quali siano oggi le vere condizioni dei rapporti tra uomo e donna: l’humus in cui è maturato il malessere psichico di Filippo. Questo è il vero problema: il grave malessere psichico in cui in realtà si trovano oggi sia gli uomini che le donne, la scadente qualità delle loro relazioni, e l’enorme danno che ciò crea alle nuove generazioni, che hanno invece bisogno di madri e padri forti, che si amino e che riprendano in mano le proprie esistenze e quelle dei loro figli. Oggi invece abbandonate agli influencer e agli ingranaggi delle diverse mode e sistemi economico/politici (come anche notato da Jürgen Habermas nel suo ultimo libro, che ho qui recensito).

 

La stupefacente campagna di stupidaggini seguita alla morte di Giulia è lo specchio della gravità della malattia del nostro sistema di comunicazione (ma forse è anche peggio).

 

manifestazione dopo la morte di Giulia Cecchettin

Anche i massimi responsabili dell’amministrazione e della comunicazione scambiano infatti la debolezza per forza: come si fa a vedere il patriarcato (che comunque sarebbe una manifestazione di forza) in un poveretto che fa un delitto confuso e pieno di errori, e finisce in un’autostrada senza benzina? Lui è un povero assassino, ma le autorità e i comunicatori che lo scambiano per un esempio di «patriarcato» non sanno di cosa parlano: se i maschi di potere fossero stati così non avrebbero conquistato nemmeno un praticello.

 

Ed è socialmente grave - comunque - il livello di ignoranza. Si parla di questioni affettive con un linguaggio da fotoromanzi di decenni fa, però incattiviti. Ma la «questione maschile» (come ho scritto nei miei libri) è esplosa anche nella sociologia, antropologia, psicologia, da decenni, è roba seria, e vera.

 

Poco dopo la guerra (soprattutto negli Stati Uniti), con il ritorno dei reduci e i loro problemi dopo la lunga assenza da casa con le rivoluzioni economiche e tecniche nel frattempo in atto, gli uomini trovarono un altro mondo, e spesso un’altra famiglia. Una grande femminista, Susan Faludi, raccontò tutto in un grande libro (Bastonati! Sul lavoro, in famiglia, dalla società, Lyra Libri, e vinse il premio Pulitzer).

manifestazione dopo la morte di Giulia Cecchettin

 

È per lo meno da allora che la forza maschile, in Occidente, non è più nel fucile o nei muscoli, (se non per sport), ma deve necessariamente esprimersi anche nei sentimenti, nelle relazioni, che con leggi come il divorzio e l’aborto sono molto cambiate, e non sempre in meglio.

 

Parlare ancora di patriarcato come se fosse qualcosa di attuale, e soprattutto dotata di pericoli, è ridicolo e riporta tutto indietro almeno di 75 anni.

 

È da allora, per dire, che nelle materie (tra le quali i «gender studies», gli studi di genere, molto precedenti all’ideologia Lgbt) che seguono queste questioni, il maschio violento è noto e studiato in quanto «soft male», maschio dolce, tutt’altro che - di solito - violento. Siccome però per natura (che, anch’essa, continua a esistere, anche se ammaccata), il maschio sempre dolce non è, la recita della dolcezza, imposta da convenzioni e «sistemi» dolciastri non serve a niente, anzi peggiora la situazione. Serve solo la verità.

manifestazione dopo la morte di Giulia Cecchettin patriarcato

 

Verità e amore, che è quello che conta, e che solo riesce a far stare insieme due individui così diversi come un uomo e la donna (che come sostiene ironicamente il pediatra e psicoanalista francese Aldo Noury appartengono in realtà a due specie diverse). Il resto sono vaneggiamenti burocratici, per cercare di stare a galla in mezzo a fenomeni che, per pigrizia e debolezza, non ci si è mai impegnati a studiare. Comportarsi così è molto pericoloso. Come molti giovani incominciano per fortuna a intuire, solo l’amore (come è sempre accaduto nei momenti di massimo pericolo e smarrimento) può salvare il mondo. Amore e informazione - vera - sulla realtà.

manifestazione dopo la morte di Giulia Cecchettin

Ultimi Dagoreport

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…