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UNA BATTAGLIA DI CIVILTA' - IN BELGIO LA PROSTITUZIONE DIVENTA UN LAVORO TUTELATO COME TUTTI GLI ALTRI – DALL’1 DICEMBRE È ENTRATA IN VIGORE LA LEGGE CHE PERMETTE AI "SEX WORKER" DI AVERE CONTRATTI REGOLARI E TUTTA UNA SERIE DI DIRITTI (MATERNITÀ, MALATTIA, PENSIONE, FERIE E DISOCCUPAZIONE) – MA LE FEMMINISTE PROTESTANO: “IL TESTO FAVORIRÀ GLI SFRUTTATORI E I TRAFFICANTI CHE GIÀ BENEFICIANO DI UN'ENORME IMPUNITÀ IN BELGIO…”

Estratto dell’articolo di Thomas Usan per “la Stampa”

 

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Essere un sex worker (lavoratore del sesso) ora è legale in Belgio: con indennità e diritti, come qualsiasi altra professione. Dall’1 dicembre è entrata in vigore la legge che permette a chi pratica attività di prostituzione e accompagnamento di avere contratti regolari tutta una serie diritti lavorativi. Come evidenziato più volte dal Parlamento belga, la norma «ha lo scopo di fermare lo sfruttamento e gli abusi» nella categoria.

 

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[…] Allo stesso tempo, però, la paura diffusa è che la regolamentazione potrebbe essere «strumentalizzata» per colpire la categoria. Infatti secondo l’Unione «alcuni Comuni, nascondendosi dietro le parole “sicurezza” e “igiene”, promulgano regolamenti locali molto rigidi che rendono il lavoro sessuale quasi impossibile sul loro territorio».

 

COSA DICE LA NORMA?

[…] Tra i benefit che la categoria ha dall’1 dicembre ci sono: giorni di malattia, diritti pensionistici (e quindi contributi per ogni anno di attività), indennità di maternità e sussidi di disoccupazione. Ma non finisce. I sex workers potranno interrompere un rapporto sessuale in qualsiasi momento, rifiutare clienti, evitare di compiere atti non graditi, senza rischiare licenziamento o ritorsioni.

 

GLI OBBLIGHI PER I DATORI

La legge impone anche degli obblighi per i datori di lavoro. Innanzitutto devono avere la residenza commerciale in Belgio. Inoltre non possono essere stati soggetti in passato a guai legali, di qualsiasi tipo. E non è tutto. I datori dovranno anche garantire profilattici, docce, biancheria pulita e pulsanti antipanico in caso di emergenza.

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[…] LE PROTESTE DEL MONDO FEMMINISTA

Ma c’è anche chi non ci sta. Alcune associazioni femministe denunciano una «mercificazione del corpo delle donne e un testo inadatto alle esigenze delle prostitute migranti e delle vittime della tratta di esseri umani». Infatti, senza un regolare permesso di lavoro i lavoratori stranieri non possono essere assunti in base proprio alla nuova norma. «Il testo favorirà gli sfruttatori e i trafficanti che già beneficiano di un'enorme impunità in Belgio», afferma Mireia Crespo, direttrice di Isala, associazione femminista che si occupa di donne di difficoltà.

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