DURA LEX SED SEX - IN FRANCIA IL PRIMO CASO DI “SESSO NEUTRO”: E’ UN UOMO DI 64 ANNI CHE HA UN MICRO-PENE E UNA VAGINA RUDIMENTALE - NON ESSENDO DEFINIBILE COME MASCHIO O FEMMINA, IL GIUDICE GLI HA PERMESSO LA MENZIONE SPECIALE NELLO STATO CIVILE

Paolo Levi per “la Stampa”

 

Non è uomo, ma neanche donna. Un giudice francese ha riconosciuto il diritto di un intersessuale di 64 anni - l’individuo i cui genitali e/o i caratteri sessuali secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili - ad iscrivere la menzione «sesso neutro» nello stato civile.

 

«Si tratta di una prima in Francia e forse anche in Europa», esultano a Parigi. Solo la corte suprema d’Australia, con un verdetto storico del 2014, stabilì in via definitiva il riconoscimento del «terzo sesso» per chi non si identifica all’anagrafe né come uomo né come donna. Una possibilità che ora arriva alle porte di casa.

ERMAFRODITO DORMIENTE ERMAFRODITO DORMIENTE

 

Nella sentenza i giudici del tribunale di Tours riconoscono il diritto di uscire dal sistema binario maschile/femminile. In municipio l’ufficiale dello stato civile dovrà dunque modificare l’atto di nascita del querelante riconoscendo la «neutralità» della sua natura sessuale. Stando alle spiegazioni del suo medico, l’individuo sposato (e con un figlio adottivo) è nato con una «vagina rudimentale» e una sorta di «micro-pene», senza testicoli. Il giorno della sua nascita, nel 1951, la lieta notizia venne festeggiata con il tipico «fiocco azzurro» dei maschietti.

 

Solo che non era vero. «Da adolescente - racconta - ho capito che non ero un ragazzo. Vedevo i compagni cambiare e a me non succedeva nulla: niente barba, niente muscoli. E però mi era anche impossibile pensare di poter diventare femmina: non avevo neanche i seni».

 

ERMAFRODITO ERMAFRODITO

La sentenza di Tours è alquanto eloquente: «Il sesso assegnatogli alla nascita - spiega il magistrato - appare come una pura finzione impostagli durante l’intera esistenza: qui non si tratta di riconoscere un “terzo sesso” ma di prendere atto dell’impossibilità di indicare il soggetto come appartenente a questo o a quell’altro genere».

 

La speranza è che il verdetto possa fare giurisprudenza per casi simili anche se rari: in Francia sono uno ogni 100.000. Prese alla sprovvista le famiglie devono spesso scegliere il sesso del bebè in modo rapido (e arbitrario). Seguono operazioni chirurgiche e trattamenti ormonali molto duri per il paziente.

 

«Con il riconoscimento amministrativo ci sarà più tempo per decidere, magari sentendo il parere del diretto interessato», auspicano gli esperti. Sempre che la sentenza venga confermata in appello. A Tours il pm ha presentato ricorso. Teme che la decisione possa aprire la strada al riconoscimento del «terzo sesso» ancora vietato dalla legge francese.

 

 

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