ORCA MISERIA! – IN FRANCIA E' SCATTATO L'ALLARME PER L’ORCA CHE SI È SMARRITA NELLA SENNA E NON RIESCE A TORNARE INDIETRO – UN GRUPPO DI SCIENZIATI STA CERCANDO DI GUIDARLA UTILIZZANDO UN DRONE CHE AMPLIFICA NELL'ACQUA I VERSI DI ALCUNE ORCHE FEMMINE, MA IL TEMPO STRINGE E IN QUESTE CONDIZIONI NON VIVRÀ ANCORA A LUNGO - IL CETACEO, UN MASCHIO DI 4 METRI, È STATO AVVISTATO PER LA PRIMA VOLTA IL 16 MAGGIO TRA LE HAVRE E HONFLEUR, IN NORMANDIA...
Vittorio Sabadin per “il Messaggero”
Un'orca si è smarrita nel fiume Senna, ha quasi raggiunto la città di Rouen, non riesce a tornare indietro e in queste condizioni non vivrà ancora a lungo. Un gruppo di scienziati sta cercando di guidarla verso la foce utilizzando un drone che amplifica nell'acqua i versi di alcune orche femmine, nella speranza che quella nel fiume, un maschio di 4 metri, li seguirà. La Prefettura della Senna si sta occupando del caso dopo che le televisioni e i social media hanno diffuso le immagini del cetaceo, avvistato per la prima volta il 16 maggio tra Le Havre e Honfleur, in Normandia.
Seguendo forse delle prede, si è inoltrato nel fiume, e dopo la prima curva si è perso. Le orche si muovono sott' acqua utilizzando anche un organo che hanno sulla fronte, un sonar naturale che rileva la presenza di cibo o di ostacoli. In un fiume, le rive sono ostacoli e le direzioni possibili sono solo due: l'orca avrà pensato che l'acqua solitamente arriva da dove ce n'è molta, e ha continuato a nuotare controcorrente.
IL TRAGITTO
Rouen dista circa 90 chilometri dal mare, ma la Senna in questo tratto percorre cinque lunghe curve che quasi triplicano il tragitto. L'orca è visibilmente stremata. Nel fiume non trova abbastanza cibo e l'acqua dolce danneggia la sua salute. È spaventata e può diventare molto pericolosa.
Si è pensato al drone e alle registrazioni delle voci delle femmine perché, ha spiegato la Prefettura della Senna in una nota «l'utilizzo di questi metodi non invasivi, a diverse centinaia di metri di distanza, consentirà di evitare di mandare imbarcazioni nelle immediate vicinanze dell'animale, cosa che potrebbe mettere a rischio la sua sopravvivenza, nonché l'incolumità dei soccorritori».
«È in pericolo di vita, il suo stato di salute è molto precario», ha confermato a France 3 Gerard Mauger, vicepresidente del Groupe d'Études des Cétacés du Corentin, un'associazione che studia e protegge i mammiferi del Canale della Manica: «È davvero complicato trovare soluzioni per cercare di farla risalire all'acqua salata, aiutare l'animale rischia di stressarlo».
Fare sentire al cetaceo suoni familiari da seguire potrebbe rivelarsi una buona soluzione per evitare il trauma di una cattura e di un trasporto forzato alla foce, ma non è detto che funzioni. È vero che un maschio seguirebbe sicuramente le femmine, che anche nel mondo delle orche sono quelle che comandano: i maschi stanno con la madre per quasi tutta la vita, ed è lei che sceglie la femmina con la quale si accoppieranno.
Ma le orche vivono in branchi che sviluppano ognuno un proprio linguaggio diverso dagli altri, e le comunicazioni diffuse nelle acque della Senna potrebbero non sembrare all'orca dispersa così comprensibili come i soccorritori sperano.
I FILM
Anche se molti film di Hollywood hanno reso simpatiche le orche ai bambini e agli adulti, questi cetacei sono tra le creature più crudeli e feroci dei mari, e occupano il primo posto nella catena alimentare superando persino gli squali. Si trovano ovunque, dai mari tropicali fino all'Artico e all'Antartico. Si adattano a qualunque cibo: alcune popolazioni divorano esclusivamente pesci, altre si nutrono di uccelli e pinguini, altre ancora di mammiferi come foche, balene, delfini e leoni marini.
Non hanno predatori naturali dei quali preoccuparsi. Possono stare in immersione per 15 minuti e raggiungere i 250 metri di profondità. Cacciano in branco con grande intelligenza, vanno ad azzannare i cuccioli di leone marino rotolandosi sulle spiagge, lottano da pari a pari con lo squalo bianco e spesso vincono. Riportare nell'acqua salata l'orca dispersa non sarà una buona notizia per gli abitanti dei mari, ma bisogna comunque cercare di farlo.